Piano Salute Mentale, coinvolgere tutti gli attori attraverso una consultazione pubblica

come direttore di un Dipartimento di salute mentale, è motivo di grande soddisfazione che uno psichiatra, universitario e direttore di dipartimento, il Prof. Alberto Siracusano sia stato eletto presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Nel complimentarmi e porgere gli auguri per il nuovo incarico, credo sia una grande occasione per dare realizzazione allo slogan dell’Oms “Non c'è salute senza salute mentale”. Quindi per passare dalla psichiatria, ancora in parte separata, alla salute mentale come una componente essenziale che riguarda tutti e deve entrare in ogni politica, ambito del welfare e della società. E’ motivo di speranza l’attenzione e lo studio che il prof. Siracusano ha prestato ai determinanti sociali della salute mentale, alla povertà vitale, alle diseguaglianze, alle diverse culture e alle condizioni ambientali compreso l’inquinamento e il cambiamento climatico. Non solo ma è assai rilevante anche il tema della salute mentale nell’intero arco di vita, a partire dalla gravidanza, al periodo neonatale, ai primi 1000 giorni di vita, cruciali per uno sviluppo e una vita sani. La formazione in salute mentale di tutti i professionisti è molto importante affinché la sensibilità psicologica, l’accoglienza e l’ascolto non giudicante permeino ogni ambito sanitario e sociale e rendano operativa la “psichiatria gentile” come ha insegnato il compianto maestro Eugenio Borgna. Una psichiatria che è ricca di risorse umane, delle competenze professionali ed etiche di tantissimi operatori ma anche degli utenti, delle loro famiglie, del volontariato in un ambito ancora gravato da stigmi e pregiudizi, talora purtroppo anche nel mondo sanitario. Una psichiatria che ha bisogno di nuove risorse (da anni è lontano il 5% della spesa sanitaria) e di utilizzare al meglio quelli esistenti, per lo sviluppo della qualità, di percorsi di prevenzione e di guarigione evitando sprechi e investimenti inutili mediante un avvicinamento e un dialogo di tutte le componenti universitarie, territoriali, ospedaliere, forensi, della ricerca… In questo spirito, credo sia utile che l’annunciata approvazione del Piano d'Azione Nazionale sulla Salute Mentale 2025-2030 sia preceduta da una consultazione pubblica anche mediante piattaforme. Un metodo abitualmente utilizzato prima dell'adozione di Linee di indirizzo e Linee guida che è ancor più importante per il Piano per la salute mentale. Infatti, pur essendovi state diverse consultazioni da parte del Tavolo Tecnico, al momento non è disponibile una bozza di testo pubblico e il passaggio nella Conferenza delle Regioni pur molto importante non esaurisce la ricchezza della partecipazione e dei contributi che possono essere portati dai professionisti, dalle associazioni di utenti e familiari, dagli Esperti per Esperienza, da Enti locali, sindacati e mondo imprenditoriale, del lavoro, scuola, ricerca, università, IRCCS, Enti di Ricerca, Industria farmaceutica, Enti del Terzo Settore (ETS), Privato imprenditoriale, operatori della comunicazione e di tutti i cittadini e in tutti i contesti anche quelli più sensibili (carceri, centri per migranti) al fine di dare realizzazione i diritti alla salute, all’autodeterminazione e libertà. Il che è stato sottolineato dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n.76/2025 sui trattamenti sanitari obbligatori. La delicatezza della materia dovrebbe indurre alla cautela prima di introdurre modifiche legislative, come il pdl Zaffini, attualmente in discussione. Il dialogo e la consultazione pubblica possono arricchire i Piani e contribuire a dare unitarietà e coerenza agli interventi favorendo la massima sinergia tra il livello nazionale, regionale e locale nella definizione e nell'uso delle risorse. I fattori biologici, psicologici, sociali, ambientali e culturali sono rilevanti per la salute mentale. In una società globalizzata e multiculturale, nella quale sempre maggiore rilievo hanno i dispositivi tecnologici favorire la partecipazione di tutti i portatori di interesse, raccogliere le indicazioni e i suggerimenti può arricchire il Piano Nazionale che poi dovrà trovare attuazione a livello Regionale. Mi permetto di evidenziare la necessità di una Consultazione pubblica e magari di una Consensus conference prima dell'adozione del Piano per la Salute Mentale. Pietro Pellegrini Direttore Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche Ausl di Parma https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=130879
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