IL PENSIERO POSITIVO DI MARCO VILLA SUL VELODROMO A CAPANNORI VILLA:
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AL "DEL ROSSO" DELL'83 ESPLOSE IN MAGLIA FANINI JENS VEGGERBY, POI DIVENTATO CAMPIONE DEL MONDO DI MEZZOFONDO
di Valter Nieri
Dagli anni 80 della Fanini ai campionati europei e mondiali su pista, ripercorriamo la storia e la carriera del danese Jens Veggerby, oggi sessantenne imprenditore che amava correre su strada ma che ottenne i migliori risultati su pista diventando campione europeo nell'americana e campione del mondo di mezzofondo.
"Da ragazzo guardavo le corse italiane in tv - dice l'ex iridato - ed è in quel paese che correvano i più grandi campioni. Il sogno dei danesi compreso il mio era quello di arrivare a dimostrare le nostre qualità ed incrementare il livello della competizione".
Quando aveva 19 anni fu portato a Lucca dall'ex recordman dell'ora Ole Ritter e ad accoglierlo ci fu il più longevo presidente professionistico del ciclismo italiano Ivano Fanini che guardandolo negli occhi, come spesso ha fatto con tanti ciclisti, intuì che poteva diventare un corridore.
Nei primi anni 80 Ivano Fanini sviluppò la sua Academy di promettenti ciclisti portando anche lo stesso Veggerby al successo nelle più prestigiose classiche dilettantistiche a livello nazionale come nessun altro lucchese c'è più riuscito. Nello stesso tempo cullò l'idea, poi messa in pratica, di allestire anche squadre professionistiche. Il nome Fanini era il massimo traguardo per tutti quei ciclisti che volevano iniziare una carriera e a Lucca tutt'oggi conserva anche fra i dilettanti il maggior numero di successi di sempre perché la sua è stata una scuola di ciclismo che mirava a fare crescere i ragazzi da un punto di vista umano e sportivo veicolando il ciclismo come strumento educativo per promuovere in simbiosi il suo valore come il rispetto per le regole.
NEL 1983 LA VITTORIA AL "DEL ROSSO" E IL PROFESSIONISMO CON FANINI
Cresciuto ciclisticamente a Lucca alloggiando all'Hotel Melecchi a complete spese di Ivano Fanini, all'età di 21 anni vide concretizzarsi i suoi sogni che cullava da ragazzo: quello di correre e vincere in Italia. La sua grande esplosione fu nel 1983 al "Del Rosso" da dilettante di 1° e 2° serie, la categoria oggi identificata come Elite Under 23. L'anno precedente la sua prima vittoria nella 2° tappa del Post Girot Open (Vanersborg-Skovdel). Ma nel 1983, una delle sue aspirazioni aspirazione, come dei dilettanti di oggi, era quella di imporsi nel G.P. Ezio Del Rosso di Montecatini, una delle classiche nazionali più importanti che si svolge annualmente nel mese di ottobre. I tanti allenamenti, gestiti in tutto dalla famiglia Fanini, erano diventati per lui un modo ottimale per aumentargli potenza in sella e permettergli di fare più chilometri con meno fatica. Quel giorno al Del Rosso si impose con una grande prestazione coronando i diversi anni di lavoro a Lucca adottato da Fanini e dalla famiglia che gestiva l'hotel Melecchi.
Allontanatosi da casa per coltivare la sua passione, Veggerby dimostrava una personalità spumeggiante ed aveva capito già in giovane età che stare fermo in un posto non faceva per lui. Costruì grazie a Ivano Fanini un legame indissolubile con il ciclismo che gli cambiò la vita e le sue aspettative cominciavano ad alimentarsi.
"Per me il Melecchi e Ivano Fanini erano diventati la mia famiglia. Ivano mi faceva sentire importante, quando vinsi il Del Rosso mi convinsi che potevo mirare a grandi traguardi. Sono troppo anni che manco da Lucca, una città bellissima che amo moltissimo e presto voglio tornarvi andando prima di tutto a salutare Ivano, la persona più importante assieme ad Ole Ritter nella mia carriera ciclistica".
IL "DEL ROSSO" NELLA STORIA DI LUCCA È STATO VINTO 2 VOLTE DALLE SQUADRE FANINI ED UNA DALLA CICLISTICA LUCCHESE.
Prima ancora del professionismo, Ivano Fanini è stato uno fra i dirigenti italiani più vittoriosi con le sue squadre di dilettanti 1.a e 2.a serie. La sua squadra juniores del 1982, grazie all'ondata di danesi fatti venire a correre in Italia come la stella Rolf Sorensen, fu premiata come miglior squadra italiana. Ma ancor prima, nel 1973, aveva formato per la prima volta l'unica squadra toscana di ciclismo femminile che correva nell'epoca delle grandi Morena Tartagni e Maria Cressari. Anche nelle categorie minori vinceva già i titoli nazionali. Nel 73 nelle categorie "Leva" con limite di età di 13 anni la Fanini si impose nel campionato italiano con Giovanni Menicucci davanti al forte siciliano Pinato a Treviso e con il limite di 14 anni fece il bis con Roberto Lencioni, più conosciuto con il soprannome Carube. A Treviso Lencioni superò nell'ordine l'atleta di casa Nardi ed il lombardo Chelleri. Risultati che dopo Fanini nessun'altra squadra lucchese è riuscita ad eguagliare nei successivi 50 anni fino ai giorni nostri. Il "Del Rosso" come tante altre classiche nazionali vanta nell'albo d'oro rappresentanti delle squadre Fanini che lo hanno vinto due volte: la prima con l'australiano Clyde Sefton nel 76, poi fatto passare professionista dallo stesso patron lucchese, e con Jens Veggerby nel 1983. Il ciclismo lucchese vanta un altro successo nella grande classica con Jorgen Marcussen che correva nel 1973 per l'Unione Ciclistica Lucchese ed era allenato da Pierluigi Poli e Carlo Bernardini. Tre successi purtroppo non più ripetuti da nessun'altra squadra dell'arborato cerchio.
QUELLA FORATURA CHE GLI PREGIUDICO' LA VITTORIA AL GIRO D'ITALIA DILETTANTI
Tornando a Veggerby, nel 1983 in maglia gialla di leader della classifica, perse il Giro d'Italia dilettanti nell'ultima tappa a causa di una foratura.
"Fu un momento triste per me. Avevo quasi vinto il Giro quando nell'ultima tappa in maglia gialla di leader della classifica forai su strade sterrate scivolando al quarto posto nella classifica finale. Un episodio sfortunato in un momento in cui l'ammiraglia non poteva seguirmi".
A RATICOSA VITTORIA EROICA...
"Indimenticabile per me quella gara. Era sempre il 1983, il mio anno magico. La classica era la Bologna-Raticosa. Ero in fuga con Claudio Vandelli, che l'anno successivo vinse la medaglia d'oro olimpica a Los Angeles. Una giornata che mise allo stremo la mia fatica sul Passo della Raticosa a quota 968 metri dove era posto l'arrivo. Sulla Statale della Futa nevicava in pieno ed era difficile tenere l'equilibrio, come l'impugnatura sul manubrio. Un freddo polare che mi fece pensare al ritiro ma per fortuna sono riuscito a tenere. Negli ultimi chilometri Vandelli non tenne il passo e giunsi da solo sul traguardo dove ad attendermi c'erano i tre fratelli Fanini, Pietro, Ivano e Michele che mi seguivano ad ogni gara. Fu straordinario. Conservo tanti bei ricordi con la famiglia Fanini e con l'allora piccolo Cristian, figlio di Ivano".
IL PROFESSIONISMO ED I TITOLI SU PISTA
Nel 1984 Ivano Fanini, per continuare a vincere con i suoi corridori danesi costituì la sua prima squadra professionistica dal nome Fanini - Whurer - Sibicar, successivamente la raddoppiò con due squadre: Pepsi - Fanini e Seven Up - Fanini ed era presidente di entrambe, ma non solo.
Nel triennio 1983 - 85 era anche presidente della squadra di dilettanti Unione Ciclistica Lucchese, una società che ha fatto crescere con risultati mai più ottenuti dopo di lui.
Il nome Fanini è stato abbinato anche a diverse società ciclistiche fra le quali il Porcari, la Coppi Lunata, Toscogas, Bozzano, Borgo a Mozzano e Unione Ciclistica Lucchese.
A livello nazionale non risulta esserci mai stato un dirigente ciclistico presidente di tre squadre in contemporanea: due a livello professionistico ed una a livello dilettantistico.
"Sono stato con Fanini da professionista i primi due anni - conclude Jens Veggerby- sia con lui che con altre squadre successivamente non sono più riuscito a vincere ma soltanto ad ottenere importanti piazzamenti su strada come nel 1984 quando giunsi secondo nella classifica finale dei giovani per la maglia bianca. Dove invece sfondai fu nella pista che non era la mia preferita ma che mi portò ad ottenere i migliori risultati. Ho vinto tante 6 Giorni e quando correvo per la Subaru vinsi il titolo mondiale del mezzofondo nel 1993 ad Hamar in Norvegia dopo aver conquistato l'argento l'anno precedente a Valencia, battuto dallo svizzero Peter Steiger.
Sono stato anche due volte campione europeo nell'Americana in coppia con Jimmy Madsen negli anni 1997 e 1998. Ho vinto due titoli nazionali su strada ed altrettanti in pista. Sono stato professionista dal 1984 al 1999".
OGGI IMPRENDITORE
Oggi Veggerby gestisce tre negozi di vendita e noleggio di biciclette elettriche a Copenaghen. Guida gruppi turistici in visita alla capitale danese ma fa anche da accompagnatore cicloturistico con itinerari storici, gastronomici e culturali alla portata di tutti verso le colline toscane e del Piemonte dove ha una seconda casa per trascorrere le ferie nei mesi di luglio e agosto. Vive con la moglie Natascha a Copenaghen ed ha tre figlie: Mie di 29 anni, Ida di 22 e Laura di 15 anni. Quest'ultima gioca a tennis ed è una promessa danese.
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