Infermieri presi in giro ancora una volta: riscatto laurea scontato solo agli insegnanti

Infermieri Autonomi – 10/04/25 Un Paese che dimentica chi manda avanti ospedali, RSA e pronto soccorso. E che, invece, regala privilegi a categorie già tutelate. È quello che succede con il disegno di legge depositato in Senato dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia): il riscatto della laurea scende a 900 euro l’anno, ma solo per insegnanti e ricercatori. Una forbice indecente Oggi un infermiere paga più di 6.000 euro per ogni anno di studio. Con la proposta Bucalo, un insegnante ne pagherà appena 900. Cinque anni di università? Per i docenti diventano 4.500 euro. Per chi lavora in corsia restano 30.000. Un abisso che non ha nulla a che vedere con equità o giustizia. Dentro tutti, fuori la sanità La norma include un milione di persone: docenti di ruolo, supplenti, ricercatori, personale universitario e dei conservatori, perfino precari e disoccupati. Gli unici esclusi? Gli infermieri, i medici, gli OSS. Quelli che si prendono insulti, turni infiniti e stipendi da fame. Quelli che lo Stato ricorda solo quando c’è da tappare falle o affrontare emergenze. Professione svalutata, Paese ingrato In Europa l’infermiere è una figura rispettata, ben pagata, sostenuta. In Italia continua a essere visto come manodopera da spremere. Il riscatto di laurea è solo l’ennesimo segnale: riconoscimenti e diritti per tutti, tranne per chi salva vite ogni giorno. La verità è semplice: gli infermieri sono indispensabili, ma trattati come invisibili.
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