Dodici
ospiti del centro MSNA di Valpiana, gestito dalla Cooperativa Sociale
Solidarietà e Sviluppo, hanno incontrato il gruppo scout Grosseto 3
per divertirsi e conoscersi meglio attraverso la musica, il dialogo e
lo sport
GROSSETO
– Una giornata per divertirsi e conoscersi, attraverso uno scambio
volto al superamento delle barriere culturali.
Venerdì 27 dicembre,
presso il centro sociale di Valpiana,
12 ospiti MSNA
(Minori Stranieri Non Accompagnati) delle strutture “Solidarietà”
e “Home”
hanno incontrato il gruppo scout Grosseto
3,
composto da 15 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni e
guidato dai capi clan Alberto
Ragosta,
Francesco Camarri
e Silvia Santi
del Clan/Fuoco “Rosa dei Venti”.
All’evento hanno
partecipato l’insegnante di italiano Beatrice
Gasperini,
l’educatrice Liana
Zakaryan
e gli operatori Diallo
Ibrahima
e Sekh Sabuj
- tutti della Cooperativa Sociale Solidarietà
e Sviluppo che
ha sede a Fornoli (Bagni di Lucca) ed opera nelle tre province di
Grosseto, Lucca e Sassari.
Il pomeriggio si è aperto con una partita di calcio tra squadre miste, un momento di sport e divertimento che ha creato un primo ponte tra i giovani. Successivamente, all’interno del centro di accoglienza, i partecipanti hanno avuto modo di conoscersi più da vicino. Dopo una breve presentazione, è iniziato un dialogo vivace, arricchito da domande reciproche su temi come le giornate nella comunità e nella realtà scoutistica, le differenze culturali, le tradizioni culinarie e la mentalità.
Un messaggio significativo è arrivato dai ragazzi scout: “Siamo qui perché vogliamo conoscerci meglio e condividere ciò che ci accomuna – hanno spiegato -. Sebbene le nostre esperienze siano diverse, abbiamo tante cose in comune. Il nostro percorso scoutistico si fonda su quattro pilastri: la strada, che rappresenta il cammino, la comunità, che è il gruppo che ci sostiene, la fede, che è il nostro rapporto con Dio, e il servizio, che ci spinge ad aiutare gli altri. È per questo che siamo qui oggi”.
Gli ospiti delle strutture, a loro volta, hanno raccontato sogni e progetti per il futuro, sottolineando però le sfide quotidiane che si trovano ad affrontare. “Per i nostri ragazzi, il futuro è spesso un percorso complesso - ha dichiarato l’educatrice Liana Zakaryan -. Le difficoltà sono molte: burocrazia, adattamento, problemi personali o traumi del passato. Tuttavia, con l’impegno dell’intera equipe, cerchiamo di essere per loro una seconda famiglia”.
Anche l’insegnante Beatrice Gasperini ha posto l’attenzione sulle problematiche organizzative legate alla scolarizzazione: “Gli ospiti – ha evidenziato - affrontano non solo la sfida di apprendere una nuova lingua, ma anche quella di adattarsi a un sistema scolastico diverso da quello del loro paese d’origine. Nonostante queste difficoltà, si impegnano al meglio e stanno già mostrando buoni progressi, soprattutto nella lingua italiana. Alcuni di loro, partiti da un livello di alfabetizzazione di base, hanno fatto passi avanti significativi”.
L’incontro si è arricchito di momenti di musica e balli: canti italiani accompagnati dalla chitarra si sono alternati a ritmi africani scanditi dal tamburo. La giornata si è conclusa con una cena etnica preparata insieme, un gesto simbolico di integrazione e condivisione.
Il dott. Francesco Camarri e la dott.ssa Silvia Santi hanno sottolineato l’importanza di replicare queste iniziative: “Questi incontri sono fondamentali per lo scambio di esperienze e idee – hanno dichiarato -. Speriamo possano diventare un appuntamento continuativo”.
“Questo
pomeriggio –
ha concluso il Presidente della Cooperativa Sociale Solidarietà e
Sviluppo Alessandro
Ghionzoli
- l’esperienza
di Valpiana ha dimostrato come il dialogo, la condivisione e la
collaborazione possano abbattere le barriere culturali, regalando ai
partecipanti la consapevolezza di essere parte di una comunità più
grande”.