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MULTIUTILITY TOSCANA: SI PUÒ FERMARE IL PIU’ GRANDE ESPROPRIO DI DEMOCRAZIA MAI FATTO NELLA STORIA DELLA NOSTRA REPUBBLICA?
Ho scritto diversi post e interventi in questi mesi, sulla mia pagina facebook e anche a mezzo stampa, per cercare di informare e creare consapevolezza su quali saranno le conseguenze per i Comuni e per i cittadini della costituzione di questo nuovo gigantesco carrozzone Firenze centrico in cui verranno conferiti tutti i servizi pubblici locali di tutti i comuni Toscani, almeno questo sono i desideri di Giani e company. La materia è estremamente complessa perché il percorso è molto complicato, nemmeno i sindaci ci capiscono qualcosa, fanno solo finta, infatti, i rocamboleschi passaggi per aggirare gli ostacoli e giungere alla costituzione di questa diabolica struttura societaria, sono stati escogitati da consulenti finanziari “neutri” come lo sono gli uomini del credito e della finanza privata.
Per la Toscana, rappresenta un passaggio di modello, da quello misto pubblico privato, nato dai processi di privatizzazione degli ultimi decenni, al “salto di Qualità” come dicono impunemente lor signori, senza nemmeno provare un briciolo di vergogna, verso la finanziarizzazione di tutti i nostri servizi pubblici locali, che verranno a breve quotati in borsa, il più grande esproprio di democrazia e di potere decisionale che sia mai stato operato nei confronti dei consigli comunali nella nostra storia repubblicana.
Questo processo è stato perseguito con grande determinazione dal PD ma anche dalla destra che non si è tirata indietro, anzi freme per essere della partita, da Italia Viva, Azione e da un pezzetto di sinistra subalterna a questo campo liberista impropriamente chiamato centro sinistra toscano.
Io penso che questa battaglia, perlomeno nella toscana centro, per adesso è persa perché nei consigli comunali la sinistra non c’è più, quelli rimasti, quelli che hanno il coraggio di votare contro e di metterci la faccia, sono pochi, moltissimi sono perplessi, dubbiosi, ma finiscono sempre per adeguarsi, per ubbidire agli ordini superiori. Io non vedo la possibilità di una esplosione di un movimento capace di bloccare il percorso o perlomeno metterlo in difficoltà, ovviamente sarei felicissimo di essere smentito.
Ci sono pochi piccoli Comuni che si stanno manifestando il loro dissenso e in tanti si chiedono. ma se un Comune non aderisce cosa succede ai suoi servizi? Dipende se quel comune ha aziende proprie o in società con altri comuni, se ha la maggioranza può resistere. Faccio l’esempio di Lucca che ha una sua società per la gestione dell’acqua e dei rifiuti, vecchio modello a capitale misto pubblico privato e gestisce in proprio il servizio perché non ancora conferito, per quanto riguarda i rifiuti, la sua società nel gruppo Retiambiente SPA che è una società pubblica partecipata da 100 Comuni delle quattro province dell’ATO Toscana costa. Ad oggi, solo 7 società di gestione dei rifiuti preesistenti nelle 4 province sono incorporate nel gruppo e il servizio, viene svolto in 83 Comuni, gli altri non hanno ancora conferito le loro aziende. In queste condizioni, oltre a Lucca, ci sono altri Comuni come Livorno, Massa e Carrara, loro potrebbero opporsi e continuare a gestire il servizio igiene del territorio come hanno fatto fino ad oggi.
Se domani la maggioranza dei comuni dell’ATO e il CdA del gruppo Retiambiente decide di aderire alla Multiutility, i comuni che non hanno aziende saranno costretti ad aderire anche contro la loro volontà perché non hanno alternative. La Multiutility è voluta da gente senza scrupoli con scarso o nullo rispetto delle Istituzione e della democrazia, e hanno in mano diverse armi di ricatto; i grandi impianti esistenti, ma soprattutto quelli che verranno realizzati nei prossimi anni, saranno gestiti dalla Multiutility che può imporre prezzi alti di conferimento come ritorsione nei confronti dei comuni ribelli non associati. Cosa si potrebbe fare? Si potrebbe resistere e procedere alla creazione, attraverso accorpamenti e fusioni per aree omogenee, di società a gestione pubblica ma, molti comuni, hanno già aderito alla Multiutility o hanno intenzione di farlo. Questa classe dirigente amministrativa sta producendo un danno enorme, ritornare indietro sarà impresa ardua al limite dell’impossibile, sicuramente avrà dei costi esorbitanti e sarà un percorso che dovrà maturare prima di tutto nelle coscienze dei cittadini che dovranno richiederlo ed imporlo mandando a casa questi pessimi amministratori responsabili di questo enorme furto di democrazia.
Eugenio Baronti 10/11/2022
Lei sbaglia. Qui non c'è alcuna privatizzazione. C'è solo l'accentramento a livello regionale, in un'unica aziendona, di tutto il potere economico oggi frazionato su varie aziende. Ovvio che tale aziendona avrà i soci privati come li hanno le aziendine locali oggi esistenti. Ovvio che tali soci saranno multinazionali molto ricche e grosse. Ovvio che tali multinazionali agiranno d'intesa con il potere regionale che diverrà ancora più ricco e potente. Non si tratta di privatizzazione, ma di regionalismo e quindi anche la "destra", se vincesse, perseguirebbe l'obbiettivo della "multiutility". Infatti sono tutti toscanisti e regionalisti. Tutti. Per cui i territori finiranno di perdere il controllo delle loro aziendine, mentre la regione controllerà un'aziendona capace di attrarre gli investimenti delle multinazionali
Anonimo - 12/11/2022 02:00Questa cosa, caro Baronti, si chiama regionalismo ed è una schifezza a suo tempo infilata nella "costituzione più bella del mondo" specie per volontà dei comunisti e dei socialisti. Le regioni oggi tendono ad essere l'unico potere forte in Italia e quindi a diventare piccoli stati nello stato. L'accentramento di tutto a livello regionale è una conseguenza del regionalismo, così come una conseguenza è il protagonismo dei cosiddetti "governatori", titolo inesistente, ma sempre più usato in quanto la "più bella del mondo" va soprattutto interpretata, quindi sarebbe meglio dire che è "la costituzione materiale più bella del mondo". Per capire cosa intendo dire basta osservare come la Costituzione stabilisca che esiste un ente di area vasta denominato "provincia/città metropolitana" e come tale ente sia stato svuotato dalla cosiddetta "riforma Delrio"Le regioni hanno così decentrato funzioni ed uffici a vari livelli di area vasta ma non presso le province, creando l'allucinante paradosso per cui la Costituzione reale prevede un ente di area vasta, ma la costituzione materiale, alimentata da leggi ordinarie, prevede che molte funzioni di area vasta siano allocate presso enti non costituzionali quali i consorzi di bonifica, le ASL, le unioni dei comuni, ecc. In queste condizioni nulla potrà fermare l'accentramento regionalistico.
Anonimo - 12/11/2022 01:53Analisi molto lucida e corretta, complimenti.
Questa Multiutility e' l'ennesimo esempio di gestione del PD che, rinnegando le sue origini, privatizza tutto, o maschera con presunte facciate di partecipazione del pubblico strutture imprenditoriali che farcisce di individui tesserati e condizionati dal partito, che puntano al profitto per ripartirsi gli utili a scapito della qualita' del servizio.
Se alla prossima tornata il PD dovesse perdere la Toscana, ma e' difficile perche' nel frattempo si saranno comprata tanta gente offrendo posti di lavoro ( e poi parlano di merito) , sara' dura smontare tutta l'impalcatura.
E lo vedremo anche a Lucca, anche se comincio a pensare che la nuova amministrazione preferisca mangiare in questo piatto, piuttosto che svuotarlo e costruirne uno nuovo pulito ed efficiente.
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