Notiamo come si stia esercitando una continua pressione sull’opinione pubblica e su chi amministra la città per ottenere che i prati delle Mura vengano gestiti in modo simile ad una qualsiasi area verde periurbana. Questa impostazione, come noto, non ci trova d’accordo e ci permettiamo di continuare a ripetere come sia stato un errore imporre una modalità di sfalcio dei prati e degli argini dei fossi che non tenga conto del fatto che si va ad operare un uno spazio monumentale connesso con fortificazioni di elevatissimo valore storico, culturale e paesaggistico. Si potrebbe discutere a lungo di ecologia urbana e biodiversità, anche confutando l’idea che lasciare l’erba alta per periodi lunghissimi (in pratica falciare solo alla fine dell’autunno… ma quest’anno si è andati ben oltre!) sia la tecnica migliore, ma in questo caso anche tale discussione appare superflua.
Gli spalti sono un parco urbano connesso con le architetture che su esso insistono e gli aspetti di cui tener conto sono diversi rispetto ad altre zone. Gli spalti delle Mura di Lucca non sono diversi dal prato di Piazza dei Miracoli a Pisa o al verde che si trova nell’area archeologica dei Fori Imperiali a Roma. Non è logico pretendere che i fossi sotto gli spalti siano invasi da vegetazione palustre alta due metri, come non è possibile pretendere che i bordi di tali fossati vedano alte erbe che ingialliscono con la stagione calda e alle quali succedono, come nel naturale ordine delle cose, specie di erbe diverse che finiscono per alterare lo stato di prato permanente e falciabile che è l’assetto storico degli spalti delle Mura.
Ricordiamo che gli spalti erano liberi da alberi per precisi motivi connessi alla funzionalità delle fortificazioni, ma erano anche privi di coltivazioni e basta consultare qualsiasi stampa storica per osservare come i campi coltivati finissero in coincidenza con il primo terrapieno esterno. Anche in passato l’erba veniva regolarmente falciata nello stesso modo in cui si faceva in un qualsiasi prato da foraggio; era importante che la vegetazione non crescesse troppo, in quanto si doveva in ogni modo evitare che le alte erbe potessero essere utilizzate da eventuali assedianti per occultare la loro presenza.
Vediamo che si sta mettendo in campo un gran sforzo di comunicazione con tanto di interventi di figure specializzate quali la cosiddetta “manager della biodiversità”. A noi pare che si voglia imporre un certo modello di gestione proprio sugli spalti e non altrove per motivi squisitamente ideologici e politici e non certo per ottenere un effettivo miglioramento della qualità dell’ambiente.
Vi sono, nel solo comune di Lucca, migliaia di chilometri di argini, sponde di fiumi, canali, fosse, ruscelli, gore e cunette e ci pare che il Consorzio di Bonifica, non solo effettui sfalci regolari, compresa l’eliminazione della vegetazione palustre, ma perfino vanti tali interventi in ripetuti comunicati stampa. Spesso sono i cittadini a chiedere a gran voce la “pulizia” (lo mettiamo tra virgolette perché il termine è improprio) dei canali. Non si registrano polemiche degli ambientalisti in merito agli sfalci dei fossi. Non si registrano crociate per impedire, tanto per fare un esempio, lo sfalcio del prato presso il Tiro della Forma nel Parco Fluviale. Forse le lucciole del Tiro della Forma o del fosso dell’Isorella a Moriano sono lucciole di serie B??!?! Oppure gli spalti delle Mura sono un territorio da conquistare a livello simbolico, ideologico e politico? Peccato però che i prati della Mura sono verde monumentale e quindi non possono essere gestiti come il parco fluviale o la campagna di Moriano.
Ci appelliamo nuovamente al Sindaco perché faccia cessare ogni assurdo esperimento che finisce per alterare il rapporto storico di cortine e baluardi con l’ambiente circostante. Se necessario porremo questo problema anche alla Soprintendenza.
PER LUCCA E I SUOI PAESI
foto Giorgio Petri
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