PMLI: A Cutro Strage di Stato di migranti
Il 26 febbraio l’ennesima strage di Stato di migranti si è consumata lungo le coste della Calabria: a Steccato di Cutro, località situata a una ventina di chilometri da Crotone, un barcone con a bordo 200 profughi di origine afghana, pakistana, irachena, iraniana e siriana, si è capovolto spaccandosi in due e causando la morte di almeno 71 migranti tra i quali diverse donne e ben 16 tra bambini e adolescenti. Nel momento in cui scriviamo continuano le ricerche dei dispersi che potrebbero essere ancora una cinquantina. Secondo le testimonianze agghiaccianti dei naufraghi sopravvissuti “la barca era in condizioni pessime, in legno, fatiscente e priva di sedili, il motore perdeva e c’erano pozze di gasolio”.
Ai migranti costretti a rimanere chiusi nella stiva ammassati gli uni accanto agli altri, era concesso salire sul ponte dell’imbarcazione solo per espletare i propri bisogni fisiologici e prendere un po’ d’aria. Il caicco, partito da Izmir (Turchia) il 22 febbraio seguendo la “rotta turca”, era controllato da sei scafisti, quattro di loro dopo essersi messi in salvo su un gommone sono stati arrestati.
Mentre le prime squadre di soccorritori a terra si trovavano di fronte una spiaggia disseminata di rottami e di cadaveri e cercavano disperatamente di salvare i naufraghi ancora in vita trasferendoli all’ospedale di Crotone, il governo neofascista Meloni con il suo ministro di polizia Matteo Piantedosi, giocando a un vergognoso scaricabarile iniziava lo sporco ritornello razzista e xenofobo addossando addirittura la colpa del naufragio ai migranti: “Una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare. Mi chiedo come sia possibile che vengano organizzate traversate di questo tipo, spingendosi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate che si rivelano tragicamente pericolose”.
Nel frattempo la Procura di Crotone ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità per il mancato soccorso in mare della Guardia di finanza e della Guardia costiera allertati da Frontex diverse ore prima, quando non vi erano ancora “segni di pericolo imminente”.
Si può ben dire che si è trattato di una vera e propria strage di Stato, perché chi dall’alto doveva dare l’ordine tempestivo di portare a termine il salvataggio in mare dei migranti non l’ha fatto, abbandonandoli tragicamente al loro destino. Piantedosi e Salvini (capo della Guardia costiera) finiti entrambi nel mirino della Procura di Crotone, hanno fornito “giustificazioni” inaccettabili, addossando prima la responsabilità a Frontex e successivamente ad “un errore di valutazione”. Smentiti dalla scheda inviata dalla stessa Frontex all’Italia che alle ore 22:26 di sabato 25 febbraio dopo aver segnalato velocità e tipologia dell’imbarcazione dava indicazione della sua posizione con una sigla chiarissima “Sar4”: la zona di salvataggio in cui l’Italia ha l’obbligo di intervenire.
Insomma, c’era tutto il tempo per prestare soccorso ai migranti in assoluta sicurezza ma non lo si è fatto. Per continuare a “scoraggiare” le partenze dei migranti, che tra l’altro nonostante la menzognera propaganda del governo neofascista negli ultimi mesi, sono aumentati? Spetterà agli inquirenti fare al più presto luce sull’accaduto ma una cosa è chiara: Piantedosi e Salvini devono dimettersi!
La premier Giorgia Meloni dal canto suo se l’è presa con i “trafficanti di uomini” promettendo di svolgere un Consiglio dei ministri a Crotone ma distogliendo di fatto l’attenzione dalla radice del problema, perché la causa di questa strage sta nella politica razzista e xenofoba del suo governo neofascista e la causa ultima delle migrazioni bibliche verso l’Europa sono le guerre imperialiste che imperversano in Medio Oriente, in Africa e nelle zone limitrofe. Negli ultimi dieci anni il Mediterraneo si è trasformato in un vero e proprio cimitero con 26 mila morti calcolati. Una strage infinita che continuerà inevitabilmente ad aggravarsi spaventosamente se i governi borghesi dell’Italia e della UE imperialista continueranno con la loro criminale politica di respingimento dei migranti che devastati dalle bombe, dalla fame, dalle carestie, dalle torture scappano in Europa in cerca di una vita migliore intraprendendo costosi ed estenuanti viaggi della speranza che spesso e volentieri si trasformano in viaggi della morte.
La rabbia e lo strazio per l’ennesima tragedia in mare che poteva essere evitata non può e non deve essere dimenticata. A Milano si è svolta sabato 4 una manifestazione partecipata da oltre un migliaio di persone e 7 Ong contro le politiche migratorie europee e del governo Meloni e davanti davanti alla stazione Centrale è stato esposto lo striscione che apriva il corteo con scritto 'Verità e giustizia per il naufragio di Crotone. Basta morte nel Mediterraneo'. "Basta morti in mare e aprire i canali d'accesso sicuri e legali - ha denunciato Cecilia Strada -, perché è indecente che il nostro Mar Mediterraneo sia diventato il più grande cimitero a cielo aperto del mondo". Il volontario di Emergency, Massimo Malari, ha spiegato: "il governo sta attuando una politica per cui svuota il Mediterraneo delle navi che fanno salvataggio con l'effetto di aumentare i disagi dei naufraghi, di aumentare le spese di gestione delle navi e soprattutto impedendo allontanando gli occhi che possono testimoniare cosa sta avvenendo". La mobilitazione continuerà l’11 marzo con una nuova manifestazione.
Anche in questa nuova drammatica circostanza, il popolo calabrese in generale e quello crotonese in particolare, hanno dimostrato tutta la loro sensibilità, solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime del naufragio.
Il PMLI.Calabria subito dopo la sciagura ha diffuso un comunicato per esprimere tutto il suo cordoglio e la sua solidarietà antimperialista. Anche se la nostra nota è stata ignorata, non ci stancheremo mai di ribadire che l’unico modo per fermare il dramma dei migranti verso l’Europa è mettere fine alle guerre imperialiste, alle rapine, allo sfruttamento e affamamento dei popoli oppressi.
Per evitare ulteriori morti in mare è necessario aprire immediatamente le frontiere dell’Europa e dell’Italia per permettere l’ingresso libero e sicuro dei migranti. Occorre altresì abolire il reato di immigrazione clandestina e garantire la parità di diritti sociali, civili e politici per tutti i migranti e il diritto di cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia.
8 marzo 2023
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