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  • 21/11/2023 23:01

Il vaso di pandora degli ospedali britannici è stato spalancato

Il vaso di pandora degli ospedali britannici è stato spalancato: sono sconvolgenti i dati e le storie che emergono dall'indagine condotta dalla rivista specializzata "British Journal of Surgery”, secondo la quale le molestie sessuali all'interno delle sale operatorie - persino durante gli interventi - sono una pratica estremamente diffusa, rimasta per anni nascosta dietro un muro di silenzio. «Il segreto di Pulcinella della chirurgia», scrive la Bbc. Un silenzio che ora, però, molte donne hanno deciso di rompere, rispondendo al sondaggio anonimo realizzato su un campione formato da più di 1400 chirurghi, di cui la metà donne. I risultati sono allarmanti: il 63% delle donne intervistate è stato oggetto di violenze sessuali da parte dei colleghi. Il 30% di loro è stata aggredita sessualmente da un collega. L'11% ha riferito di contatti fisici forzati legati alle opportunità di carriera, mentre se si parla di molestie non vissute personalmente, ben il 90% delle donne e l'81% degli uomini hanno assistito a qualche forma di cattiva condotta sessuale sul luogo di lavoro. Le storie Più che i numeri, però, sono le singole storie a rendere l'idea della gravità del fenomeno. Una donna ha rilasciato un'intervista alla Bbc chiedendo di restare anonima, e ha parlto delle molestie subite all'inizio della carriera, quando era la persona con meno potere in sala operatoria. Durante un'operazione un chirurgo senior stava sudando, «si è girato e ha seppellito la testa proprio nel mio seno e ho capito che mi stava asciugando la fronte». Quando lo fece per la seconda volta, lei si offrì di procurargli un asciugamano, ma la risposta fu «no, questo è molto più divertente». «Mi sentivo sporca, mi sentivo umiliata», racconta lei, e aggiunge: «non era nemmeno la persona più anziana in sala operatoria, ma sapeva che il comportamento era ok: tutto questo è semplicemente marcio». Lo schema è ricorrente: una dottoressa tirocinante o comunque meno esperta e un chirurgo senior. Un'altra donna ha raccontato di essere stata forzata a un rapporto non consensuale durante una conferenza medica. Lei era appunto una tirocinante, lui un consulente. «Mi fidavo di lui, lo ammiravo - racconta - Ha giocato sulla mia fiducia e mi ha accompagnato in un posto, ho pensato che volesse parlare e tuttavia improvvisamente si è girato contro di me». «Il mio corpo si è congelato e non potevo fermarlo», spiega. «Non è quello che volevo, non era mai stato quello che volevo, era totalmente inaspettato». Nei giorni successivi, spiega: «Non sentivo di poter fare storie, sentivo che c'era una cultura molto forte di sopportare qualsiasi cosa ti venisse fatta». L'incidente ha avuto un impatto duraturo, prima lasciandola emotivamente intorpidita e, anni dopo, «il ricordo sarebbe venuto inondando la mia mente come un orrore, come un incubo» al lavoro, anche se si stava preparando a operare un paziente. Ciò che emerge da tutte le storie - dalle palpate con già addosso il camice, alle umiliazioni verbali fino ai veri e propri stupri - è una forte componente gerarchica che «si traduce in una cultura del silenzio in cui le persone hanno una vera paura del loro futuro e delle loro carriere se parlano». Questa indagine, per quanto non può arrivare da sola ad emanare provvedimenti sanzionatori né a generare un cambiamento, ma sicuramente è un punto di partenza.

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