Dopo circa 27 miliardi tagliati alla sanità pubblica negli ultimi 18
anni, anche la manovra del governo di destra Meloni , continua a
tagliare la sanità pubblica a favore di quella privata, lo fa ancor
più di chi l’ha preceduta a Palazzo Chigi fino ad affossarla.
Occorre rilevare che Solo nell’anno del covid, il ministro Speranza
era riuscito ad incrementare la spesa, ma anche in quel caso era stato
un incremento che non compensava nemmeno la maggiore spesa dovuta alle
necessità di fronteggiare la pandemia, dai vaccini ai dispositivi, dai
tamponi , ai macchinari, al sovraccarico di assistenza di quei mesi e
degli anni immediatamente successivi.
Il sistema sanitario pubblico del dopo pandemia è risultato più
fragile di prima, ed avrebbe bisogno di almeno 40 miliardi di
investimenti pubblici per fare gli investimenti necessari nei plessi
ospedalieri e nei territori, al fine far ritornare il sistema sanitario
in linea con la legge sulla vera riforma sanitaria n. 833 del lontano
1978.
Ma purtroppo come succede immancabilmente da svariati decenni, i
tagli alla sanità sono mascherati dalle roboanti dichiarazioni dei
governi su presunte nuove risorse per il finanziamento del sistema
sanitario, mentre in realtà tagliano alla grande.
Oggi è la Meloni che mentre sottrae fondi al servizio sanitario
nazionale, cerca di maschera una vergognosa manovra con roboanti
false dichiarazioni.
Il governo Meloni ancor più dei governi passati, annuncia
l’incremento del Fondo sanitario nazionale di 3 miliardi per il 2024, di
4 miliardi per il 2025, di 4,2 miliardi per il 2026 , definendole
nuove risorse per la sanità che in realtà non esistono. Quanto
sostenuto dalla Meloni e dai suoi ministri, è solo una truffa
parolaia, in quanto i 3 miliardi stanziati per il 2024 sono
comprensivi dei costi necessari al rinnovo del CCNL per i dipendenti
della sanità pubblica che hanno il contratto scaduto da due anni.
Sappiamo che Il precedente contratto, siglato a fine 2022, copriva il
triennio 2019-2021 e – pur siglato in piena ondata inflattiva – non ha
consentito già allora il recupero dell’aumento del costo della vita. Ora,
dentro i 3 miliardi che il governo Meloni mette nel Servizio sanitario
nazionale ci sono ben 2,4 miliardi previsti per il rinnovo del
contratto collettivo nazionale della sanità scaduto e per il rinnovo
delle convenzioni con i medici di medicina generale (i cd. medici di
base o medici “di famiglia”), che per quanto riguarda il CCNL,
non consentiranno, per l’ennesima volta, il recupero dell’inflazione
degli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità, mentre ,
le risorse per le spese effettive per la sanità pubblica per
rispondere ai bisogni sanitari dei cittadini, a partire dal dramma dei
pronto soccorsi, avrà la ridicola cifra di 600 milioni che non sarà in
grado di coprire nemmeno i costi energetici.
Ma non è finita... La legge di bilancio prevede un incremento
superiore per la sanità privata , in quanto la spesa a favore delle
cliniche private è prevista in di 750 milioni d euro. Quindi le liste
di attesa aumenteranno nella sanità pubblica a vantaggio del privato e
della libera professione (con attività svolta anche dentro le strutture
pubbliche).
Ma i tagli alla sanità, per il 2024 e per gli anni successivi sono
molto più profondi. Infatti, in quanto i finanziamenti del governo di
destra sopra esposti, non coprono ancora gli aumenti dei costi
energetici che hanno un impatto determinante per il funzionamento
degli ospedali e strutture sanitarie in modo particolare. L’aumento dei
costi per il funzionamento, approfondisce ulteriormente i tagli già
citati e non essendo minimamente finanziati, costituiscono un taglio
occulto, ma non per questo meno gravoso sul servizio sanitario. Oltre a
questo, l’introduzione del nuovo codice dei contratti pubblici (cd.
codice degli appalti), in vigore da luglio 2023, ha previsto che
l’aumento dei costi di produzione di un’opera, di un servizio o di una
fornitura comporta la revisione del prezzo precedentemente concordato
con l’adeguamento a favore delle imprese.
Va da sé che questo meccanismo pesa fortemente sui bilanci delle
aziende sanitarie, che sopportano totalmente i rischi del mercato da
cui sono invece protetti gli imprenditori.
Quindi non c’è dubbio che le ASL essendo aziende sanitarie locali,
Per portare i bilanci in pareggio non solo non risolveranno i problemi
dell’emergenza pronti soccorso, ma continueranno a risparmiare sui
costi e quindi a tagliare le prestazioni : faranno meno risonanze
magnetiche, mammografie, ridurranno le apertura di un ambulatori,
chiuderanno ospedali periferici, dimetteranno pazienti ancora ammalati e
bisognosi di assistenza ospedaliera ... mentre la prevenzione
continuerà a non essere fatta .
Occorre anche rilevare che il governo sul versante dell’assistenza
alle persone con autismo o non autosufficienti è del tutto assente.
Hanno inventato un Ministro per le disabilità che si chiama Alessandra
Locatelli... Ma ne avete mai sentito parlare ? No perché per le
disabilità non hanno incrementato nessuna risorsa, ma tolti 350 miloni.
Eppure Quest’ultimo dovrebbe essere un tema prioritario nella
discussione nazionale, con una popolazione che invecchia costantemente
richiedendo nuovi bisogni sociali sempre più urgenti. Purtroppo a loro
signori del governo Il benessere della popolazione e, in particolare,
della popolazione più fragile, che dovrebbe essere il caposaldo di una
società equa e solidale, non gli interessa “un fico secco” .
Ma al danno di tutto quello sopra evidenziato , si aggiungerà la
legge sulle autonomie differenziate che è attualmente in discussione al
Senato .
L’art. 3 della legge Calderoli sulle “autonomie differenziate”,
prevede il trasferimento delle competenze dallo Stato alle Regioni
concedendo poteri all’autonomia delle Regioni soprattutto sulla sanità
pubblica con l’autonomia delle Regioni rispetto al sistema delle
Remunerazioni; autonomia delle Regioni rispetto al sistema di
compartecipazione degli assistiti residenti nella Regione; autonomia
delle regioni rispetto alla selezione della Dirigenza Sanitaria;
Autonomia delle Regioni per tutta l’organizzazione della Rete
Ospedaliera e per tutta l’assistenza farmaceutica; con il superamento
dei vincoli di bilancio economico-finanziario, con il fine di fare
rimanere il gettito fiscale nelle regioni di provenienza.
Quindi il governo di destra se non viene fermato , Ogni regione si
farà il proprio Livello Assistenziale di Assistenza Sanitaria , le
proprie tariffe, la propria rete ospedaliera, il proprio Staff
Dirigenziale e operativo, la propria spesa Sanitaria/ farmaceutica , con
un vero e proprio scardinamento della legge 833 del 1978 e dell’art. 32
della Costituzione, che mette a rischio l’Unità della nostra Repubblica
Finisco dicendo che la lotta per il diritto alla salute e prevenzione
è ancora molto fiacca... Essa dovrebbe essere il terreno del sindacato
dei lavoratori, ed anche il terreno dove la ricostruzione di una
sinistra di classe anticapitalista può misurare la sua capacità di
risposta a bisogni sociali sempre più profondi. Contro
aziendalizzazione, precarizzazione, regionalizzazione, privatizzazioni,
per un sistema sanitario ed una società diversa.
Umberto Franchi Lucca 17 gennaio 2024 ]
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