e la dimostrazione, se ancora ce ne
fosse stato bisogno, di quanti danni (a se’ medesimi) possa fare il
rancore
Non è necessario essersi diplomati al Liceo Classico e possedere una laurea in legge per comprendere il significato delle parole. Su questo concordiamo anche noi, la famosa “alta società che fa bla bla bla”, più recentemente appellata “Lista delle competenze”. Di certo però un diploma classico e una laurea in legge dovrebbero aiutare. Il condizionale è d’obbligo perché rancore e malafede possono soverchiare agevolmente le competenze in tal modo acquisite.
Ne è prova vivente la polemica scatenata, a nostro parere stupidamente (ancorchè siamo certi l’autore la ritenga una furbata), dal consigliere Raspini circa una pretesa incompatibilità del consigliere di lista civile a svolgere il ruolo delegatogli dal sindaco ed ancor più, udite udite, circa una pretesa menzogna che lo stesso avrebbe pubblicamente affermato.
Il Sindaco Pardini ha già rinnovato la sua piena fiducia nell’arch. Cecchini e siamo certi che non mancherà, molto meglio di noi, di fornire risposte alla annunciata interrogazione, ma qualche parolina al consigliere candidato ahilui “trombato” vorremmo dirla. Proprio in merito alla capacità di comprensione delle parole che i suoi studi dovrebbero garantirgli, anche se accecato dal rancore, ed al divieto, questo di tipo etico, di manipolarle.
PREMESSA. Sapevamo da tempo che nelle file del PD si mormorava della volontà di non consentire a Cecchini alcun incarico in materia urbanistica, tantomeno come assessore. Si vociferava che in quest’ultimo caso avrebbero sollevato un problema di incompatibilità. Ed avrebbero avuto ragione in caso di nomina ad assessore, ma si sarebbe trattato comunque di un problema agevolmente superabile con l’astensione ad esercitare la professione nell’ambito del territorio comunale: altri professionisti lucchesi, assessori all’urbanistica, lo avevano già fatto. Dunque l’incompatibilità sarebbe stata superata. La delega come consigliere non pone invece, a termini di legge, alcun problema di incompatibilità, casomai obblighi di astensione in caso di eventuali pratiche proprie. Ed ecco perché, conoscendo i nostri avversari, tenevamo comunque le orecchie ben aperte, certi che avrebbero comunque tentato di sollevare inutili polemiche.
CAPITOLO 1. Con un articolo uscito sul Tirreno pochi giorni or sono, il baldanzoso giovane partiva all’attacco: l’articolo era interamente dedicato a Cecchini ed a tal Robert-Jan van Ogtrop. Il testo era evidentemente insinuante un coinvolgimento di Cecchini nel “piano di ristrutturazione che risulterebbe incompatibile con il piano operativo”. Della serie, caro architetto Cecchini non fare il furbetto, tu, nello svolgimento del tuo incarico come consigliere delegato dal Sindaco, potresti attivarti per far accogliere una osservazione presentata dal van Ogtrop e favorire con ciò una modifica del Piano Operativo che avvantaggi Robert-Jan van Ogtrop e dunque lo stesso professionista incaricato della ristrutturazione (che noi sappiamo sei tu, non lo scriviamo, ma lo sappiamo….).
CAPITOLO 2. L’arch. Cecchini, a fronte di tale evidente insinuazione, che pure il nostro baldanzoso ex candidato oggi ci vorrebbe far passare come candida richiesta (e per avallare il candore, in Consiglio Comunale, afferma che solo dopo la richiesta di accesso (sic!) la consigliera Mammini avrebbe esibito il messaggino, come se i famosi “competenti” in fronte avessero “scritto jo condor….”), comunica di aver presentato sicuramente osservazioni per conto di più clienti, ma che “le osservazioni a cui si fa riferimento (quelle presentate nell’interesse del signor Robert-Jan van Ogtrop di cui il consigliere Raspini parla n.d.r.) trattano argomenti di carattere generale , riferiti a un complesso edilizio il cui progetto di restauro / ristrutturazione è stato affidato a uno studio di architettura lucchese che non ha nessun contatto di lavoro con l’attività professionale di Cecchini Chiantelli & Partners”. Letto in altri termini: il mio studio non ha alcun interesse all’accoglimento od al rigetto delle osservazioni presentate nell’interesse di van Ogtrop per rendere compatibile quel progetto con il piano operativo, non ci guadagnerà infatti nulla. VERO.
CAPITOLO 3: Sempre il solito baldo condottiero esibisce allora, ma non si capisce cosa c’entri, un SMS che l’arch. Cecchini avrebbe inviato alla ex assessora Mammini (che non si sa in forza di quale legittimazione abbia rivelato a terzi corrispondenza altrui, ma questo è un altro discorso….) e che fa riferimento alla osservazione presentata da van Ogtrop, quasi a mettere in dubbio le parole di Cecchini circa l’assenza di alcun incarico di ristrutturazione (i fischi con i fiaschi, insomma….). Ci pare di vederlo…..sventolare il messaggino a mo’ di trofeo….sic!
CAPITOLO 4: l’Arch. Cecchini, oltre a divulgare significativi retroscena circa la concezione di interesse privato ma anche pubblico dell’ex Sindaco Tambellini, conferma di aver senz’altro redatto lui nell’interesse di van Ogtrop quella osservazione. VERO. Né certo confliggente con l’affermazione precedente. Come un laureato in legge ben sa….ma anche l’uomo della strada, gli incarichi hanno oggetti precisi, si può avere un incarico e non averne un altro, in questo caso l’incarico di redigere una osservazione, ma non quello di realizzare le opere cui la osservazione è finalizzata. E se si ha avuto solo l’incarico di redigere una osservazione, ma non quello di realizzare i lavori che ne conseguirebbero, è ovvio che non sia abbia alcun “interesse” a che essa sia accolta .
CAPITOLO 5: Che accade dunque? Che il baldo giovanotto, vistosi privato della principale arma di discredito (l’interesse economico all’accoglimento della osservazione), si inventa di sana pianta, ma proprio di sana pianta che l’arch. Cecchini nel suo primo intervento avrebbe detto di non avere mai avuto alcun rapporto professionale con il signor Robert-Jan van Ogtrop (FALSO) e che dunque avrebbe mentito. Ciò ovviamente confidando nel fatto che nessuno avrebbe riletto il primo comunicato di Cecchini. A seguire le infamie contro Lista Civile, nei cui confronti immaginiamo che questo giovanotto abbia maturato un rancore di livello davvero inimmaginabile (ma il rancore, lo ricordiamo allo studente di legge, non è causa di giustificazione delle diffamazioni).
Noi siamo persone “civili” in ogni senso (anche se facciamo “bla bla bla”) e rispettose del dibattito politico; non siamo adusi a risolverlo, come tanti altri di questi tempi, nelle aule di tribunale, quanto piuttosto tramite quelle del pubblico confronto. Ciò non toglie che non si intendano tollerare attacchi infamanti, fondati sulla falsità, sul rancore e sulla malafede, vieppiù rivolti a persone che vivono esclusivamente, diversamente da altri, della propria onorabilità. Vogliamo sperare che in futuro non ci sia ulteriore occasione per dover ribadire un elementare concetto: il confronto aspro è sempre benvenuto, il discredito fondato sulla menzogna e la malafede lo rispediamo con piacere al mittente.
Lodovica Giorgi
Per Lista Civile