A
seguito della denuncia dell’associazione Pesca Sportiva Val D’Arni il
Parco delle Apuane interviene per verificare se e quali cave siano
responsabili dell’inquinamento del lago di Isola Santa. La verifica sarà
però molto complessa per il fatto che i bacini idrografici che
raccolgono l’acqua superficiale della zona sono diversi rispetto a
quelli idrogeologici che, posti nel sottosuolo, raccolgono le acque
sotterranee. La differenza di superficie e distribuzione dei due bacini
rende difficile ricostruire quale sia e da dove provenga l’acqua
inquinata che effettivamente alimenta la sorgente Pollaccia.
A
monte del Lago, infatti, sono in attività diverse cave. Alcune di
queste sono collegate al bacino sotterraneo che sicuramente alimenta la
sorgente (per altro su una in particolare, a seguito di denunce e
relativi controlli, il Parco intervenne due anni fa con un’ordinanza di
sospensione dei lavori anche, tra le altre motivazioni, per una
inappropriata gestione delle acque dovuta alla presenza di marmettola
che si disperdeva sul piazzale e nei versanti circostanti).
Tuttavia,
nello stesso bacino insistono anche altre cave che non sono collegate
al bacino sotterraneo che alimenta la sorgente, ma sono collegate solo
in superficie così, quando si verificano periodi di grandi piogge,
possono essere ugualmente responsabili dello sverso di marmettola.
Fatta
questa premessa, Il Parco ha subito avviato l’intervento di verifica,
attivando la Federazione Speleologica Toscana (F.S.T.) con cui è in
corso da tempo una collaborazione formalizzata con un Protocollo
d’Intesa, proprio al fine di tutelare e valorizzare le cavità e forme
carsiche delle Alpi Apuane, con particolare riguardo a quelle che si
trovano all’interno delle aree in cui è consentito l’esercizio delle
attività estrattive.
L’intervento degli speleologi sarà utile per circoscrivere i soggetti indiziati e dare così corso a controlli più stringenti e frequenti, soprattutto in cava, fino all’individuazione dei responsabili del danno ambientale.