«Alla
vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, i nuovi
dati Istat tracciano un quadro che non possiamo più ignorare. In Italia
circa 6 milioni e 400mila donne tra i 16 e i 75 anni, pari al 31,9%,
hanno subito almeno una forma di violenza fisica o sessuale nel corso
della vita. Il 18,8% è stato vittima di violenze fisiche, il 23,4% di
violenze sessuali, mentre il 5,7% ha subìto stupri o tentati stupri.
Si
tratta dei dati contenuti nel rapporto “La violenza contro le donne,
dentro e fuori la famiglia”, presentato alla Conferenza internazionale
sui femminicidi insieme ai primi risultati dell’indagine Istat 2025. Il
fenomeno resta purtroppo fortemente legato alla sfera affettiva:
considerando chi ha o ha avuto un partner, il 12,6%delle donne ha subìto
violenze nella coppia. Le forme più gravi di violenza sessuale – come
lo stupro – sono commesse per il 63,8% da partner attuali o ex.
Preoccupante è anche la presenza di violenza psicologica (17,9%) ed
economica (6,6%), che spesso intrappola le vittime rendendo ancora più
difficile chiedere aiuto. Purtroppo resta elevatissimo resta anche il
sommerso: solo il 13,3% delle vittime denuncia, percentuale che scende
al 3,8% se l’autore è il partner attuale. Esiste infine un drammatico e
sconvolgente legame anche con la gravidanza: tra le donne vittime
ripetute di violenze di partner ed ex, il 9,1% le ha subite proprio
durante la gestazione».
«Si dice sempre che la
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, fissata simbolicamente
il 25 novembre dalle Nazioni Unite, dovrebbe essere ricordata ogni
giorno dell’anno. Oggi, di fronte a quella che è una vera emergenza
sociale, dobbiamo fare molto di più: il Consiglio dei Ministri ha
approvato il 7 marzo 2025 un Ddl che introduce il reato autonomo di
femminicidio nel codice penale. Il ddl prevede anche aggravanti e
aumenti di pena per reati come maltrattamenti, stalking, violenza
sessuale e revenge porn, ma non basta. Dobbiamo investire
sull’educazione nelle scuole, riconoscere il ruolo fondamentale della
famiglia e delle istituzioni, lavorare per una parità di genere reale,
soprattutto nel mondo del lavoro e dell’economia. Perché dietro alla
violenza fisica – lo ricordiamo – si nasconde spesso una dipendenza
economica che impedisce alle vittime di liberarsi dal loro aggressore.
È
necessario cambiare la mentalità, soprattutto maschile, stravolgendo
vecchi preconcetti e partendo dalle basi: un’educazione sentimentale e
sessuale che parta sempre dalla Famiglia e che porti ogni uomo a
riconoscere l’altro come libertà, non come oggetto».
«Di
fronte a numeri così allarmanti, abbiamo tutti la responsabilità di
contrastare una piaga sociale che segna profondamente la nostra
comunità: in Parlamento continueremo a lavorare con determinazione per
arrivare a una vera svolta, affinché si possa finalmente mettere la
parola fine a questa barbarie».
Lo scrive in una nota il Deputato e Segretario di Presidenza alla Camera Riccardo Zucconi.
Estratto da www.lavocedilucca.it/post/22455/---violenza-sulle-donne--zucconi--fdi---servono-educazione--prevenzione-e-un-cambio-culturale-profondo---.php