Teatro del Giglio, la pacchianata è servita. Un’amministrazione che pensa solo ad autoincensarsi ha raggiunto il parossismo con “la scoperta” della scritta sulla facciata “Teatro del Giglio Giacomo Puccini”, che in realtà era visibile già da qualche giorno. Guardando oltre la propaganda spinta dall’amministrazione, con tanto di salita sulla gru, si nasconde un cambio di nome che non ha nessun valore culturale. Anzi è un pessimo coronamento per un anno pucciniano che sarà ricordato per eventi effimeri come l’apertura temporanea del Caffè di Simo.
Il sindaco ha infatti deciso di ignorare il voto contrario al cambio di nome del Teatro in Commissione Toponomastica, avvenuto il 29 luglio, non solo dell’opposizione, ma anche di uno dei tecnici nominati da Pardini. Un’operazione che ha destato perplessità anche in altri ambienti culturali, a partire da profondo un conoscitore del Teatro come Alessandro Sesti, che già due mesi fa parlava giustamente di “ubriacatura pucciniana”, fatta sull’onda emozionale.
Questa forzatura svilisce la storia di un Teatro nato oltre 200 anni fa sulle ceneri di un luogo ancora più antico, il Teatro Pubblico che risale al 1600. Lucca, che ha dato nei secoli i natali a molti musicisti celebri, avrebbe meritato di preservare un monumento come il “Giglio”, come hanno fatto altre città più consapevoli della propria storia. Pensiamo al Teatro Regio di Parma, La Scala di Milano, il Maggio Fiorentino e il Teatro la Fenice di Venezia. Il ridondante “Teatro del Giglio Giacomo Puccini” si somma mestamente agli altri innumerevoli luoghi in Provincia di Lucca, intitolati al Maestro.
L’amministrazione poteva cogliere l’occasione dei lavori di ristrutturazione per rinnovare una storia regale, che vide Lucca come una delle antiche capitali ottocentesche e una delle principali piazze artistiche dell’Italia. Tutto questo nacque grazie alla duchessa Maria Luisa di Borbone (il cui simbolo, appunto, era un Giglio), a cui dobbiamo numerose opere come l’acquedotto del Nottolini e il rifacimento di Palazzo Ducale. Il disinteresse per la nostra storia è tristemente simboleggiato dalla statua di Maria Luisa, che campeggia nel centro di Piazza Napoleone monca da mesi proprio del giglio che ne coronava lo scettro.
L’inconsistenza del progetto culturale di Pardini e dell’egocentrico presidente dell’Azienda Teatro del Giglio Giorgio Angelo Lazzarini è tutto qui: operazioni di facciata, mentre la città viene trasformata in un parco giochi per turismo mordi e fuggi. Nel frattempo, le celebrazioni dell’anno pucciniano languono tra blocchi di fondi dal TAR e conflitti durissimi tra il Comitato Pucciniano e l’altra grande istituzione culturale lucchese, il Conservatorio Boccherini. Ma il sindaco copre i suoi fallimenti con eventi e luci effimere, vantando grandi risultati di cartone.
I gruppi consiliari di opposizione
Partito Democratico
Lucca Futura
Sinistra con – Sinistra Civica ecologista
Lucca è un Grande Noi