Giorgio del Ghingaro : Il Premio Viareggio Rèpaci

Il Premio Viareggio Rèpaci ha scritto, sottolineandola, la storia della Letteratura Italiana. Prima fortemente connotato come antifascista, per la presenza di Rèpaci stesso, poi sempre più affermato come evento culturale di punta dell’estate italiana, ha sempre conservato il suo spirito indomito, a tratti contraddittorio, in ogni caso sempre coraggioso e innovativo. Il Viareggio, infatti non e? cattedratico, professorale, scolastico. E?, e fu, l’incarnazione del suo ideatore, che era fatto della pasta dei Curzio Malaparte, uomini di avventure e duelli, di scazzottate e furenti odi e amori. La nascita stessa del Premio è avvolta nella leggenda delle estati di “prima della guerra”, pensato “a cavalcioni di un patino” per conquistare le turiste annoiate sotto l’ombrellone. Insieme a Rèpaci, altri due intellettuali, Salsa e Colantuoni, e poi Elpidio Jenco che era un poeta napoletano raffinatissimo. In breve tempo divenne un avvenimento imperdibile, per scelte culturali ma anche per occasioni mondane. Questa salmastrosita? del «Viareggio» va ricordata. Perché è tipica della nostra città: una Citta? che vive di sale e di onde marine, che respira il libeccio, che si accende di una luce diversa a seconda delle ore e delle stagioni. Legata, come il Premio, al proprio passato, ma come lui proiettata in un futuro fatto di turismo, di imprenditoria, di innovazione. Un futuro che ha il profumo delle grandi realtà europee. Può sembrare surreale parlare di intellettuali oggi, nei tempi social che stiamo attraversando, dove l’argomentazione è stata soppiantata dallo scontro e si comunica non per confrontarsi ma per convincere, a colpi di hashtag e parole chiave. Tuttavia la Cultura, è rappresentativa della comunità che la genera: e se da un lato è vero che, chi più chi meno, siamo tutti legati a doppio filo agli smartphone, piccoli scrigni lucenti dove racchiudiamo, e condividiamo, parte delle nostre vite, è incontrovertibile che Viareggio ha dato la luce a questo Premio. E da 95 anni lo nutre, facendolo crescere. Sia in ospiti, sia in autori premiati. Ma soprattutto cresce il pubblico, l’attenzione di una platea non scontata. Quest’anno 400 posti, un intero teatro vista mare. Così, in questi giorni di estate è facile sentirsi chiedere dove siamo stati, cosa abbiamo fatto. Siamo stati a bordo di barche mitiche con i maestri d’ascia e calafati, abbiamo sentito la sabbia fra le mani con gli occhi del cieco di Viani, abbiamo visitato studi d’artisti, sospirato nella villa della principessa Paolina Bonaparte innamorata del giovane Pacini. Abbiamo visto “la luna vicina” sul Belvedere ristrutturato di Puccini. Conosciuto i paesaggi di Pagni, i sogni della Metacosa, l’idea di Luporini. Abbiamo letteralmente passeggiato tra i grandi nomi dell’arte contemporanea. In una parola, siamo stati a Viareggio, viaggiando nello spazio e nel tempo, grazie alla cultura che sa offrire. Il prossimo fine settimana, il 26 e il 27 luglio, saremo sotto di nuovo riuniti sotto il cielo estivo, per la 95esima volta, a parlare di letteratura. In una serata che spero ricca di punti di vista inediti che solo gli intellettuali sanno offrire. Spunti che poi aiutano a calibrare le nostre vite, noi che intellettuali non siamo, e a renderle più belle e più felici. L’appuntamento per tutti è in piazza Mazzini, per la serata finale del Premio Viareggio Rèpaci: una bellissima festa della cultura, vista mare. https://www.facebook.com/DelGhingaro
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