Il quotidiano "Lucca in diretta", nella pagina dedicata alla cronaca cittadina del 2 gennaio u.s., ha
reso noto che in pieno centro storico si è verificato uno scontro tra un calesse trainato da un
cavallo e una vettura di proprietà di un istituto di vigilanza, presumibilmente causato dallo
scoppio di un petardo che ha spaventato l'animale, facendo perdere alla conduttrice il controllo
del veicolo. Il cavallo, secondo la ricostruzione dell'accaduto fornita dalla stessa conducente,
sarebbe infatti partito al galoppo provocando lo schianto del calesse, la collisione con
l'automezzo dell'istituto di vigilanza e l'impatto contro una panchina, che ne ha fermato
traumaticamente la folle corsa senza provocare, per puro miracolo, ulteriori conseguenze alle
persone e all'animale. Per la LAV episodi di questo genere non sono affatto una sorpresa, tanto
che la stessa si è fatta già da tempo promotrice di una campagna nazionale di denuncia, che ha
sottolineato l'elevatissimo livello di stress emotivo e percettivo di poveri animali costretti a
lavorare per molte ore al giorno in condizioni climatiche spesso estreme, obbligati a trascinare
carichi di poco inferiori alla tonnellata e a muoversi nel traffico urbano, in un contesto di forte
inquinamento acustico e visivo. Situazioni che troppo spesso ne hanno causato la morte, o
provocato infermità non curabili. Ciò che è accaduto a Lucca è semplicemente l'ennesimo
avvertimento che è giunta l'ora di denunciare questa pratica come altamente inadeguata e
disumana, oltreché pericolosa per le stesse persone. Nel contesto moderno, l'immagine
di un cavallo che si sforza di trainare una pesante carrozza nel traffico caotico delle città
potrebbe sembrare pittoresca, richiamando un tempo passato, romantico e affascinante.
Tuttavia, dietro questa immagine si nasconde una realtà molto diversa,fatta di sofferenza
e maltrattamenti che non possono essere ignorati. Le condizioni di vita e di lavoro dei
cavalli che trainano le carrozze sono spesso degradanti: costretti a trascorrere lunghe ore
nelle strade trafficate, esposti a rischi costanti di incidenti con veicoli a motore o di cadute
fatali dovute all'asfalto scivoloso. Inoltre, questi poveri animali devono affrontare le
intemperie, le temperature estreme e il rumore assordante delle auto e degli autobus, che
li stressa enormemente con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Ma oltre alla
questione del benessere animale occorre anche sottolineare che l'uso dei cavalli come
mezzi di trasporto urbani appare oggi del tutto inappropriato, nell'era dei veicoli elettrici
e dell'innovazione tecnologica, ove la sostenibilità ambientale e il rispetto per il benessere
degli animali sono valori percepiti, dai più, come sempre più importanti. Utilizzare i cavalli
per il trasporto cittadino è un anacronismo che va contro questi principi fondamentali e
soprattutto contro ogni logica. Numerose città, nel resto del mondo, hanno già preso
provvedimenti riducendo o eliminando del tutto l'uso dei cavalli come trainatori di
carrozze. Il ritmo frenetico della vita moderna rende le carrozze a traino animale, nella
considerazione di numerose amministrazioni pubbliche del resto del mondo, un elemento
assolutamente estraneo e irrazionale. È ora che anche le nostre città facciano un passo
avanti, adottando misure simili. Alcuni potrebbero forse obiettare che la rimozione delle
carrozze trainate a cavallo potrebbe causare la perdita di posti di lavoro. Ma questo non
può giustificare la perpetuazione di un'attività che arreca danni agli animali e che
soprattutto appare contraria ai valori di una società moderna e compassionevole. E'
un'obiezione, questa, alla quale le amministrazioni potrebbero trovare soluzione se solo
si concentrassero, come è possibile ed auspicabile, sulla creazione di nuove opportunità
occupazionali, sostenibili e all'avanguardia, come l'adozione di incentivi destinati alla
fornitura, ai conducenti delle carrozze, di veicoli elettrici sostitutivi. L'utilizzo dei cavalli
come trainatori di carrozze nel traffico cittadino non può essere accettato, nell'era
moderna; è giunta l'ora di denunciarla come anacronistica e di promuovere l'adozione,
nelle nostre città, di alternative sostenibili e compassionevoli, che siano maggiormente in
linea con i valori del benessere animale e del progresso sociale.
Chiara Testi