Ospedale San Luca : Psichiatra aggredisce collega
LUCCA. Il tono della voce ha contato il giusto. Sono le parole, pronunciate di fronte a testimoni e in un ambiente pubblico, a giustificare la censura firmata dall’azienda sanitaria nei confronti di un medico del San Luca.
Il camice bianco è stato ritenuto “colpevole” di aver trattato male una collega bollandola come «una persona scorretta».
Una frase urlata prima al telefono senza ricevere contraddittorio. Ma soprattutto ribadita poco dopo nell’area del badge segnatempo davanti a un testimone, un collega dei due protagonisti della vicenda che è finita in Tribunale.
Il medico, psichiatra, ha impugnato il provvedimento disciplinare della censura sostenendo di non meritare la sanzione. E per attenuare il carico messo dall’Asl sul punto della voce alta ha prodotto un certificato medico di ipoacusia.
«Ci sento poco e parlo a voce alta» è stata la parziale difesa. Salvo poi, al momento dell’audizione in sede disciplinare, rispondere alle domande con un tono di voce normale. Ma questo è un dettaglio marginale.
A far scattare la censura è stata l’aggressione verbale contro la collega.
Trovata casualmente nell’area della timbratura, dopo la telefonata dai toni accessi, le aveva detto «che era una persona scorretta e che non si scrivono queste cose in cartella».
L’antefatto era stato la visita della dottoressa a un paziente al pronto soccorso.
Quello che aveva scritto nella cartella tirava in ballo lo psichiatra. Di qui l’intemerata scomposta del medico. Che si è visto respingere il ricorso contro la sanzione disciplinare.
La storia risale al 26 luglio 2022. Sono circa le due del pomeriggio quando la dottoressa del pronto soccorso riceve una telefonata dal collega psichiatra che l’accusa di essere “maleducata e scorretta”.
«Ora non posso parlare, sono nella fase delle consegna, senti il mio superiore in un altro momento» le risponde. Chi era accanto al medico ricorderà in sede di audizione di aver sentire distintamente il tono adirato dello psichiatra dall’altro capo del telefono.
Passa una mezz’ora e medico e dottoressa si ritrovano sulle scale che portano al piano 0 dove si trova l’apparecchio per le timbratura d’uscita.
Sul posto ci sono una dipendente Asl, rimasta ignora e un oculista, testimone oculare del secondo round. «Le ha detto che era una persona scorretta e che non si scrivono queste cose in cartella» ha riferito in Tribunale il medico descrivendo la scena della collega intenta a timbrare e andarsene velocemente e lo psichiatra a inveire alle sue spalle.
Sentire le parti, il giudice Alfonsina Manfredini ha ritenuto legittima la censura dell’Asl.
«Al di là degli aspetti legati al tono di voce, che appaiono piuttosto marginali ai fini della risoluzione della controversia, basterebbe da sola la testimonianza del dottore (oculista, ndr) a confermare la sanzione irrogata – scrive il giudice – . Egli, infatti, afferma di aver udito parole sconvenienti all’indirizzo della dottoressa in presenza di altre persone, in un luogo accessibile all’utenza. Ne consegue che la condotta tenuta dal ricorrente (psichiatra, ndr) si discosta dai canoni di correttezza e leale collaborazione sanciti dal codice disciplinare e dalla contrattazione collettiva di riferimento».
Tra il disdicevole e lo scortese, lo psichiatra per il Tribunale ha usato verso la collega frasi «oggettivamente lesive dei canoni di correttezza richiesti, così come il comportamento del ricorrente in quanto tenuto in presenza di altre persone e in un luogo di libero accesso al pubblico appare soggettivamente connotato dall’intenzione di svilire e screditare la davanti ad altre persone».
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https://www.iltirreno.it/lucca/cronaca/2024/12/14/news/lucca-psichiatra-aggredisce-una-collega-sei-scorretta-e-maleducata-1.100633103
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