I Bulldog di Palmeri non erano boy scout

I Bulldog e Palmeri "usavano la tifoseria come schermo per compiere atti di squadrismo politico" Nel 2017, i Bulldog, picchiatori fascisti della curva della lucchese, si salvano dalle condanne che erano state loro inflitte in appello per il reato di associazione a delinquere. Per tutti gli imputati la Cassazione dispone l’annullamento delle condanne a causa della sopravvenuta prescrizione (se un reato è andato in prescrizione, significa - in breve - che il tempo previsto dalla legge per perseguire colui che l'ha commesso è scaduto). In appello, ai Bulldog erano state inflitte queste pene: Andrea Palmeri, 5 anni e mezzo; Daniel Fratello, 2 anni e 11 mesi; Adam Alexander Mossa 4 anni; Alessandro Frediani, 2 anni e dieci mesi; Francesco Venturini, 2 anni; Andrea Del Vecchio, 3 anni; Mirko Santucci, 3 anni; Giacomo Baroni, 4 anni e 6 mesi; Francesco Preziuso, 4 anni; Davide Giovannetti, 4 anni e sei mesi; Stefano Vannucci, 2 anni; Lorenzo Pucci, 3 anni; Andrea Vanni, 3 anni. Nelle motivazioni della sentenza, la Cassazione traccia una descrizione precisa quanto inquietante di Palmeri e degli altri Bulldog: • "Usavano la tifoseria organizzata – scrive la Suprema Corte – come “mero schermo” e, tramite violenza e minacce, per “imporre la propria supremazia sugli altri gruppi di tifosi della Lucchese, sia, soprattutto, per colpire alcuni avversari politici” della sinistra. “Tale struttura, apparentemente rivolta alla organizzazione del tifo, veniva in realtà strumentalizzata per porre in essere comportamenti di tipo ”squadristico”, caratterizzati da agguati, inseguimenti ed aggressioni nei confronti degli avversari politici”. • "Appartenenti ai Bulldog, tra il 2006 e il 2007 – ricorda la sentenza – hanno inseguito e picchiato selvaggiamente giovani di Lucca, (uno dei quali colpevole di aver partecipato a una festa multietnica), dopo averli isolati, in alcuni casi inseguendoli in auto e facendoli andare fuori strada o a schiantarsi contro alberi o altri veicoli”. • "È emersa una struttura organizzativa, connotata dall'esistenza di un ”capo” pacificamente riconosciuto, Andrea Palmeri, e dalla stabilità del vincolo, essendo stato il gruppo fondato nel 1998 con finalità essenzialmente ”sportive”, per poi orientare la propria azione nell’affermazione dell”ideologia nazifascista (come documentato dai molteplici ed eloquenti sequestri di materiale inneggiante a Mussolini e ad Hitler, di manganelli, bandiere naziste), e nell’esercizio della violenza e dell’intimidazione, sia negli stadi sia all’esterno, nei confronti dei gruppi politici ritenuti avversari”. Nel 2011, 10 esponenti dei Bulldog (tra cui Palmeri) erano stati condannati complessivamente a 23 anni e mezzo di reclusione. L'accusa nei loro confronti era di "aver calunniato tre giovani antagonisti e un tifoso della Lucchese denunciandoli in modo da intimidirli affinché cambiassero versione o non testimoniassero in un processo che li vedeva imputati(...). Mostra testo citato
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