ENRICO PEA SCRITTORE D'ECCEZIONE, APERTURE NATALIZIE
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Apre fra 10 giorni la mostra “Il tempo della guerra e il tempo della vita”, dedicata all’amicizia tra Bruno Cordati e Andrea Cabrelli
Fondazione Ricci di Barga, 27 maggio-25 giugno – Ingresso libero
Barga, 17 maggio 2023 – Bruno Cordati decoratore. Apre fra 10 giorni la mostra “Il tempo della guerra e il tempo della vita. Bruno Cordati, il Ritratto di Cesira e l’amicizia con Andrea Cabrelli. Con le incisioni di Swietlan Krazcyna: Omaggio a Bruno Cordati”,” alla Fondazione Ricci ETS di Barga (via Roma, 20) che nella cornice dell’amicizia tra Bruno Cordati e Andrea Cabrelli, mette a fuoco anche il ruolo di Bruno Cordati come decoratore, a Barga in particolare, e a Lucca con un’opera veramente straordinaria.
L’attività di Cordati, artista riconosciuto ed amato, un “ragazzo del ‘90” appartenente alla generazione di autori come Magri e Vittorini “nati all’ombra di Pascoli”, quale decoratore, è rimasta sconosciuta fino al 2021, quando nella mostra e nel catalogo “La nuova Barga. Architetture e arti decorative tra Liberty e stile eclettico (1900-1935)”, è stato esposto un documento che legava inequivocabilmente la sua firma alle decorazioni del villino di Andrea Cabrelli, oggi Romano, in via dei Frati 8, a Barga.
“La ricevuta di prestazione d’opera datata 1928, non solo attesta l’attività di decoratore di esterni e interni di Bruno Cordati, ma traccia una strada per l’attribuzione alla sua mano di altre decorazioni presenti in diverse dimore barghigiane – spiega Cristiana Ricci, architetto, presidente della Fondazione e curatrice di questa sezione dell’esposizione dedicata alla produzione decorativa dell’artista -. Bruno Cordati, dotato fin da fanciullo di un talento naturale, frequentò nel 1905 la scuola di Disegno a Barga istituita dalla locale Fratellanza Artigiana che sicuramente impartì a Cordati delle ottime basi tecnico-artistiche che migliorarono le sue già note capacità”.
Su questo aspetto, è utile riportare le parole scritte dalla figlia di Cordati, Bruna, nel suo libro 'Il paese di Pietra”: “Nel piccolo paese si era sparsa presto la voce del talento dell’adolescente. Da una misera fotografia piccola, in bianco e nero, sapeva tirare fuori un ritratto grande, a pastello o a olio, con tutti i suoi colori; oppure un ingrandimento a sfumino, molto elegante, e le somiglianze erano perfette…”
“Furono proprio questi primi guadagni – prosegue Ricci -, che permisero nel 1914-15 a Bruno Cordati di frequentare il Corso di Pittura all'Istituto d'Arte Augusto Passaglia di Lucca, diretto in quegli anni da Alceste Campriani, dove si diplomerà nel 1915 nonostante il suo richiamo alla Grande Guerra. Al suo ritorno si dedicò completamente all’attività artistica di pittore pur conservando, in maniera inferiore, anche quella di decoratore di interni”. In questa esposizione saranno svelati alcune ville e villini barghigiani, datati tra il 1910 e il 1933, che secondo un attento confronto hanno al loro interno questi preziosi decori, evidenziandone anche le tipologie decorative usate.
“L’attività decorativa di Cordati – conclude - pensiamo sia terminata intorno al 1933. L’anno precedente affresca l’ampio soffitto della Casa del Mutilato a Lucca in piazza San Michele 14 a Lucca (foto in allegato). Un’opera straordinaria che colpisce l’osservatore per la rievocazione schietta e immediata delle trincee di guerra. In questa grande raffigurazione, di cui vedremo una riproduzione in mostra grazie alla disponibilità del Presidente della Casa del Mutilato, Cav. Gino Franchi e del vice presidente Enzo Giuntoli che ci hanno permesso di fotografarla, si scorgono quasi dei lineamenti riconoscibili. Si può ipotizzare che Cordati rievochi i tempi della Prima guerra Mondiale alla quale partecipa insieme a Italo Stefani, suo compagno barghigiano, e al pontremolese Andrea Cabrelli con il quale nacque una vera amicizia è di cui parla una sezione della mostra curata da Anna Maria Zampolini. Dai dati raccolti, possiamo asserire che l’attività di Bruno Cordati come decoratore termina nei primi anni del 1930, e forse già le ultime commissioni sono dovute esclusivamente a rapporti di amicizia. Una considerazione mi preme fare: chi ha la fortuna di possedere queste decorazioni parietali ha dei piccoli gioielli da tenere con grande cura nei propri scrigni e da affidare in caso di restauri a mani espertissime”.
La curatela della mostra è di Annamaria Zampolini, Cristian Ricci e Marzia Ratti, critica d’arte, che si è occupata della scelta delle opere e contribuito alla raccolta e alla sistematizzazione dei materiali che saranno digitalizzati e fruibili al pubblico grazie al sito web dedicato all’artista, promosso e tenacemente voluto dalla figlia Luigia Cordati Rosaia e da suo figlio Bruno: www.brunocordati.it.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Ricci ETS, dagli eredi Cordati e dall’Istituto Storico lucchese sezione di Barga, con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Lucca e del Comune di Barga e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Sarà visitabile a ingresso libero dal 27 maggio fino al 25 giugno 2023 con i seguenti orari: martedì 10-13, venerdì 15,30- 19,30, sabato e domenica 11-13 e 17-19.
Info: Fondazione Ricci ETS, 0583724357, fondricci@iol.it, www.fondazionericci.info, Facebook “Fondazione Ricci ETS”, Instagram “fondazione_ricci_barga”.
La Casa del Mutilato di Lucca è un'opera interessante per vari motivi.
Essa venne costruita al posto di un palazzetto in piazza San Michele. L'architetto era Italico Baccelli, antenato dell'attuale assessore regionale. L'architetto si trovò nella difficile posizione (problematica per tutti quelli che ci si trovarono) di operare nel centro antico di Lucca. La cosa venne risolta dall'opera che vediamo, la quale, nel suo eclettismo, richiama l'architettura fiorentina del XV secolo. Certamente i due edifici sul lato Sud di piazza San Michele (la Casa del Mutilato appunto) e l'attiguo Credito Italiano si pongono, così schiettamente affini alla cultura fiorentina, in stridente contrasto con tutto il contesto della piazza, il quale per altro è oggi violentato da una serie di facciate indebitamente "scorticate" dal tentativo neomedievalista che rimonta agli stessi anni di Baccelli. La discutibile riuscita della facciata non sminuisce però il notevole livello degli interni e di certi particolari, a cominciare dal cancelletto di accesso, per passare alle scale. Prezioso anche il lavoro di Cordati, come ricordato da Cristiana Ricci.
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