Cosa pensa la comunità internazionale delle accuse del Sudafrica contro Israele?
Cosa pensa la comunità internazionale delle accuse del Sudafrica contro Israele?
Il Sudafrica ha dichiarato che più di 50 Paesi hanno espresso il loro sostegno al caso presentato alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, un tribunale dell'Onu, in cui si accusa Israele di genocidio contro i palestinesi nella guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, hanno respinto con forza l'accusa del Sudafrica che Israele stia violando la Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio. Molti altri sono rimasti in silenzio. La reazione del mondo alla causa, le cui udienze sono cominciate giovedì scorso, mostra una prevedibile spaccatura globale.
La maggior parte dei Paesi che sostengono il caso del Sudafrica appartengono al mondo arabo e all'Africa. In Europa solo la Turchia, nazione musulmana, ha dichiarato pubblicamente il proprio sostegno.
Nessun Paese occidentale ha dichiarato di sostenere le accuse del Sudafrica contro Israele. Gli Stati Uniti, stretti alleati di Israele, le hanno respinte definendole infondate, il Regno Unito le ha definite ingiustificate e la Germania ha dichiarato di "respingerle esplicitamente".
La Cina e la Russia non hanno detto nulla su uno dei casi più significativi della storia recente di un tribunale internazionale, e anche l'Unione europea non ha commentato.
Le reazioni di Ue, Usa e Regno Unito: accuse "prive di fondamento"
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, in visita in Israele un giorno prima dell'inizio del procedimento giudiziario, ha dichiarato che le accuse del Sudafrica sono "prive di merito" e che il caso "distrae il mondo" dagli sforzi per trovare una soluzione duratura al conflitto.
Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby, ha dichiarato che genocidio "non è una parola che dovrebbe essere lanciata con leggerezza, e certamente non crediamo che si applichi in questo caso".
"Non siamo d'accordo con quello che stanno facendo i sudafricani", ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico David Cameron. Israele respinge con forza le accuse di genocidio e sostiene di difendere il suo popolo. L'offensiva è volta a sradicare i leader di Hamas, il gruppo militante che gestisce il territorio e che ha provocato il conflitto lanciando attacchi a sorpresa contro il sud di Israele il 7 ottobre.
Blinken ha detto che un caso di genocidio contro Israele è "particolarmente irritante" dato che Hamas e altri gruppi "continuano a chiedere apertamente l'annientamento di Israele e l'omicidio di massa degli ebrei". Gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Unione europea e altri paesi classificano Hamas come organizzazione terroristica.
La risposta militare di Israele a Gaza ha ucciso più di 23.000 palestinesi, secondo il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas. Il conteggio non distingue tra combattenti e civili. Secondo il ministero più di due terzi dei morti sono donne e bambini.
Gran parte del nord di Gaza è diventato un paesaggio lunare inabitabile, con interi quartieri cancellati dagli attacchi aerei israeliani e dal fuoco dei carri armati. Anche il Sudafrica ha condannato l'attacco di Hamas del 7 ottobre, ma sostiene che non giustifica la risposta di Israele.
Palestinesi feriti arrivano all'ospedale al-Shifa dopo gli attacchi aerei israeliani sulla città di Gaza
Palestinesi feriti arrivano all'ospedale al-Shifa dopo gli attacchi aerei israeliani sulla città di GazaAP Photo/Abed Khaled/File
Il sostegno della Germania a Israele e dubbi della Turchia
Venerdì scorso la Germania ha espresso il suo sostegno nei confronti di Israele. "Israele si è difeso", ha dichiarato il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit, che nella sua dichiarazione ha fatto riferimento all'Olocausto, lo sterminio di 6 milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale che è all'origine della Convenzione dell'Onu sul genocidio, adottata all'unanimità dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1948.
"Alla luce della storia della Germania il governo federale si considera particolarmente impegnato nella Convenzione contro il genocidio", ha detto Hebestreit, che ha definito le accuse contro Israele "completamente infondate". La Germania ha anche detto che intende intervenire nel caso per conto di Israele.
L'Ue si è limitata a dire che i Paesi hanno il diritto di portare i casi alla Corte delle Nazioni Unite. La maggior parte dei suoi Stati membri si è astenuta dal prendere posizione. La Turchia è stata una voce solitaria nella regione. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che il suo Paese ha fornito documenti che sono stati usati contro Israele nel caso. "Con questi documenti, Israele sarà condannato", ha dichiarato Erdogan.
La condanna araba di Israele
L'Organizzazione della Cooperazione Islamica (Oic) è stato uno dei primi blocchi a sostenere pubblicamente il caso quando il Sudafrica lo ha presentato alla fine del mese scorso. Ha dichiarato che le forze di difesa israeliane stanno perpetrando un "genocidio di massa" e ha accusato Israele di "colpire indiscriminatamente" la popolazione civile di Gaza.
L'Oic è un blocco di 57 Paesi che comprende Iran, Iraq, Arabia Saudita, Qatar ed Egitto. La sua sede è in Arabia Saudita. Anche la Lega Araba, i cui 22 Paesi membri fanno quasi tutti parte dell'Oic, ha appoggiato il caso del Sudafrica.
Il Sudafrica ha ottenuto un certo sostegno anche al di fuori del mondo arabo. La Namibia e il Pakistan si sono dichiarati d'accordo con il caso durante la sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di questa settimana. Anche la Malesia ha espresso il suo sostegno.
"Nessun essere umano amante della pace può ignorare la carneficina perpetrata contro i palestinesi a Gaza", ha dichiarato il presidente namibiano Hage Geingob al quotidiano The Namibian. Il ministero degli Esteri della Malesia ha chiesto "responsabilità legali per le atrocità di Israele a Gaza".
La Cina, la Russia - che deve rispondere a sua volta di accuse di genocidio presso il tribunale - e l'India sono rimaste in silenzio, apparentemente consapevoli che prendere posizione in un caso così incandescente ha pochi vantaggi e potrebbe turbare irreversibilmente le loro relazioni nella regione.
La politica estera dell'India ha storicamente sostenuto la causa palestinese, ma il Primo ministro Narendra Modi è stato uno dei primi leader mondiali a esprimere solidarietà a Israele e a definire l'attacco di Hamas come terrorismo. Alcuni Paesi sudamericani si sono espressi, tra cui il Brasile, la più grande economia del continente: il ministero degli Esteri ha dichiarato che il Presidente Luiz Inácio Lula da Silva appoggia l'iniziativa del Sudafrica. Il Brasile non ha accusato direttamente Israele di genocidio, ma si è concentrato sulla necessità di un cessate il fuoco a Gaza.
La causa del Sudafrica contro Israele è duplice: vuole che la Corte dichiari che Israele sta commettendo un genocidio e che emetta una sentenza provvisoria che ordini la fine della campagna militare a Gaza. La Corte ha detto che si esprimerà a breve sulla seconda richiesta, mentre potrebbero volerci anni, data la gravità del caso, per un verdetto finale sull'accusa di genocidio.
Il Brasile ha detto di sperare che il caso porti Israele a "cessare immediatamente tutti gli atti e le misure che potrebbero costituire un genocidio". Altri Paesi non hanno espresso un consenso esplicito nei confronti dell'iniziativa del Sudafrica. Il premier irlandese Leo Varadkar ha detto che il caso di genocidio è "tutt'altro che chiaro", ma che spera che il tribunale ordini un cessate il fuoco a Gaza.
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