“Il collasso del pronto soccorso di Lucca è frutto dei tagli della Regione”


“Endemica mancanza di personale, letti e macchinari, tagli alla sanità territoriale  della provincia di Lucca creano il collasso del pronto soccorso del San Luca. La politica sanitaria toscana ha ridotto l’ospedale di Lucca ad una sorta di pronto soccorso trasferendo le specializzazioni su Pisa, Siena e Firenze”

Lucca 28/07/2022 – “A ottant’anni per tre giorni su una barella, malata oncologica in attesa per ore di una trasfusione. Sono soltanto alcuni casi registrati, sulla base delle denunce dei familiari, al pronto soccorso San Luca di Lucca e dovuti all’endemica mancanza di personale, letti e macchinari, alle assenze dei sanitari per Covid e ferie, ai tagli indiscriminati operati sulla sanità territoriale della provincia di Lucca, in primis in Garfagnana e Mediavalle dove gli ospedali sono stati ridotti all’osso. La politica sanitaria toscana ha trasformato l’ospedale di Lucca ad una sorta di pronto soccorso trasferendo le specializzazioni su Pisa, Siena e Firenze, nonostante le eccellenti professionalità che l’ospedale vanta. Un pronto soccorso che, però, non riesce a far fronte al numero elevatissimo di accessi” dichiarano il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi, il coordinatore comunale Fdi Marco Martinelli, ed i Circoli Fdi di Garfagnana e Mediavalle.

“Lo scorso ottobre effettuammo un sopralluogo all’ospedale San Luca incontrando la responsabile di allora del pronto soccorso, personale fortemente sotto organico e mancanza di spazi adeguati amplifica i disagi, sia per gli utenti che per il personale sanitario. Durante la pandemia si sono spesi oltre tre milioni di euro per  il Campo di Marte senza mai effettivamente attivare i posti letto realizzati nonostante il San Luca fosse al collasso -sottolineano gli esponenti di Fdi- Al San Luca si recano anche residenti di Garfagnana e Mediavalle che non riescono ad avere risposte sul territorio a causa di ospedali progressivamente depotenziati, servizi tagliati e dove l’emergenza/urgenza è affidata alle ambulanze con i soli infermieri a bordo: tutto questo si traduce in maggiori accesi al pronto soccorso, che però è in ginocchio. Il nostro appello è ai diritti dei malati ma anche ai diritti di chi deve essere messo nelle condizioni di lavorare in maniera adeguata e necessaria. Medici e infermieri non si fermano mai, cercano di seguire tutti esponendosi a turni massacranti. Osannati come eroi durante la pandemia e, poi, lasciati soli a lavorare sotto organico, in condizioni non adeguate a garantire un servizio essenziale”.    



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