Così neofascisti e no vax cavalcano la rivolta dei trattori italiani

“L’Europa ci affama”. Così neofascisti e no vax cavalcano la rivolta dei trattori italiani di Corrado Zunino “L’Europa ci affama”. Così neofascisti e no vax cavalcano la rivolta dei trattori italiani La protesta dei produttori agricoli cresce nel Paese. Bandiere dell’Unione europea strappate e proclami di Forza Nuova. “Rischio degenerazioni”. Il ministro Lollobrigida: “Noi dalla parte dei contadini” 29 GENNAIO 2024 ALLE 01:00 2 MINUTI DI LETTURA ROMA — Le ultime cinque manifestazioni con le ruote giganti sull’asfalto, e non più sui campi, ieri hanno fatto registrare, nell’ordine: una bandiera dell’Europa bruciata in Piazza Castello, a Torino, dall’agit prop novaxista Marco Liccione, quindi un presidio alla periferia di Alessandria, un nugolo di trattori di nuovo sul piazzale all’esterno del casello autostradale di Orte, carri e rimorchi nel centro di Avellino, un corteo sulla Statale 106 nel Metapontino, Basilicata. “Siamo allo stremo”, si leggeva su un cartello issato, “questa politica non tutela il lavoro e la filiera agricola nazionale”. Nove giorni di manifestazioni Da nove giorni la grande protesta europea dei contadini affamati — dalla competizione globale, fondamentalmente — è entrata nel nostro Paese. Siamo lontani dall’impatto fotografico dei 1.500 trattori portati a Berlino il 2 gennaio scorso, ma la questione sta attraversando ogni provincia dell’Italia delle specialità alimentari e oggi conta cento picchetti allestiti. Le ragioni delle manifestazioni nazionali sono chiare: produttori veneti a cui ogni mela del frutteto costa 30-40 centesimi di lavorazione costretti a rivenderla a meno di dieci, la concorrenza del grano canadese e della frutta nordafricana, il costo del gasolio, la svendita dei terreni e — argomento di facile presa su una platea antimodernista — l’Unione europea che con il suo “Green Deal” chiede misure per rendere meno dannosi produzione di energia e stile di vita dei cittadini continentali. Significa, quest’ultima politica, ridurre del 55 per cento entro il 2030 le emissioni inquinanti e per gli agricoltori d’Italia riconvertire un quarto dei terreni coltivati ad agricoltura biologica entro sei anni nonché ridurre in modo tranchant l’uso dei pesticidi. Coldiretti e Prandini contestati Sono le stesse paure e ragioni di protesta dei contadini tedeschi e francesi, spagnoli, olandesi, polacchi, inglesi e serbi, con cui quelli di Avezzano firmano documenti comuni. Qui da noi, in più, vengono messi in discussione sia la Coldiretti di Ettore Prandini, figlio dell’ex ministro dc Giovanni, così schiacciata sulle politiche del governo, e lo stesso esecutivo. Il centrodestra al comando viene attaccato in queste ore per aver tolto la detassazione dell’Irpef ai redditi dominicali e agrari nell’ultima manovra finanziaria. Tornano i forconi in Jaguar Oltre alle associazioni di difesa naturale delle 400.000 imprese agricole, nelle piazze italiane è sceso un mondo reazionario e anti-istituzioni che da una parte spinge e dall’altra cavalca la nuova protesta. Direttamente dalla Jaguar con cui si presentava ai comizi sfuggendo l’Agenzia delle entrate, di nuovo in scena si mostra Danilo Calvani, produttore dell’Agro Pontino, popolare populista dei Forconi che per tre giorni, a ridosso del Natale 2013, mise in seria crisi il Governo Letta. Ora Calvani guida gli Agricoltori traditi (Cra) e dice: «Tasse, accordi internazionali con Paesi che permettono di portare qui merci a prezzi stracciati. Ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali. Rischiamo una gravissima crisi alimentare, a meno che non inizieremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica». Sì, la carne sintetica, e anche le cavallette. E’ la nuova frontiera della reazione, da destra, al mondo globalizzato. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, peraltro applaudito dall’uditorio, davanti ai trattori di Avezzano ha rivendicato a voce alta: «L’Italia è stato il primo Paese a firmare una legge che mette al bando la carne coltivata, e gli altri ci stanno venendo dietro». Lollobrigida sostiene che sul “Green Deal” sta facendo cambiare idea alla presidente Ursula von der Leyden e che l’esecutivo nazionale ha fatto uno sforzo titanico per mantenere gli aiuti sul gasolio per l’agricoltura. Il “noi siamo diversi dai governi di Germania e Francia”, però, non gli è stato sufficiente per evitare i rimorchi in strada. Si vedranno anche nei prossimi giorni: «Se il governo non ci dà un segnale diverso, andiamo a Roma», è ancora l’agitatore Calvani. L’intelligence: “Problemi nel continente” Il ministero dell’Interno ha avvertito della possibile degenerazione di questa protesta, l’ennesima, nata in un habitat complottista-no vax-no pass, quello sui cui ha innestato la vittoria elettorale Fratelli d’Italia. Il movimento dei trattori appare un gancio imperdibile per l’estrema destra anti-sistema. In Europa, va ricordato, ci sono già stati feriti e due vittime. Ecco, Forza Nuova è pronta a mettere il suo veleno sul rancore contadino. I canali Telegram frequentati — “Io non mi vaccino”, “Noi non paghiamo le bollette” — hanno iniziato a rilanciare materiali legati alle manifestazioni degli agricoltori. E l’influencer neofascista Pamela Testa, condannata a 8 anni e 2 mesi per l’assalto della sede della Cgil, scrive: «Berlino due gennaio è stato solo l’antipasto: ora inizierà la vera protesta». La REPUBBLICA
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