Infermieri delusi: regioni rifiutano di erogare anticipo contratto
Infermieri delusi: regioni rifiutano di erogare anticipo contratto a dicembre.
Le aspettative degli infermieri per una tredicesima più sostanziosa sono state infrante, poiché le Regioni hanno optato per non erogare l'anticipo contrattuale stabilito dal Decreto Anticipi.
Il decreto legge n. 145, dal solito titolo omnibus, pubblicato sulla GU n. 240 del 18.10.2023, il cui art. 3 è rubricato come “Anticipo rinnovo contratti pubblici”, prevede una super tredicesima, per i dipendenti pubblici.
La misura riguarda l’anticipo straordinario del rinnovo contrattuale che andrebbe erogato tra il 15 e il 18 dicembre. Questo emolumento, finanziato con un consistente budget di 2 miliardi di euro, avrebbe dovuto raggiungere i conti correnti degli oltre 2,5 milioni di impiegati statali, insieme alla tradizionale tredicesima mensilità. Tecnicamente, si tratta del pagamento anticipato dell'indennità di vacanza contrattuale "maggiorata” e moltiplicata per 6,7, che come da tabelle porterebbe nelle tasche degli infermieri una cifra media di mille euro.
Il provvedimento ha queste caratteristiche:
riguarda i dipendenti delle amministrazioni statali
è limitato al solo personale a tempo indeterminato
ha per destinatari i dipendenti contrattualizzati e non quelli in regime di diritto pubblico
Il problema principale emerge laddove il decreto evidenzia che la legge nazionale non provvede direttamente ad erogare il contributo ma apre alla possibilità che Regioni, enti locali e aziende sanitarie si allineino nell’erogazione del beneficio. In altre parole, per il personale della Sanità pubblica questo bonus non è affatto obbligatorio e dovranno decidere nel merito le singole Regioni in ragione delle proprie situazioni finanziarie, perché nel comma 3 viene espressamente detto “con oneri a carico dei propri bilanci”.
Ed ecco quindi che oggi la direzione generale per la Tutela della Salute della Regione Campania ha comunicato ai manager delle Asl, delle Aziende ospedaliere e universitarie, e all’Istituto Pascale che non dovranno erogare gli anticipi contrattuali al personale dipendente a tempo indeterminato, perché comporterebbe «un significativo aggravio del bilancio 2023» e di limitarsi da gennaio 2024 ad attribuire «la maggiorazione dell’indennità di vacanza contrattuale nella misura prevista dall’articolo 3 del decreto legge 145/2023»
Anche la Regione Sardegna, la Toscana e la Puglia hanno deciso di non applicare il Decreto Anticipi, almeno per il momento.
Maria Luisa Astadi
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