IL WELFARE CULTURALE POSSIBILE NELLA PROVINCIA DI LUCCA
176 organizzazioni hanno risposto alla mappatura realizzata. un settore sempre più importante per il territorio
LUCCA. Le attività di welfare culturale
sono proposte e realizzate già da 107 organizzazioni del terzo settore
del territorio della provincia di Lucca: 78 appartengono ai settori
culturale, educativo e alta formazione e le altre 29 al
socio-assistenziale e socio-sanitario.
Il loro impegno costante
su questo ambito emerge da una ricerca che ha compiuto una mappatura
delle esperienze sul territorio provinciale di Lucca realizzata da Fondazione per la Coesione Sociale e Promo PA Fondazione.
È la prima ricerca ad indagare il welfare culturale nella provincia di
Lucca. E’ stata curata da Promo PA, con l’indirizzo scientifico e
metodologico di Francesca Velani, la realizzazione di Elisa Campana e Francesco Lugari, e il contributo di Maria Elena Santagati; un lavoro svolto in stretta collaborazione con il team di Fondazione per la Coesione Sociale.
I risultati sono stati presentati nel corso di un webinar che si è svolto lunedì 18 novembre dal titolo "Welfare culturale possibile"e
organizzato nell’ambito del Cantiere di formazione sul welfare di
comunità a vocazione culturale. L'incontro online ha visto l’intervento
di Catterina Seia, presidente del CCW-Cultural Welfare Center,
che ha condiviso una panoramica nazionale del settore. A seguire i
lavori, tante associazioni che hanno partecipato al bando sperimentale “La cultura che cura” pubblicato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che ha rappresentato un tassello determinante nello sviluppo del percorso di consapevolezza sul tema nel territorio.
La
rilevazione ha interessato l’intero territorio
provinciale,articolandosi su due differenti attività integrate tra loro:
un questionario online, indirizzato a 537 enti attivi nei settori
cultura,sociale, sanità, socio-assistenziale ed educativo, e una serie
di interviste semi-strutturate rivolte a testimoni selezionati. Grazie
alle 176 risposte pervenute, pari al 33% del campione (ottima
percentuale) l’indagine ha potuto fare emergere un quadro piuttosto
esaustivo della conoscenza e dell’interesse per la materia, e dello
stato dell’arte dei rapporti in essere tra il cluster culturale (che
comprende anche l’educazione) e quello sociale e sanitario.
Inclusione
e coesione sociale sono gli ambiti in cui le organizzazioni sono
maggiormente attive in entrambi i cluster,in particolare attraverso
proposte culturali e artistiche come spettacoli, proiezioni, laboratori,
visite, ecc., ma anche attività di sensibilizzazione e divulgazione
nel senso più ampio dei termini. Emerge inoltre un grande spazio di
crescita e di interesse per le progettualità che si collocano tra
cultura e cura.
“Come Fondazione per la Coesione Sociale - ha detto la presidente della Fondazione Lucia Corrieri Puliti
- ha costruito un asse di lavoro sul tema del welfare
culturale.Vogliamo sostenere, in raccordo e coordinamento con la
Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il tessuto cittadino nello
sviluppo di azioni socialmente e culturalmente dense di valore e di
affermazione del benessere, della salute e della coesione sociale. La
mappatura che abbiamo costruito insieme a Promo PA è preziosa per
accrescere la strategia di promozione di un’area in profonda
espansione”.
L’indagine ha evidenziato un sostanziale interesse
da parte del territorio sul tema, peraltro confermato dall’ampia
partecipazione anche al percorso formativo collegato al bando. E proprio
la formazione, insieme al networking è un’attività che è considerata
fondamentale per lo svilupparsi di servizi stabili di questo tipo, e su
cui i rispondenti dimostrano di volersi impegnare in prima linea.
Secondo Francesca Velani,
Vicepresidente di Promo PA Fondazione, “il lavoro svolto si colloca in
una traiettoria europea di forte crescita delle policies dedicate al
rapporto tra cultura e salute,nella consapevolezza di quanto sia
determinante oggi la stabilizzazione del dialogo tra i due sistemi per
il benessere dei cittadini. Molti e sempre più ampi sono i programmi
promossi dall’UE, e così a livello nazionale da territori pionieri tra
cui spiccano certamente la Toscana, l’Emilia-Romagna e il Piemonte.
Questo lavoro rappresenta in tale contesto una solida base su cui
costruire azioni per la definizione di protocolli e prescrizioni utili a
creare servizi stabili tra i due sistemi”.
Tra i rispondenti,
nemmeno un’organizzazione si limita ad iniziative remote, ma esprimono
il bisogno di realizzarle in presenza per favorire la prossimità nelle
relazioni che si instaurano con i destinatari delle progettualità di
welfare culturale-. E a proposito di destinatari, la fascia d’età
prevalente si concentra su giovani e adulti, seguiti da bambini e
anziani (solo in minima parte). Emerge anche come diverse organizzazioni
collaborino con gli altri soggetti per la realizzazione delle attività
di welfare, seppur in maniera minore attraverso la sottoscrizione
di accordi di collaborazione stabili e strutturatii.(35%). Bassa è anche
la percentuale di associazioni che attivano procedure di riconoscimento
delle proprie attività culturali con il sistema socio-sanitario(17% di
quelle del socio-sanitario stesso e 13% di quelle culturali). Fra i
progetti organizzati si notano diverse attività non prettamente inerenti
al welfare culturale, denotando uno scollamento tra la percezione della
materia e quanto realizzato, mentre tra le tipologie artistiche
utilizzate nei progetti di inclusione sociale e cultura e disabilità
emergono l’utilizzo di arti performative e visuali.
In
conclusione spicca l’importanza del welfare culturale per il territorio
provinciale lucchese e la necessità di proseguire con attività di
formazione sulla tematica.
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Fondazione per la Coesione Sociale Onlus