Criticare non è populismo

Criticare progetti molto impattanti per un quartiere è un diritto sacrosanto per chi questo quartiere lo vive da anni, soprattutto quando queste critiche sono ben argomentate con studio degli atti comunali ufficiali e dei progetti. Che cosa chiedeva il comitato? di salvaguardare un parco ambientale ed il giardino della scuola elementare collodi di san concordio e dell'asilo da importanti opere di cementificazione con relativo consumo di suolo. Che cosa abbiamo adesso? una galleria pedonale larga 4 metri coperta e lunga 310 m con platea di cemento armato. Cosa non abbiamo più? circa il 25 % del giardino della scuola e dell'asilo sacrificato per far spazio a suddetta galleria. Cosa non abbiamo più inoltre? 42 alberi adulti e sani, che in parte si trovavano sempre in questo giardino (n. 14), in parte nel boschetto planiziale del parco della montagnola (n. 25) ed i rimanenti 3 sono i cedri del libano e l'acero campetre presenti - oramai non più - nella grade aiuola di piazzale aldo moro. Infatti la costruzione della galleria aveva bisogno di spazio che non c'era, per questo è stato segato tutto quello che si sono trovati davanti. questa è una delle domande della vita come se viene prima l'uovo o la gallina... è stato giusto sacrificare tutto questo - 25% del giardino delle scuole e 42 alberi adulti e sani, sopratutto in tempi di cambiamenti climatici - per una strada di cemento armato in un ambiente fortemente antropizzato? Quindi questo non è populismo ma riconoscimento del diritto di critica vero e proprio.

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