POTERE AL POPOLO LUCCA: COMPLICITÀ BIPARTISAN ANCHE SULL'ACCORPAMENTO DELLE SCUOLE


Il movimento politico: soliti teatrini e scambi di accuse tra centro destra e centro sinistra sulla pelle di studenti, lavoratori e famiglie

Questa settimana si è aperta col consiglio provinciale che ha di fatto espresso il proprio assenso al piano di accorpamenti previsto dalla Regione seguendo i criteri per il dimensionamento scolastico imposti dal governo e avallando la pesante scure che si abbatte in modo particolarmente pesante sulla nostra Provincia con ben quattro accorpamenti, sia di Istituti Comprensivi che Superiori.

L'apertura di facciata ai sindacati, agli studenti e al personale delle scuole coinvolte e la "mozione critica" del consiglio provinciale sono solo fumo negli occhi per coprire l'avallo e la sostanziale continuità politica della Provincia e della Regione di centro sinistra con le politiche scolastiche del governo Meloni, che approfitta del calo demografico per tagliare personale e classi, riducendo posti di lavoro e peggiorando notevolmente la qualità della didattica e del lavoro all'interno delle scuole.  

La Provincia di Lucca perderà 4 posti di dirigente e DSGA, ma anche oltre 20 posti tra assistenti amministrativi e collaboratori scolastici, con trasferimenti forzati e meno posti di lavoro per i precari; meno classi e più classi-pollaio; meno docenti; meno libertà di scelta degli studenti. Il calo demografico, invece, dovrebbe essere l’occasione per ridurre il numero degli alunni per classe.

La Regione, a fronte della sentenza favorevole del Tar Campania e in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sui dimensionamenti imposti dal Governo, non ha avuto nemmeno il coraggio di ricorrere al Tar e ha chinato la testa al diktat di Valditara, così come la Provincia ha obbedito alla Regione spaventata dalla minaccia del commissariamento (da parte della Regione dello stesso colore politico!).

Come Potere al Popolo siamo come sempre al fianco dei lavoratori e degli studenti che anche stavolta hanno alzato le loro voci di protesta in quello che si sta rivelando un autunno caldo, e saremo di nuovo in piazza per lo sciopero generale del 28 novembre e la manifestazione nazionale del 29 novembre contro la manovra finanziaria a favore dei ricchi e della guerra e la complicità del governo italiano coi genocidi in atto del popolo palestinese e del popolo sudanese.
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