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  • 14/04/2023 22:36

Droghe e camici bianchi

«È un lavoro in cui il carico di stress è altissimo», ammette Borsatti. «Devi sempre essere perfetto e dare tutto di te. Qualsiasi emergenza ti deve andare bene, non puoi permetterti di sbagliare. Sei come il pilota: parti e devi atterrare». Anche perché il rischio di una denuncia da parte dei parenti dei pazienti è sempre dietro l’angolo. «Devi essere pronto a difenderti. È un lavoro di responsabilità, per questo se non gode del riposo giusto comporta un aumento del rischio di dipendenze». “Devi sempre essere perfetto e dare tutto di te. Qualsiasi emergenza ti deve andare bene, non puoi permetterti di sbagliare. Sei come il pilota: parti e devi atterrare” Il contatto quotidiano con sostanze di cui si può fare abuso, poi, facilita le devianze. Anestetici, psicofarmaci o medicine per la terapia del dolore sono a portata di mano per chi frequenta gli ospedali. «Storicamente medici e farmacisti sono stati i primi esposti a condizioni di dipendenza per la facilità di accesso ai farmaci», spiega Fabrizio Starace. E le sostanze di cui si finisce per abusare «spesso vengono interpretate dai medici come “autocure” nei momenti di stress», dice don Paolo Fini. La ciliegina sulla torta è stata la “cura dimagrante” da 30 miliardi che la sanità ha subito negli ultimi anni. «Di certo la carenza di personale ha fatto aumentare il rischio di abuso di sostanze per tentare di sostenere i ritmi martellanti ai quali i medici sono sottoposti», conferma Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici. I turni si sono raddoppiati e i carichi di stress sono cresciuti. E con loro i casi di dipendenza da droghe e alcol. Con otto turni notturni al mese e oltre 150 ore di straordinario all’anno, ha denunciato qualche mese fa Anaao Assomed, l’associazione dei medici dirigenti, le performance cognitive peggiorano, provocando la cosiddetta “morte professionale”, ossia la perdita progressiva di empatia. Tant’è che l’Europa da anni ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato recepimento di una direttiva del 2003 che prevede almeno 11 ore di riposo tra un turno e un altro per un massimo 48 ore settimanali in media in quattro mesi. Il governo italiano si è preso un anno di tempo per far fronte alle carenze, e dal 25 novembre 2015 gli ospedali dovrebbero essere obbligati a rispettare la norma. Dovrebbero. Perché «in assenza di fondi per procedere alle seimila assunzioni annunciate da Renzi, si stanno già trovando gli escamotage», dice Cozza. Uno su tutti: i reparti vengono accorpati, e laddove prima c’erano due medici a notte per 40 posti letto, ora si mette un solo medico per 80 pazienti. Con la conseguenza che i medici sono più stanchi e più stressati di prima. E il rischio di trovare la soluzione in alcol e droghe aumenta.

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