Lucca come un brand?
"Non si tratta di mercificare Lucca, di venderla a qualche padrone ma di VIVERLA". No, no, si tratta PROPRIO di venderla e soprattutto mercificarla. Cioè rendere la città scenario, location, brand. Azzerando qualunque considerazione di tutela e di rispetto (il RISPETTO per una città è importante, se davvero si vuole "viverla"). L'esempio più macroscopico di questa visione comune è ovviamente il Summer festival, su cui sono tutti d'accordo. "Maggioranza" e "opposizione" sono parti in commedia. Quando mai il PD ha detto "no"? Le ragioni per cui Mimmolandia andrebbe spostata/ridimensionata ormai le sanno anche i sassi (soprattutto quelli delle Mura), ma la visione comune rende quest'ipotesi una bestemmia politica, nessuna forza politica "mainstream" toglierà mai il summer dalle Mura perché ormai è passata l'idea che le Mura sono un palcoscenico, da sfruttare finché dura (perché non c'è voglia neanche di fare manutenzione, vedi il prato al campo Balilla, che senso ha rovinare per poi ricostruire?), non un bene culturale da tutelare, non una memoria di cui essere consapevoli. La chiave di tutto sono le parole. Lo scempio mercificatorio delle Mura, vedrete, continuerà a gonfie vele con questa destra, Santini si è già espresso al riguardo. Basta chiamarlo "valorizzazione". Ma in fondo è giusto. Penso che le città in qualche modo incarnino lo spirito dei propri abitanti. Lucca-palcoscenico per megaeventi ci sta tutta, perché è sempre stata una città di bottegai (parlo della elite politica-economica cittadina). Anzi forse solo ora trova la sua piena realizzazione diventando un "brand".
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