CAPANNORI, SCONCERTANTE L’ANNUNCIO DI CONTRIBUTI A PIOGGIA
CARUSO (LEGA): SCONCERTAN ...
La scrittrice e attivista italiana, ma di origine ivoriana e burkinabè, Talatou Clèmentine Pacmogda conquista - con la sua storia - il numeroso e attento pubblico del Casinò municipale di Ponte a Serraglio a Bagni di Lucca. Applausi e commozione tra i presenti in sala
Bagni di Lucca, 18 marzo 2023
BAGNI
DI LUCCA – Davvero non si poteva chiedere di più: una cornice
stupenda, una platea numerosa, un pubblico attento. E poi lei,
Talatou Clèmentine Pacmogda, protagonista assoluta della giornata
con la sua commuovente storia, raccontata - in parte - nel suo libro
autobiografico Basnewende.
Al
Casinò Municipale di Ponte a Serraglio l’emozione si toccava con
mano. Il suo sorriso – un inno alla vita – ha conquistato il
cuore di molti; una cura lenitiva, un esorcismo contro il dolore. La
sua potente testimonianza di scrittrice ed attivista ha fatto breccia
nell’anima dei presenti come un dardo scoccato da un abile arciere.
La sua ipnotica capacità oratoria, infine, ha tenuto inchiodati gli
spettatori in sala senza annoiare un solo istante.
Solo
applausi. Forse conditi persino da qualche lacrima furtiva.
L’Associazione Onlus Partecipazione e Sviluppo, promotrice
dell’evento, può dirsi orgogliosa dello spazio concesso a questa
donna-simbolo della lotta per l’esistenza. Nella settimana che il
Comune di Bagni di Lucca ha voluto dedicare alle realtà
volontaristiche del territorio – “Il mosaico del volontariato”
-, un faro si è acceso sul mondo dell’inclusione e
dell’accoglienza.
Ai saluti del primo cittadino di Bagni di
Lucca, Paolo Michelini, e dell’assessore al sociale, Maria
Barsellotti, si sono uniti quelli del presidente della onlus con sede
a Fornoli, Alessandro Ghionzoli, il quale ha brevemente presentato le
attività che l’associazione sta portando avanti a livello locale
(e non solo) ed elencato i valori umani e solidaristici che
contraddistinguono il lavoro quotidiano degli operatori.
Un
breve video-tributo dedicato al Burkina Faso – paese di origine
dell’autrice, nata in Costa D’Avorio da genitori burkinabè, ma
cresciuta e laureata nel cosiddetto “paese delle persone integre”
– ha aperto il confronto. Incalzata dalle domande del giornalista
Andrea Cosimini, Clèmentine ha rivissuto il suo travagliato cammino
– segnato da stenti e difficoltà - che dall’Africa l’ha
portata in Italia grazie ad una borsa di studio universitaria per la
Scuola Normale di Pisa.
“Dobbiamo pensare l’immigrazione
come una risorsa, non come un problema – ha dichiarato Clèmentine
-. Oggi vivo con orgoglio la mia cittadinanza italiana, perché so
quanto mi è costato ottenerla. Credo che non solo i migranti abbiano
da imparare dagli italiani, ma pure questi ultimi da loro. Il
confronto tra culture diverse arricchisce le parti
dialoganti”.
Accompagnata dall’irresistibile figlia
Eufrasia e dal marito Dario, stimato medico, la scrittrice ivoriana
si è detta colpita dall’ospitalità della comunità termale alla
quale ha promesso di ritornare. Tra abbracci, foto ed autografi,
Clèmentine si è congedata dal pubblico con la conferma che il bene
vince sul male. Sempre.
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