25 Aprile Liberiamo l'Italia dal regime capitalista
1945 – 25 Aprile – 2025 80° Anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo
Liberiamo l'Italia dal regime capitalista neofascista di Meloni
Basta con Mussolini in gonnella
Antifasciste/i scendiamo in piazza
Il 25 aprile di 80 anni fa trionfava l'eroica e gloriosa guerra di resistenza partigiana per liberare il Paese dal fascismo mussoliniano e dagli invasori nazisti.
La sua prima scintilla erano stati i grandi scioperi del marzo 1943 nelle fabbriche del Nord che affrettarono la caduta del fascismo, ispirati dall'eroica resistenza e vittoria del popolo sovietico e dell'Armata rossa a Stalingrado che avevano cambiato le sorti della guerra. Le successive tappe fondamentali furono le eroiche quattro giornate di Napoli del 28 settembre-1° ottobre 1943, in cui il popolo partenopeo si sollevò in armi cacciando con le sue stesse mani le truppe naziste dalla città; la liberazione di Roma nel giugno del 1944, a cui i partigiani comunisti dei Gap diedero un importante contributo nel non dare tregua alle truppe naziste con azioni audaci come quella di Via Rasella; la Liberazione di Firenze dell'Agosto '44 per mano delle Brigate partigiane garibaldine e dei gappisti fiorentini; e l'eroica e tenace guerriglia partigiana dietro le linee naziste nelle regioni occupate del Nord, che seppe superare anche la durissima prova dell'inverno 1944-45 resistendo al freddo, alla fame e ai feroci rastrellamenti dei nazi-fascisti. Per poi, a primavera, riprendere ancor più numerosi e con più forza i combattimenti, fino a scatenare la vittoriosa insurrezione generale armata del 25 aprile 1945 che liberò l'Italia dal mostro del nazi-fascismo.
Il presidenzialismo piduista del Mussolini in gonnella
Eppure, come abbiamo duramente imparato dalla storia e dal sangue delle tante antifasciste e antifascisti versato in questi ottant'anni nelle piazze, nei campi, davanti alle fabbriche, alle scuole e alle università, il fascismo non è mai scomparso del tutto, perché è utile al capitalismo come arma di riserva per difendere gli interessi e il potere economico della classe dominante borghese, e oggi è tornato al governo nelle vesti femminili, “democratiche” e costituzionali del Mussolini in gonnella Meloni. La quale sta attuando la stessa politica interna ed estera del duce del fascismo e completando il regime capitalista neofascista con la repubblica presidenziale - nella forma del premierato oggetto della controriforma costituzionale già approvata in prima lettura dal Senato - preconizzata nel “Piano di rinascita democratica” della P2 di Gelli, Craxi e Berlusconi.
Oltre al premierato, che cambierebbe definitivamente la forma della Repubblica da parlamentare a presidenziale com'era anche nel programma del MSI del fucilatore di partigiani Almirante, le altre due direttrici di politica interna e istituzionale del disegno piduista meloniano, sono la controriforma della giustizia e le leggi liberticide e fasciste da Stato di polizia.
La controriforma della giustizia si prefigge lo scopo di subordinare il potere giudiziario a quello esecutivo, come teorizzato nel piano di Gelli e tentato più volte soprattutto dai governi Berlusconi, ma anche dai governi di “centro-sinistra”. Il governo neofascista Meloni, tramite il ministro Nordio, vi ha messo mano con decisione con la legge che ha abolito il reato di abuso d'ufficio e reso più difficile perseguire altri reati legati alla corruzione politica, e con altre norme dirette a limitare le intercettazioni e la pubblicazione di indagini. Ma soprattutto con la controriforma costituzionale della separazione delle carriere dei magistrati, cioè tra giudici e pubblici ministeri, in modo da fare di questi ultimi un corpo di superpoliziotti agli ordini del governo, com'era nel ventennio mussoliniano. Essa ha già ottenuto la prima approvazione della Camera a gennaio, ed è giustamente avversata e combattuta dai magistrati progressisti, che sono anche scesi in sciopero lo scorso 27 febbraio.
Le leggi liberticide e fasciste sono un vero marchio dei fabbrica del governo neofascista Meloni, che ne ha sfornate a getto continuo fin dal suo esordio col decreto “Rave”, diretto in realtà a colpire non soltanto i raduni giovanili trasgressivi ma anche gli scioperi, le manifestazioni non autorizzate in generale e le occupazioni. Seguito dal decreto per colpire le navi delle ong che soccorrono i migranti in mare, dal decreto “Cutro” contro gli stessi migranti, per renderne più facile l'incarcerazione e l'espulsione, dal decreto “Caivano” contro le “devianze giovanili”, che ha già portato ad un'impennata di incarcerazioni di minori, e così via.
Il decreto “Sicurezza” e la politica estera mussoliniana
L'ultimo e il più liberticida e fascista è il disegno di legge “Sicurezza”, contenente un'abnorme quantità di nuovi reati e di aumenti di pena per reati già esistenti, giustificati da inesistenti emergenze di “terrorismo”, “insicurezza urbana” e di “protezione delle forze dell'ordine”, miranti a criminalizzare e colpire il diritto di sciopero e le lotte sindacali, i movimenti di lotta per il diritto alla casa, contro il cambiamento climatico e contro le grandi opere e la devastazione ambientale, e le rivolte anche non violente nelle carceri e nei centri di detenzione dei migranti. Ma anche ad aumentare i poteri e l'impunità delle forze repressive dello Stato e dei corpi militari e dei servizi segreti.
Lo scorso 4 aprile il ddl “Sicurezza”, che da oltre un anno era all'esame del parlamento, è stato trasformato in decreto ed è già pienamente in vigore, grazie anche a Mattarella che l'ha firmato pur mancando dei requisiti costituzionali di straordinaria necessità e urgenza, avallando con la sua copertura politica questo mostruoso giro di vite liberticida e fascista del governo Meloni, che istituisce per decreto lo Stato di polizia come ai tempi di Mussolini. Il decreto “Sicurezza” non deve passare, va affossato con la lotta di piazza!
Anche sul piano internazionale il governo neofascista Meloni sta restaurando la politica estera e militare espansionista, colonialista e guerrafondaia di Mussolini, proiettando l'imperialismo italiano lungo le direttrici storiche del colonialismo fascista: i Balcani, il Sud del Mediterraneo e il Nord Africa, con gli accordi antimigranti e per lo sfruttamento delle risorse energetiche e naturali, con Tunisia, Libia ed Egitto. Ma anche con ambizioni globali, come dimostrano le spedizioni aeronavali nel Mar Rosso, nel Corno d'Africa e nell'Indo-Pacifico.
La recente visita alla Casa Bianca ha rafforzato l'asse neofascista e razzista tra Trump e Meloni, che si riflette anche negli accordi di principio Italia-Usa sanciti nel comunicato congiunto ed è stata sottolineato dalle dichiarazioni della Mussolini in gonnella in cui ha ricordato la sua totale sintonia con la politica suprematista e razzista trumpiana di deportazioni dei migranti e degli studenti antisionisti e di attacco fascista alle minoranze razziali e sociali e alla libertà di espressione e alle università e ha auspicato di lavorare insieme per “rendere di nuovo grande l'Occidente”: ossia l'imperialismo dell'Ovest in contesa con quello dell'Est per il dominio mondiale.
Ispirarsi alla Resistenza per buttare giù il governo Meloni
Antifasciste e antifascisti scendiamo in piazza, occorre farla finita col governo neofascista del Mussolini in gonnella, prima che riesca a completare il regime capitalista neofascista col presidenzialismo piduista, la sottomissione della magistratura e l'instaurazione dello Stato di polizia, rischiando anche di trascinare il nostro Paese nella terza guerra mondiale imperialista che si sta addensando all'orizzonte a causa dello scontro tra l'imperialismo americano e il socialimperialismo cinese per l'egemonia mondiale.
Di fatto però il governo Meloni non trova nessuna resistenza concreta e risolutiva da parte dell'imbelle “sinistra” borghese, e bisogna perciò che siano le antifasciste e gli antifascisti, in un largo fronte unito con tutte le forze anticapitaliste, democratiche e progressiste, a prendere in mano questa battaglia per buttarlo giù scendendo in piazza, come fecero nel luglio '60 per cacciare il governo fascista Tambroni, con lo stesso spirito di lotta delle partigiane e dei partigiani che impugnarono le armi per liberare l'Italia dal nazi-fascismo.
L'esempio della Resistenza insegna anche che il fascismo e la guerra sono mostri generati dal capitalismo, e solo abbattendo il capitalismo e sostituendolo col socialismo, attraverso la rivoluzione socialista e il proletariato al potere sarà possibile eliminarli per sempre dalla storia.
Come ha chiarito il Segretario generale e Maestro del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, nell'Editoriale per il 48° Anniversario della fondazione del PMLI pubblicato su “Il Bolscevico” n. 15/2025, dal titolo “Operaie e operai, parliamoci!” : “Nel nostro Paese capitalista il potere politico, economico, finanziario, istituzionale, giuridico, culturale e mediatico è posseduto interamente dalla borghesia. Il proletariato invece non possiede niente, tranne le braccia per lavorare e arricchire la borghesia. Il voto sulla scheda elettorale serve unicamente a mandare al governo una delle fazioni della classe dominante borghese. Questa situazione va rimossa, capovolgendo la classe al potere: il proletariato al posto della borghesia. Per porre fine allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, alla società divisa in classi e al sistema economico capitalista che è la fonte di tutti i problemi di vita e i mali delle masse, del fascismo, del razzismo, dell'omofobia e della guerra imperialista ”.
Viva il 25 Aprile! Viva la Resistenza!
Gloria eterna alle partigiane e ai partigiani!
Liberiamo l'Italia dal regime capitalista neofascista di Meloni, basta con Mussolini in gonnella, antifasciste/i scendiamo in piazza!
23 aprile 2025
PMLI
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