Vannacci e la Lega: più grane che consensi

Il generale Vannacci, entrato in politica come fosse già un leader fatto e finito, ha portato alla Lega più polemiche che voti. Salvini lo aveva presentato come la carta vincente, l’uomo forte da sbandierare, ma nei fatti è diventato una mina interna. Da un lato c’è chi lo idolatra e lo spinge come simbolo della “destra senza filtri”, dall’altro c’è chi dentro il partito lo vive come un corpo estraneo: troppo ingombrante, troppo sopra le righe, troppo interessato a sé stesso. Il risultato? La Lega si trova a gestire divisioni invece che unità, con malumori che crescono soprattutto nei territori dove servirebbe compattezza. Così, mentre Vannacci alimenta talk show e prime pagine, la Lega perde tempo ed energie in un eterno chiarimento interno. In politica il protagonismo paga solo nel breve: alla lunga logora il partito che lo ospita. E in questo, il generale rischia di essere più un peso che un valore.
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