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  • 19/06/2023 00:03

I i Comunisti e l'esclusiva sulla Resistenza

Me la prendo, invece. Perché è da mezzo secolo che i comunisti tentano di procurarsi l’esclusiva della Resistenza, far credere che l’hanno fatta loro e basta. Quando la si celebra nelle piazze si permettono addirittura di cacciare chi non sventola la bandiera rossa. Qualche anno fa questo accadde anche a Milano. Del resto l’hanno fatto anche in Vietnam. Il Fronte di Liberazione Nazionale vietnamita era composto da uomini e donne di varie correnti politiche, a combattere nel Sud non c’erano i comunisti e basta. C’erano anche i buddisti, i cattolici, i liberali. Ma di loro non si parlava mai. Già nel 1967, cioè l’anno in cui io andai per la prima volta in Vietnam, si parlava dei vietcong (vietnamita-comunista) e basta. La parola Vietcong era entrata nell’uso comune anzi nel vocabolario fino a sintetizzare le altre, e sai perché? Perché, già allora, i comunisti s’erano appropriati dell’Fln quindi della Resistenza. Proprio come certi comunisti italiani hanno tentato, ancor oggi tentano, di fare in Italia. E ciò non è soltanto un insulto alla Storia: è un insulto ai morti altrui. È come dire che nei campi di concentramento tedeschi sono morti gli ebrei e basta, che i non-ebrei cioè i cattolici polacchi, i prigionieri russi, gli zingari, gli omosessuali, gli antifascisti di ogni nazionalità e religione incominciando da Mafalda di Savoia e dalla figlia di Nenni che morì a Dachau, stavano lì in vacanza. Comunque i motivi per cui in quella Sinistra non mi piace nessuno sono ben altri. Quali? Quelli di cui parlo nei miei due ultimi libri. Quelli che conoscono tutti. Il terrorismo intellettuale che, applicando la medesima strategia seguita per impadronirsi delle Resistenze, quella Sinistra esercita da sessant’anni. Il lavaggio cerebrale cui ha sottoposto la gente dandogli a bere che chi non gioca nella sua squadra di calcio è un cretino anzi un retrogrado, un reazionario, una persona spregevole e destinata all’Inferno. Poi, l’egemonia culturale che grazie a ciò ha stabilito in tutti i gangli della società. Nelle scuole, nelle università. Nei giornali, nelle televisioni. Nelle case editrici, nel mondo della musica, nel cinema. Nell’esercito, nella polizia, nella magistratura. Oriana Fallaci

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