Estratto della relazione II semestre della Direzione Investigativa Antimafia - sulle Mafie in Toscana

Gruppo civico (Toscana 2030). Estratto della relazione II semestre della Direzione Investigativa Antimafia - sulle Mafie in Toscana  ESTRATTO DELLA RELAZIONE II SEMESTRE DELLA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA - SULLE MAFIE IN TOSCONA

Ciò è potenzialmente capace di lasciare spazio di manovra alle organizzazioni criminali forti dell’elevata disponibilità economica che gli consente di operare in sostituzione o in aggiunta allo Stato sociale.

In continuità con i periodi precedenti sarebbe confermata la presenza e l’operatività di elementi contigui alle organizzazioni criminali mafiose i quali gestirebbero talvolta in sinergia con soggetti autoctoni numerose attività illecite con lo scopo di ottenere il massimo profitto nei settori di maggior interesse quali gli appalti pubblici, la gestione e lo smaltimento di rifiuti, nonché il campo turistico-alberghiero. In materia di criminalità autoctona sembrerebbe confermata la rilevanza di esponenti legati a camorra e ‘ndrangheta mentre con riferimento alla criminalità straniera le compagini di etnia albanese continuerebbero a manifestare pericolosità e incidenza nelle attività illecite seguite dai cinesi che continuerebbero a mantenere un ruolo primario in molte attività specialmente nel distretto del tessile-abbigliamento che coinvolge la periferia ovest e l’hinterland fiorentino fino ad abbracciare tutta la provincia di Prato e parte di quella di Pistoia. Le attività investigative hanno dimostrato che la Toscana si confermerebbe una terra di interesse per le consorterie criminali campane. Nello specifico le attività criminali si concentrerebbero prevalentemente nelle estorsioni e usura sia nei confronti di soggetti originari della Campania, sia della Toscana, nel traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, nella gestione, traffico e smaltimento illecito di rifiuti, nel riciclaggio di danaro e reimpiego in attività immobiliari o imprenditoriali con particolare riferimento al settore turistico-alberghiero e nella penetrazione nell’economia legale attraverso l’alienazione e/o costituzione di attività imprenditoriali edili, con l’obiettivo di acquisire appalti pubblici.

Ne è conferma l’operazione «Revenge»184 conclusa a Firenze il 10 settembre 2021 dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza con l’esecuzione di 12 provvedimenti cautelari nei confronti di soggetti ritenuti affiliati ad un clan camorristico di Nocera Inferiore . Le indagini, hanno permesso di accertare la presenza a Firenze di un’associazione criminale avviata da 2 fratelli che si riuniva all’interno di un locale di ristorazione dove si tenevano incontri per pianificare le attività illegali e dove i membri del gruppo si recavano per stoccare e ricettare i proventi che in parte venivano destinati alla necessità di autofinanziare il clan. I proventi delle attività illecite venivano reinvestiti sia a Firenze, sia a Nocera Inferiore e autofinanziavano la nuova compagine camorristica locale. Si segnala inoltre che la DIA di Firenze il 6 luglio 2021 ha eseguito un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Firenze di beni mobili, immobili e rapporti finanziari per complessivi 10 milioni di euro nei confronti di un imprenditore attivo nel settore turistico-alberghiero originario di Boscoreale e da tempo residente a Montecatini Terme ritenuto legato ad esponenti criminali campani.

Per quanto attiene alla presenza della criminalità organizzata di origine calabrese le indagini in questo semestre avrebbero messo in luce traffici illeciti organizzati da compagini delinquenziali legate a ‘ndrine che continuano a dimostrarsi attive in diversi settori delittuosi tra i quali figurano il riciclaggio di denaro, l’estorsione, l’usura, il traffico di stupefacenti e lo smaltimento illecito di rifiuti speciali. In quest’ultimo campo si ricorda l’esecuzione di 7 provvedimenti cautelari del 15 aprile 2021 da parte dei Carabinieri coordinati dalla DDA di Firenze nel corso della operazione «Keu»186 conclusa nel mese di luglio 2022 in seno a cui veniva contestata l’associazione a delinquere finalizzata ad attività per il traffico illecito di rifiuti e l’inquinamento ambientale. Ancora il 16 novembre 2021 veniva conclusa dalla Polizia di Stato l’operazione «Handover»187 coordinata dalla DNA e dalle DDA di Milano, Reggio Calabria e Firenze nel settore di contrasto al narcotraffico internazionale. I gruppi criminali seppur autonomi erano collegati tra di loro e operanti in diverse parti del territorio nazionale.

Nel corso dell’attività investigativa sul filone calabrese, sono stati accertati anche rapporti tra presunti affiliati alla cosca Pesce e quelli della cosca MOLÈ, nonché la collaborazione, per la commissione di alcuni reati di appartenenti alle cosche del versante tirrenico e di quelle della provincia di Vibo Valentia con ramificazioni in Lombardia, nelle province di Como e Varese. Per quanto attiene alla presenza di appartenenti alla criminalità organizzata di origine siciliana in Toscana essa risulta meno penetrante rispetto alla ‘ndrangheta e alla camorra. Sotto l’aspetto investigativo, con riferimento alla criminalità italiana viene tenuta sotto costante vigilanza quella di matrice camorrista e ‘ndranghetista mentre per la criminalità straniera particolare attenzione si riserva ai sodalizi albanesi. Il 27 luglio 2021 nel corso dell’operazione «A Solis Ortu»228 della Guardia di finanza di Firenze sono state eseguite 30 custodie cautelari , nonché il sequestro per equivalente di beni per oltre 40 milioni di euro considerati provento della commissione di bancarotta fallimentare e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Ancora nella stessa data, nell’ambito dell’operazione «La via degli stracci»229 dei Carabinieri, la DDA di Firenze ha emesso 25 avvisi di conclusione delle indagini a carico 19 persone e 6 aziende, ritenute responsabili a vario titolo di reati che vanno dalla associazione per delinquere finalizzata al compimento di un traffico organizzato di rifiuti prodotti dall’industria manifatturiera pratese, alla truffa e alla gestione illecita di rifiuti, concretizzatosi nell’abbandono degli scarti tessili all’interno di aree e capannoni in disuso nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, Verona, Padova, Vicenza e Rovigo fino ad arrivare a Salerno. Nella provincia di Firenze i sodalizi mafiosi hanno consolidato la tendenza a diversificare gli investimenti dimostrando attitudini imprenditoriali in diversi settori oltre alla capacità di adattamento ai variegati contesti socio-economici. Con specifico riferimento alla ‘ndrangheta invece non risulterebbero attivi locali sebbene si confermi la presenza e l’operatività di numerosi elementi riconducibili alla criminalità calabrese.
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