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  • 08/12/2022 16:43

SE NON HO NULLA DA NASCONDERE, COSA DEVO TEMERE?

SE NON HO NULLA DA NASCONDERE, COSA DEVO TEMERE? Questa sciocca obiezione, che i più sollevano quando si parla di intercettazioni, tracciamento dei pagamenti e del continuo, pregnante, controllo che lo Stato pretende di esercitare sempre più sulle vite dei cittadini, è la plastica rappresentazione di come sia giunto a compimento il lavaggio dei cervelli, iniziato decenni fa e culminato con quel grande esperimento sociale chiamato “misure di contenimento del covid-19”, in tema di libertà individuali. Pare che una parte della popolazione – non la maggiore ma, come sempre, la più chiassosa – abbia sviluppato un patologico bisogno di essere controllata, un sottile godimento nell’essere tracciata, nell’esibire un lasciapassare, nell’essere premiata per l’obbedienza prestata: ricordate quelli che godevano nell’esibire il greenpass? Sono gli stessi che oggi si vantano urbi et orbi di pagare il caffè al bar con il POS. E, nel dare sfogo a queste loro piccole perversioni, costoro trovano un doppio godimento: perché all’estasi di farsi controllare sommano la punizione per coloro che si rifiutano di farlo, siano essi non vaccinati che non possono andare al ristorante o tassisti multati perché non accettano il pagamento elettronico. Tutto questo, a loro dire, in nome della libertà. Proprio così: farsi tracciare, controllare, validare, lasciare che lo Stato tenga conto persino di quanti caffè un cittadino prenda nel corso di una giornata, a detta di costoro sarebbe un esercizio di libertà. Una libertà fatta di uno Stato che sta lì e ti osserva e, finché non fai nulla di male, ti lascia fare. Liberi dentro al recinto, liberi finché il controllore decide che lo si possa essere. Liberi finché non si ha “nulla da nascondere”. Il problema è che cosa sia riprovevole, sbagliato, “da nascondere” lo decide a sua discrezione il controllore, titolato a cambiare le regole del gioco da un momento all’altro e senza alcun preavviso. E allora o ti adegui o finisci nella schiera dei reietti. E chi vuole finire nella schiera dei reietti? Nessuno. Era il 2020 e un tale venuto dal nulla, sedicente “avvocato del Popolo”, durante una diretta Facebook si faceva lecito di rivolgersi agli italiani spiegandogli che avrebbe “consentito” loro di esercitare alcune, ma solo alcune, loro libertà. Per la prima volta toccavamo con mano il capovolgimento totale del principio per cui tutto ciò che non è vietato è consentito, per cui la libertà appartiene alle persone per nascita e lo Stato non può che limitarsi a riconoscerla, per cui, nel rispetto di tale libertà, il potere può solo porre limiti ragionevoli e il più possibile contenuti. In quel “consentiremo”, punto di approdo di decenni di piccoli, impercettibili, attacchi alle libertà individuali, la chiave di tutto. Tu fai quello che ti dico, esegui il compitino e sarai premiato. In più, non avrai alcuna responsabilità, pensa a tutto il potere. Lasciati cullare. Ora, la colpa di tutto questo non è del potere. Il potere è e non può non essere e fa ciò per cui esiste e che gli consente di continuare a perpetuarsi: controlla. La colpa è di tutti coloro che per quieto vivere rinunciano a una vita veramente libera e hanno completamente perso di vista il fatto che essere controllati non è normale, che essere ascoltati non è accettabile, che essere tracciati non è tollerabile, che avere uno Stato che ti entra nel conto corrente, nella cartella clinica, nel cellulare o nel computer non è la norma ma dovrebbe essere l’eccezione, adeguatamente motivata e giustificata, e che accettare uno schema simile significa diventare sodali di quel potere che ha come unico scopo la propria sopravvivenza. In fondo, “se non hai niente da nascondere, cosa hai da temere?”. Nulla, a parte il fatto che una libertà data, semplicemente, non è libertà. Ma vaglielo a spiegare, a quelli che non hanno niente da nascondere.

I commenti

Gentile interlocutore, La ringrazio per la risposta che meriterebbe di essere commentata punto per punto, ma ho avuto un week-end un po' pesante e mi limiterò a una considerazione generale: secondo me, noi non abbiamo punti di vista discordanti.
Diciamo che, se fossimo due aeroplani, seguiremmo la stessa rotta ma lei viaggerebbe a una quota notevolmente superiore.
Mi spiego: Lei tende a vedere una situazione da un punto di vista generale ed "elevato", mentre io volo rasoterra.
I rilievi che Lei fa prendendo come riferimento "una persona che vale" e le imposizioni che questa deve subire, i diritti dei molti che soccombono agli interessi dei pochi ecc., sono sacrosanti, e anzi a mio modo di vedere questo fa sì che lei abbia un grosso problema: Lei è un comunista (beninteso, nel senso più puro e utopico del termine).
Però io volo rasoterra, e sempre dal mio punto di vista, mi permetto di credere che tutti i rilievi dell'articolista (dal covid al POS del tassista, alle critiche mosse all'"avvocato del popolo", vadano in senso diametralmente opposto a quello da noi auspicato, e cioè a vantaggio dei pochi e a discapito dei molti.
I provvedimenti che -questo- governo (e i precedenti, con alcune lodevoli recenti eccezioni subito abortite)sta prendendo, decisamente vanno in questa direzione, che ci porterà direttamente alla Francia di Luigi 16 (prima del decolleté).
Poi possiamo anche raccontarci che l'innalzamento del tetto al contante (e la lotta alle intercettazioni) è giustificato in quell'ottica "elevata", ad alta quota, di evitare il controllo del grande fratello orwelliano, ma io volo rasoterra e so benissimo che il tassista, il bottegaio, l'imprenditore, il politico colluso e il riciclatore di denaro sporco queste cose la vogliono per tutt'altri motivi.
Come vede non è che siamo in disaccordo, è solo questione di prospettiva.
La saluto e La prevengo che la prossima volta che avremo occasione di interloquire userò il Tu (se non ha niente in contrario).
Grazie ancora.

JD - 11/12/2022 16:53

Premetto che nonostante l'ora tarda, non sono ubriaco o pazzo. E' venerdì sera e la mia fidanzata è a fumare sul terrazzo, io però ho freddo. Sto tra le coperte e scrivo.

Il suo è commento bellissimo. L'ho riletto due volte prima di risponderle, per essere sicuro di aver assorbito bene tutto. La mia risposta è molto lunga. La legga in più volte se vuole, o boh la legga solo in parte, io le scrivo, è bello avere un interlocutore intelligente, anche se magari abbiamo idee diverse ma era diventato soffocante leggere solo insulti.

Affronterei prima la questione più semplice, l'idea che il Governo Italiano non sia la Stasi della Germania Est. E' vero. Non siamo in Cina. E' vero. Ma ho onestamente paura che possa diventarlo, man mano. Non mi fido del Governo, e non mi fido della gente. Mi ha spaventato e disgustato l'atteggiamento da caccia alle streghe venuto fuori ai tempi del covid, con vecchi (gemello malvagio di "anziano", che è invece un essere degno del massimo rispetto) alle finestre ad insultare la gente. Credevo che nemmeno dopo una Guerra Nucleare potevamo ridurci così e invece è bastata una malattia che infettava 1 persona su 12 e degli infetti ne uccideva 1 su 100 e solo se già gravemente malato d'altro. Ma se si esclude le DOSI di preoccupazione (secondo lei non bastano a raggiungere una massa critica, per me sì) ammetto che l'interezza della sua trattazione la condivido. Condivido certo più lei che le esagerazioni dell'articolista. Però non lo sento arrogante: direi più adirato. Parla grosso, come uno che è in collera. Rifletto sulla sua penultima riga, "Una libertà data non è libertà", e sono d'accordo con lui. Chiunque sia l'articolista, credo che sia infuriato contro l'idea che spetta a noi non aver nulla da nascondere ad un regime, piuttosto che al regime di non nascere. E capisco che lo faccia infuriare. Fa infuriare anche me. Ma sulle altre considerazioni mi trovo d'accordo con lei.

Ora veniamo alla parte più complicata, dove sono talmente d'accordo con lei che devo ri-affrontare una cosa che temo abbia aperto le porte ad un fraintendimento di cui io sono colpevole.

La (percepita assenza di) moralità della nostra parte irrazionale. I miei studi suggeriscono che da millenni, i potenti di questo mondo (per profitto o pigrizia) hanno preferito insegnarci a sentirci mine vaganti che necessitano del loro controllo, piuttosto che aiutarci a coltivare la nostra empatia. Io non voglio ASSOLUTAMENTE dire che dobbiamo prostituirci alla nostra parte più immatura, ma ritengo che essa non nasca maligna come lo è nell'adulto, e suppura durante la vita come reazione allergica al trauma di respirare, a livello sociale, l'idea che facciamo schifo e che abbiamo dentro un mostro. Attenzione, non credo nel mito del "buon selvaggio", credo che occorra un'educazione e un'indottrinamento, ma credo che dovrebbero zoomare sul valore di rinforzare la percezione empatica che lei ha citato. Il motivo per cui questo non viene fatto è che richiede tantissimo tempo, e può scontrarsi contro l'incancrenita cocciutaggine di persone irragionevoli (non credo che tutti i criminali siano "poveri diavoli"), problemi davanti ai quali si taglia la testa al toro e si usa la forza. Ma un altro motivo per cui non viene fatto è che una persona che vale, e sa di valere, non accetterà MAI di pagare di tasse il 40% del suo stipendio lordo, o di andare in pensieri ad un età tale che sarà pieno di acciacchi, col pisello che non gli si drizza più, così vecchio da non poter nemmeno fare una passeggiata, e morirà di vecchiaia cinque anni dopo. Una persona che sa di valere, non accetterà mai di lavorare tutto il giorno solo per pagare mutuo/affitto e bollette e poi dover mangiare una scatoletta di tonno e dei cracker. Una persona che vale non accetterà mai di venir punito perché guida a 60 km/h su una strada dove chiunque va a 80 ma un limite vecchio come le Mura dice 50. Una persona che vale non accetterà mai che chi sta al Governo prenda 25.800 euro al mese e abbia TUTTO gratis. O che l'attuale modello economico non tuteli più il lavoratore che può ora essere licenziato molto più facilmente. Una persona che sa di valere non accetterà mai di aver diritto solo ad un paio di settimane l'anno di ferie, tale che o lavori ad Agosto o lavori a Natale ma a casa ambedue le volte non ci puoi stare.

E potrei continuare all'infinito. Una persona che sa di valere, farebbe la rivoluzione (non per forza armata, non sto inneggiando alla violenza) per molto, molto, molto meno. Ci vuole di pestare la nostra anima nella polvere e convincerci che è lì che dobbiamo stare, per farci accettare tutto questo. Io le tasse le pago solo per non dover aver a che fare con la polizia. Ma non rispetto questo Stato e non ho nulla da ridire contro chi lo tratta alla stregua di un nemico da beffare e a cui sfuggire. Ci sono abbastanza materie prime da far avere un tetto e un minimo di elettricità e gas, e di cibo, A CHIUNQUE, anche senza che lavori, basterebbe decidere che nessuno vale così poco da dover vivere sotto un ponte, e nessuno vale così tanto da avere i soldi di Elon Musk.

Una persona che sa che vale, sa che già solo per il fatto di esistere ha diritto ad avere i mezzi di sussistenza. Chi l'ha inventata l'idea che dovremmo "guadagnarceli"? Perché????? Se lo Stato non esistesse vivremmo di caccia, pastorizia e allevamento, e mi creda, con le moderne tecnologie, potremmo farlo con quasi zero fatica.

Il mondo è una spirale di abitudini ormai accettate da tutti ma che fa comodo solo ai ricchi. Io vivrei molto meglio in un luogo senza legge. Infatti ho ventilato l'idea di traslocare in luoghi sperduti del Terzo Mondo, ma un impeto molto intimo in me ama troppo la tecnologia e non me ne voglio allontanare, filosoficamente e non solo per comfort. Ma io non ho bisogno dello Stato. Mai fatto uso delle Forze dell'Ordine o della Sanità, mai usato mezzi pubblici, e vivo quasi del tutto offline.

Cibo, Arte, Cultura, e fica, mi bastano e avanzano per essere felice (e migliore di tanti miei co-terrestri superficiali).

Quindi, no, non voglio tirarmi indietro dalla sfida morale di essere migliore della mia parte peggiore: ma dico che non è nata malvagia, è impazzita per colpa della società e del suo nichilismo. Io non mi sento in colpa di niente, e non mi vergogno di nessun mio desiderio. Certo, ok, io non ho desideri prepotenti o violenti, sono peculiarmente tenero, è vero. Ma ho anche io i miei lati strani, e tuttavia non me ne vergogno. Non mi vergogno della mia ingordigia sessuale, non mi vergogno della mia pigrizia o del mio desiderio di potere cialtrone e ciarlatanesco; non mi vergogno della mia rapidità all'ira, non mi vergogno della mia vanità e del mio desiderio di protagonismo, non mi vergogno della mia superbia, né delle mie fragilità emotive. Mi piaccio da morire, a dire il vero. Abbastanza da non prendere ordini da nessuno, e da accettare consigli da pochissimi, critiche da ancora meno, limiti da nessuno. Come mai allora sono del tutto incensurato? EMPATIA. Esattamente come diceva lei. Ci sono stato cresciuto. Empatizzo con chi potrei ferire e non banalmente mi astengo, agisco proprio per farlo felice. Quindi legalmente e moralmente sono innocuo.

Se la Società fosse fatta solo di miei cloni, sarebbe pacifica come lo è una tenuta in pugno dalla paura della punizione. Indifferente, ai fini della legalità, che la Società sia fatta di schiavi, o di me. Ma non lo sarebbe per i ricchi: perché una società fatta di miei cloni annullerebbe ogni dato del pianeta Terra e ripartirebbe da zero con politiche sostenibili, pensando solo a dare cibo e riparo alle persone, e non al business. Starebbero tutti meglio. Tranne i ricchi. Loro starebbero peggio. Quindi, si chieda, di chi è la colpa? Di chi, se non di chi ci governa, ricchi e politici? Fa comodo solo a loro questo mondo di merda.

E col tempo, ci trasformeranno nella Cina. Perché gli fa comodo. E tutto quello che gli fa comodo, lo ottengono. E noi schiavi zitti lo accettiamo.

Lei dirà che esagero, che la linea di pensiero è giusta ma le dosi apocalittiche, e spero che abbia ragione. Preferisco sentirmi dire "Sei un coglione, non c'è nessun mostro nell'armadio" che aver ragione e dover lottare fino alla morte contro il mostro degli armadi.

Anonimo - 10/12/2022 02:55

Un punto di vista interessante e rispettabile.
Ma continuo a pensare che, al di là dell'assunto, l'articolo sia scritto in modo molto arrogante e irrispettoso nei confronti di chiunque non sia d'accprdo con l'articolista e la SUA (di lui) "chiesa".
L'inizio sembra scritto dalla caricatura di un anarchico (l'Anarchia è cosa ben più seria del rifiuto arrogante di seguire ogni e qualsiasi regola non ci faccia comodo).
Le assicuro che non ho mai goduto sessualmente esibendo il green pass (che era una cretinata, in quanto fu un tentativo furbastro di scansarsi la responsabilità di introdurre l'OBBLIGO vaccinale con relative critiche, che poi sono arrivate lo stesso) , anche perché non avendo lo smartphone mi toccò stampare un foglietto bisunto, che a volte neanche riuscivano a "leggermi" il barcode.
Chi sono IO, stante la massa di informazioni "scientifiche" contraddittorie con cui ci bombardavano, per dire che il vaccino ha funzionato, che è stato inutile, o è stato dannoso? Sovrabbondanza di informazione = nessuna informazione. Sarebbe stato necessario un atto di FEDE e io e la fede non andiamo d'accordo.
Io per me me ne sarei fregato, ma vivo con una persona anziana e fragile, così l'ho fatto, non si sa mai. Io "dubito, perciò sono". Per l'articolista sono un coglione (e probabilmente ho pure dei nanobot-spia che mi nuotano nel sangue).
Le Sue considerazioni antropologiche sono interessanti, probabilmente fondate, ma crede davvero che sia l'affrancamento dal 'piacere perverso' di essere controllati, ciò che interessa all'imprenditore, al bottegaio o al tassista che gioiscono per la possibilità di rifiutare il POS? Il motivo è molto più semplice, si chiama 'fisco'.
Altresì bisogna ammettere che le intercettazioni telefoniche autorizzate dalla magistratura italiana, nel 90 per cento dei casi per fondtissimi motivi (e fatte salve le inevitabili storture ed errori che si verificano in ogni attività umana) NON sono come quelle effettuate dall'SD di Reinhard Heydrich o dalla Stasi nella DDR.
Sicuramente c'è un'invadenza del "potere" nel privato dei cittadini specialmente da quando esiste la Rete, ma qua non siamo in Cina.
Si rende conto l'articolista che le informazioni sul suo privato, sul suo pensiero, sulle sue abitudini di vita, carpite dal "potere politico", sono NIENTE rispetto a quelle carpite dal "potere economico" (marketing)?
C'è un punto interessante che mi piacerebbe approfondire, e non per amore di polemica ma perché proprio non mi è chiaro.
Cito": La stabilità sociale fa leva sul senso di colpa. Chi non si sente in colpa, non vede perché dovrebbe seguire leggi fatte da gente che..." ecc. ..."un tentativo non sublimato di ricevere aiuto da una forza esterna (qui la società e il governo) nel tenere a freno la propria parte irrazionale, della cui (assenza di) moralità non ci si fida".
Dovrei affrancarmi da tutto ciò? Se la mia parte irrazionale (ma anche razionale) mi dice che va bene lasciare la macchina in sosta vietata (o non pagare le tasse, corrompere, rubare, stuprare ecc.) perché mi porta vantaggio, sono legittimato a farlo? Me lo dovrebbe impedire la "moralità"? Ma io, nella mia libertà, mi costruisco la MIA moralità, per cui è giusto mettere il gatto in lavatrice. Perché vederlo crepare così a me fa ridere, quindi mi porta un vantaggio. Volete impormene un'altra, di moralità? Ma allora fate leva sui sensi di colpa. Io lo chiamerei senso di responsabilità, più che di colpa. Diciamo che la società dovrebbe reggersi sull'empatia: mi metto nei panni del gatto e penso quanto soffrirei io ficcato in lavatrice. Io evasore fiscale mi metto nei panni di chi paga le tasse e provo a capire perché lo fa (sì, domani), ed arrivo a capire che evadere è ingiusto. Cercherò però di vigilare democraticamente affinché quei soldi vadano a beneficio della comunità (sì, domanilaltro).
La religione non fa "leva sui sensi di colpa". la religione è uno strumento psicologico, che chi ha la bontà di crederci sfrutta, ognuno a modo suo. Viva la rligione, se ti spinge a solidarizzare col tuo prossimo, abbasso la religione se ti fa diventare Formigoni.

JD - 09/12/2022 22:14

Alcune cose dell'articolo sono esagerate. Ma è vero che certa gente ha nell'inconscio un piacere perverso di essere controllata e invidia e odia chi non sta al gioco. Dai miei studi antropologici emerge che sia un tentativo non sublimato di ricevere aiuto da una forza esterna (qui la società e il governo) nel tenere a freno la propria parte irrazionale, della cui (assenza di) moralità non ci si fida. Che poi è lo stesso motivo per cui da millenni spopolano religioni che fanno leva sul fatto che l'Uomo è peccatore e quindi deve rigare dritto sotto l'occhio vigile di dio.

La stabilità sociale fa leva sul senso di colpa. Chi non si sente in colpa, non vede perché dovrebbe seguire leggi fatte da gente che non incontrerà mai, leggi che lo limitano senza senso, che avvantaggiano i potenti, e che coloro che le hanno scritte le infrangono per primi.

Lei fa bene a ridicolizzare le esagerazioni, ma se fossero esistite le intercettazioni ai tempi delle Rivoluzioni Francese e Americana oggi non avremmo la Democrazia.

anonimo - 09/12/2022 19:07

Sarebbe il caso di commentare, ma obiettivamente non ce la faccio più.
Potrei dire che, effettivamente, io non ho nulla da nascondere e quindi nulla da temere... ma tutti hanno qualcosa da nascondere, fosse anche solo il colore dei calzini, e prima o poi qualcuno lo viene a sapere e se il caso, lo usa per fotterti.
Cosa vuoi ribattere a uno che... "I tassisti fanno bene a urlarti in faccia che vogliono il contante, non il POS, e niente scontrino si capisce". Ma mica perché così possono evadere l'anima loro, no, perché il POS è il Grande Fratello.
Cosa vuoi ribattere a uno che ti dice che chi si è fatto vaccinare (a torto o a ragione) lo ha fatto "per perverso piacere di essere controllato" e non perché così ha sperato, povero Cristo, di essere almeno un po' più protetto dalle malattie, lui e i suoi cari.
Che chi oggi vuol pagare il caffè col POS (non io, ma capisco chi lo fa) non lo fa perché si è rotto le palle di chi vuol incentivare il contante, la monetina medioevale, ma perché è stronzo.
Che la rovina dell'umanità, l'Anticristo, l'origine del Male è "l'avvocato del popolo", quello "con la pochette" (che cazzo è la pochette, e perché è così malefica?), che col suo partito ha cercato di fare qualcosa di poco (troppo poco) diverso dal "solito" che ci fotte da 30 anni, che non me ne frega nulla perché lo abbia fatto, se lo abbia fatto bene, male (certo non nel miglior modo possibile), che sia uno scemo, un furbo, uno "di sinistra", un democristiano.
Non ne posso più di quelli che dicono che questo tizio qui, solo col greenpass, ha instaurato una dittatura postmoderna che neanche la Fascist Britain di V for Vendetta...
Che insomma a questo Conte qua, Stalin gli fa una pippa... figuriamoci.
Che le intercettazioni sono il Male, che ci fanno sentire le telefonate fra amanti, per il nostro perverso piacere, che la magistratura forcajola (non quella "buona" stile Nordio o Porto delle nebbie di Roma) è lì solo per delegittimare la brava gente che "imprende", non per perseguire i reati... che poi, "reati"... chi in°°la il prossimo suo usando accortamente corruzione ecc. non è mica un malfattore, è uno che ha intraprendenza e voglia di fare.
E basta, va'. Mi sono rotto.
Avete rotto. Avete vinto.

JD - 09/12/2022 15:56

Non sono l'uomo a cui lei si è rivolto ma vorrei comunque dire la mia. Lei elenca le leggi che proteggono la privacy. Ma non ha nulla in mano per garantire che i potenti le rispettino, o che domani non si inventino regole del tutto diverse. A me ad esempio non sta affatto bene che il Governo abbia le mie impronte digitali, prese al rinnovo della Carta di Identità, perché un giorno forse sarà illegale qualcosa che a ragion veduta non dovrebbe esserlo e in quel caso io non intendo aiutare uno stato fascista a punirmi per qualcosa che non era un crimine ai tempi in cui tali impronte mi furono prese. Stessa cosa per le intercettazioni, io non sono mai stato ad un Rave e disapprovo la droga e la "cultura dello sballo" ma filosoficamente parlando essi devono esistere perché uno stato salubre sa dividere tra illegalità vera e semplice trasgressione e se con la prima usa il bastone, con la seconda dovrebbe usare solo un'occhiataccia che nasconde un risata sotto i baffi. Non ci possiamo fidare di chi è al potere, perché abbiamo visto nei secoli di quali porcate sono capaci i governi. Io, per esempio, non ho NESSUNA delle cose che lei elenca, né social né nulla, vivo quasi del tutto offline e se posso pago in contanti (ovviamente ho un conto in banca per lo stipendio ma insomma non sono un paranoico, avere quello è ok per me). Io prendo molto sul serio l'idea di non aiutare il governo a tracciarmi. Non ho nulla da nascondere (totalmente incensurato, ho una brutta opinione dell'illegalità, le battaglie si combattono con fermezza ma senza brutture), ma sono filosoficamente contrario all'esistenza di un governo, non mi fido in generale degli esseri umani con troppo potere, e soprattutto non mi fido del governo italiano, cioè dai senza offendere nessuno (dare del fascista è un'offesa, e per di più non vedo squadracce in giro con l'olio di ricino quindi non voglio dare del fascista a nessuno), ma abbiamo al governo la destra estrema. ESTREMA, qualcuno lo capisce questo titolo? Come ci si può fidare di gente che ha quella filosofia? Quindi mi creda, la problematica sollevata dall'autore di questo articolo (che non sono io) è legittimissima.

Non si può contare sulla bontà d'animo di chi ha potere: nessuno deve avere un tale potere, punto e basta, per principio.

Anonimo - 08/12/2022 19:11

vorrei dire alcune cose. In primo luogo sono uno di quelli che ha fatto tutti i vaccini e che paga tutto da sempre con la carta di credito, quindi le vorrei contestare alcune cose che reputo semplicemente sbagliate (in buona o cattiva fede non ha importanza. Mi scusi ma se lei paga con la carta un taxi o una colazione (il caffé lo pago in contanti) o qualunque spesa fatta in un negozio le chiedono un documento oppure le fanno un semplice anonimo scontrino? il nome lo da solo se vuole la fattura. Quindi resta una traccia solo sul suo gestore della carta il quale non è per niente disponibile a fornire dati alla finanza se non dietro ordine della magistratura nel quale caso vuol dire che lei non vuol esser tracciato. Punto. Poi dice: "avere uno Stato che ti entra nel conto corrente, nella cartella clinica, nel cellulare o nel computer non è la norma ma dovrebbe essere l’eccezione,...." infatti non lo può fare. Solo se è indagato la Magistratura può chiederli quei dati altrimenti restano negli archivi protetti dalla legge sulla Privacy (la conosce??) . Lo sa che per legge un citofono di casa non può vedere chi transita per la strada ma solo chi suona? Per quanto riguarda le intercettazioni se dovessi parlare con qualcuno che è intercettato quello che dico non è ammissibile e deve essere cancellato, lo sa? Poi magari lei è uno che ha lasciato tutti i suoi dati sui siti, su facebook, instagram, tik tok, ecc... o ha la tessere del supermercato o l telepass così sanno esattamente i suoi sui gusti.

Comunque non ho capito se è solo uno sprovveduto e indottrinato o un cretino seriale. Mi auguro la prima nel qual caso le consiglio di cambiare le sue frequentazioni... 


cicci 

cicci - 08/12/2022 18:04

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