POTERE AL POPOLO: SOSTEGNO ALLA BIBLIOTECA POPOLARE

POTERE AL POPOLO: SOSTEGNO ALLA BIBLIOTECA POPOLARE. SERVONO SPAZI DI AGGREGAZIONE E POLITICHE SOCIALI PER RISPONDERE AD AGGRESSIONI E INSICUREZZA 

Seguendo la deriva antidemocratica in corso da anni a tutti i livelli di governo, che ha visto la repressione e la chiusura di importanti esperienze e spazi sociali, il Comune di Lucca ha annunciato il prossimo sgombero della Biblioteca Popolare di San Concordio, un luogo libero e aperto dove da 10 anni si organizzano eventi culturali e attività sociali per il quartiere e per la città.

Curioso il fatto che la motivazione sia la concomitante apertura della nuova biblioteca come distaccamento dell'Agorà nella piazza coperta, un progetto fortemente voluto dall'amministrazione Tambellini (a suon di milioni ma senza idee chiare sull'utilizzo e facendo la guerra ai comitati di San Concordio) e contestato in campagna elettorale proprio dagli attuali sindaco e vice sindaco Pardini e Barsanti.

Come Potere al Popolo, riconoscendo da sempre l'importante lavoro di ricostruzione di un tessuto sociale nel quartiere, ci siamo fin da subito attivati per sostenere tutte le iniziative messe in campo a difesa della Biblioteca Popolare, a partire della petizione popolare, che va avanti ormai da un paio di settimane e che è possibile sostenere anche alla Casa del Popolo di Verciano, dove è stata subito attivata la raccolta firme.

L'esperienza della Biblioteca Popolare, così come quella di altri spazi ed esperienze che lavorano per la ricostruzione di comunità, devono essere sostenute e moltiplicate, non limitate o chiuse. 

Costituiscono infatti il primo antidoto al clima di insicurezza che ultimamente si respira in città, con le recenti aggressioni che hanno scatenato, come era ovvio aspettarsi, il coro dei partiti che da sempre la governano senza cogliere le reali cause e di conseguenza le risposte necessarie. 

Ma se vogliamo parlare di sicurezza bisogna capovolgere il paradigma: non ci sarà sicurezza senza spazi di aggregazione e interventi concreti per promuovere realmente inclusione e diritti sociali.

Sorvegliare e punire non funzionerà. E nemmeno chiudere spazi forse ritenuti "scomodi" ma che da anni lavorano per ricostruire una comunità sempre più disgregata.
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