Il ponte miracoloso sul Serchio e la fine ufficiale dei problemi di Lucca

Da quando esiste il nuovo ponte sul Serchio, a Lucca è cambiato tutto. O almeno così pare. Non perché i problemi siano spariti davvero, ma perché davanti a un’opera così bella diventa quasi maleducato farli notare. Il ponte è lì, imponente, elegante, luminoso, e sembra dirti con tono pacato: “Dai, su, guarda me… e rilassati”. C’è chi sostiene che non sia un semplice ponte, ma un’opera celeste. Un regalo divino calato dal cielo per sistemare una città un po’ stanca, un po’ brontolona, molto lucchese. Non un’infrastruttura, ma una terapia. Se sei depresso, lo guardi e stai meglio. Se sei stressato, rallenti. Se hai problemi seri, pazienza: fissalo ancora un po’, prima o poi passa qualcosa. Magari non il problema, ma almeno la voglia di lamentarti. Il ponte non collega solo due rive del Serchio, collega l’anima del cittadino alla rassegnazione serena. È talmente bello che sembra aver risolto tutto: traffico, buche, affitti, sanità, parcheggi. Non perché non esistano più, ma perché davanti a tanta perfezione uno pensa: “Vabbè, dai, abbiamo il ponte”. C’è chi giura che abbia poteri curativi. Un attraversamento al giorno leva il medico di torno. Due attraversamenti e ti senti quasi in colpa ad avere ancora dei problemi. È il ponte che ti guarda dall’alto e ti dice, senza parlare: “Ora va tutto bene”. E tu, per educazione, annuisci. Lucca oggi è così: magari i nodi restano, ma sono più silenziosi. Perché quando hai un ponte tanto bello, puoi anche non risolvere tutto. Basta contemplarlo. E in fondo, a volte, è già abbastanza.
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