E' stata pubblicata l'ultima fatica di Massimo Raffanti Lo sport avventuroso. Memorie e meditazioni di un pioniere delle «discipline del coraggio"

?Cari amici vi do' finalmente notizia che il mio ultimo libro
"Lo sport avventuroso. Memorie e meditazioni di un pioniere delle «discipline del coraggio" è uscito ( Passaggio Al Bosco Edizioni )
Con una preziosa postfazione di Matteo Colnago
?Dal 13 maggio 2024 sarà nelle librerie ed acquistabile on line, oltre che su Passaggio al Bosco Edizioni, sui principali circuiti letterari italiani e sui portali web di #Amazon, #Mondadori, #IBS, #Feltrinelli, #Libraccio, #Hoepli, #EBay, #Maremagnum e #LibreriaUniversitaria.
?Di cosa tratta?
Spiega l'autore:
"oltre cento pagine di costante impegno, di meditazioni, di ricordi e di una pionieristica vita sportiva "en plein air"
Ci ho lavorato molto e, nello scriverlo, posso dirvi di aver felicemente rivisitato una parte importante della mia vita.
In queste pagine descrivo un universo ben lontano dal pensiero unico globalizzato o, dall'organizzato lavaggio del cervello operato dai media nell'odierna società.
Il libro tratta di una bellezza estrema e dell'insegnamento valoriale, morale e psicologico, derivante dall'assunzione di una diversificata azione di rischio e di necessario coraggio
Il tutto riassunto in un "salto pionieristico- sportivo" che non è mai esibizione fine a se stessa ma, piuttosto il risultato finale di una costruita forza interiore.
Utile anche nella vita di tutti i giorni.
Vissuta negli ambiti più selvaggi di un mondo letto quale primordiale cosmo d'infinito o, anche solo, quale ricca fucina di pura esistenzialita'.
Monti, fiumi, mari, cieli, paura, rischio, pericolo, morte, vita, albe, tramonti...
E solitari arrembaggi all'arma bianca "di chi ha scelto di non farsi scegliere"..
Spettacolare la parte fotografica delle varie attività svolte.
Nel libro - parlo d'avventurose tematiche, di grandi ambienti naturalistici e di un'appresa filosofia dell'azione.
Il mio è un testo psicologico, vissuto pionieristicamente "sui miei muscoli e sulla mia pelle", oltre che nella mia più recessa anima.
Ma che senso ha oggi parlare d'imprese sportive estreme?
Si rischia la vita, non becchi un soldo, anzi li spendi..."
? Una tematica riflessione sul Web:
"In effetti, non hanno tutti i torti: dal punto di vista pratico svolgere queste attività sportive e' apparentemente inutile e rischioso.
..."così com’è inutile - per citare Nives Meroi - è cantare o dipingere.
Inutile come raccogliere i fiori da un prato..." rifletteva nei suoi appunti Walter Bonatti. Inutile come una serata spesa in chiacchiere. Inutile come il gioco dei bambini.
Inutile come un bacio.
È inutile perché abbiamo imparato a considerare “utili” soltanto quelle attività che portano a un risultato quantificabile, che generano profitto. E così le azioni incommensurabili sfumano in un universo senza senso.
Eppure un senso ce l’hanno, perché hanno la capacità toccare le corde emotive delle persone e, di conseguenza, riescono a colorare una vita altrimenti monocroma.
Forse bisognerebbe ricominciare a indossare i panni di “conquistatori dell’inutile” per emanciparci - come suggerisce Marco Albino Ferrari nella prefazione del noto libro di Lionel Terray - dalla logica del vantaggio personale, dalla meschinità delle “cose terrene”.
(di Pietro Lacasella)
L'autore:
?Massimo Raffanti – oggi scrittore per diletto – è stato uno dei primi italiani a cimentarsi con quelli che vengono comunemente definiti gli “sport estremi”: dal paracadutismo al rafting e dall’arrampicata allo sci-alpinismo, passando per la subacquea, per il parapendio e per volo in mongolfiera. Nella sua esperienza pionieristica, in un continuo equilibrio tra rischio e adrenalina, ha cercato il contatto con la natura e trovato il proprio equilibrio interiore. Questo testo – che unisce le testimonianze dirette ai dettagli tecnici e i racconti personali alle riflessioni filosofiche – è un viaggio straordinario nelle discipline del coraggio, che l’autore introduce con queste parole: “quello degli atleti avventurosi non è un universo di pazzi o di fanatici, ma un elitario esercito di avveduti tecnici del rischio che – in questa realtà del tutto programmato e del comfort obbligato – sembrano sempre più attratti da una vita primitiva e selvaggia, di lotta o di contemplazione, a stretto contatto con le implacabili leggi della natura. Un ritorno agli antipodi – insomma – per un uomo moderno sempre più frustrato dalla sua pacata e civilizzata dimensione vitale".

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