in una secca perdita di potere di acquisto. E la stessa situazione rischia oggi di ripetersi in un contesto in cui, negli ultimi anni, si è verificato un aumento vertiginoso del costo della vita, legato ad un’inflazione galoppante. L'ultima trattativa condotta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil è stata una lunga no stop, durata dalle 14.30 del 26 marzo e fino alle 8 del giorno seguente. "Le richieste di Federdistribuzione erano assurde, avrebbero significativamente sabotato diritti e garanzie attualmente presenti nel CCNL della distribuzione commerciale, conquistati al costo di sacrifici e lotte portate avanti negli ultimi decenni", sottolineano i sindacati. Nel dettaglio le richieste di Federdistribuzione includevano infatti: l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi), lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi (come illegittimamente fanno alcune aziende associate a Federdistribuzione), l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi , infine la creazione di una “nuova” mansione adibita alla movimentazione delle merci, trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori.
Lo schema negoziale proposto da Federdistribuzione punta quindi nuovamente a mortificare il rinnovo contrattuale. In cambio di un aumento salariale, che non è però stato chiaramente definito nel corso delle 17 ore al tavolo di negoziazione, sarebbe dovuto arrivare un peggioramento della parte normativa, prevedendo una precarizzazione dei lavoratori attraverso un sistema derogatorio della legge e proponendo l’umiliazione della professionalità dei lavoratori attraverso un abbassamento dei livelli di inquadramento.
“Le lavoratrici ed i lavoratori, sono delusi e stanchi dell’atteggiamento dei loro datori di lavoro, colpevoli di non voler riconoscere un doveroso e giusto incremento salariale, senza però che questo venga scambiato con il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro e soprattutto che continui a precarizzare un settore già fortemente precario che vede nella forza lavoro il 65% di donne che di tutto avrebbero bisogno, tranne che insicurezze normative e salariali” dicono Massimo Dinelli di Filcams Cgil, Simone Pialli della Fisascat Toscana Nord e Roberto Pacini della Uiltucs.
Altra storia invece per quanto riguarda il CCNL con l’associazione datoriale della Distribuzione Cooperativa, con la quale è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo contrattuale proprio nella notte tra giovedì 28 e venerdì 29 marzo lasciando così Federdistribuzione l’unica associazione datoriale del settore a non aver ancora rinnovato il CCNL dei propri lavoratori. Gli aumenti, in linea con i rinnovi dei CCNL del settore stipulati con Confcommercio, avranno un valore complessivo a livello di massa salariale poco inferiore a 7.200 euro. Oltre ad una tantum da 350 euro, divisa in due tranche da 200 euro ad aprile 2024 e 150 euro ad aprile 2025, e ad un aumento di 3 euro per l’assistenza sanitaria, ci sarà anche un aumento salariale da 240 euro complessivi, divisi in scaglioni che si susseguiranno per tutta la durata del nuovo contratto. All’aumento di 30 euro stabilito ad aprile dello scorso anno, seguiranno aumenti da 70 euro nel prossimo aprile, 30 euro ad aprile 2025, 35 euro a novembre 2025, 35 euro ad aprile 2026 e 40 euro a marzo 2027. Inoltre, sono state apportate migliorie ai seguenti aspetti della parte normativa: regolamentazione franchising, pari opportunità, congedi ulteriori per la genitorialità, congedi per donne vittime di violenza, miglioramento della disciplina piccole cooperative, normato il tempo determinato, incremento sanità integrativa, alzata indennità clausole elastiche.