L’impresa del lucchese Riccardo Bergamini, la Cima Italia e l’impegno pubblico

Riccardo Bergamini è uno di quei lucchesi che non amano restare nel mezzo, né quando affrontano una parete di roccia né quando si tratta di prendere posizione nella vita pubblica. La conquista della vetta inviolata nel Karakorum, poi battezzata “Cima Italia”, è stata celebrata in Comune come un grande risultato sportivo, ma la sua storia va ben oltre l’alpinismo. A oltre settemila metri di quota, con il tricolore affidatogli prima della partenza, Bergamini ha portato il nome di Lucca e dell’Italia in uno dei luoghi più duri del pianeta, trasformando una scalata estrema in un gesto simbolico di identità e appartenenza. Quell’impresa nasce da un percorso lungo e rigoroso, fatto di allenamento, spedizioni impegnative e scelte difficili. Bergamini ha affrontato montagne di altissima quota senza ossigeno, mettendo alla prova corpo e mente, con un approccio che rifiuta scorciatoie e protagonismi. La montagna, per lui, è sempre stata un confronto diretto con i propri limiti, non una passerella. Lo stesso atteggiamento lo ha portato, negli anni, a non tirarsi indietro nemmeno sul piano civico e politico. Nel 2017 ha scelto di candidarsi alle elezioni comunali di Lucca con CasaPound Italia, sostenendo apertamente quel progetto politico e partecipando in prima persona alla campagna elettorale. Una scelta chiara, che non ha mai nascosto né attenuato, rivendicando coerenza e responsabilità personale. Successivamente, pur restando fuori da incarichi istituzionali, Bergamini ha continuato a manifestare sostegno a figure e percorsi politici dell’area identitaria e del centrodestra lucchese. In particolare, non è mancato il suo appoggio a Fabio Barsanti, oggi vicesindaco di Lucca, sostenuto pubblicamente come espressione di un’idea politica fondata su identità, fermezza e radicamento nel territorio. Un sostegno non episodico, ma coerente con un percorso di anni, fatto di prese di posizione nette e partecipazione attiva alla vita cittadina. La celebrazione a Palazzo Orsetti ha così assunto un significato più ampio: non solo il riconoscimento di un’impresa alpinistica straordinaria, ma anche quello di un cittadino che ha scelto di esporsi, di non restare spettatore, di assumersi il peso delle proprie idee. Bergamini è uno di quelli che preferiscono salire, anche quando la salita è ripida e il consenso non è scontato. La “Cima Italia” resta lì, tra ghiaccio e roccia, come simbolo di un traguardo unico. Ma il messaggio che Riccardo Bergamini riporta a casa è forse ancora più chiaro: nella vita, come in montagna, contano la coerenza, il coraggio delle scelte e la capacità di reggere il freddo delle decisioni prese a viso aperto. A Lucca, questo modo di stare in piedi lo conoscono in molti.
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