(così poi non dite che faccio solo complimenti)
(così poi non dite che faccio solo complimenti)
Mettiamola giù chiara, così sgombriamo il campo: Lucca non è un presepe eterno illuminato a candele profumate dove tutto funziona, tutti sorridono e le buche sono solo metafore esistenziali. No. Lucca è una città vera, e come tutte le città vere ha un talento naturale per complicarsi la vita.
Partiamo dal traffico, che a Lucca non è solo traffico: è un’esperienza spirituale. Cinque minuti per fare cento metri, dieci per capire se quello davanti sta parcheggiando, pregando o aspettando l’ispirazione divina. Le strade sono strette, è vero, ma a volte sembra che le auto si moltiplichino per partenogenesi appena giri l’angolo. E se osi uscire negli orari “di punta” – che a Lucca ormai durano dalle 7 alle 19 – ti senti subito in colpa, come se stessi disturbando un delicato equilibrio cosmico.
Poi c’è il capitolo parcheggi. A Lucca parcheggiare non è un’azione, è una caccia al tesoro senza mappa. Giri, rigiri, passi davanti allo stesso palo tre volte, inizi a riconoscere i gatti del quartiere e a chiederti se non fosse meglio trasferirsi direttamente in macchina. Quando finalmente trovi posto, è sempre “a due minuti a piedi”, che nel dialetto locale significa “venti minuti e una lieve crisi esistenziale”.
La manutenzione urbana merita un applauso lento. Buche che compaiono all’improvviso come funghi dopo la pioggia, marciapiedi che mettono alla prova le caviglie e lavori che iniziano con grande entusiasmo e finiscono… beh, finiscono quando finiscono. A volte sembra che i cantieri siano installazioni artistiche permanenti, un omaggio all’attesa e alla pazienza.
Capitolo eventi: Lucca ama gli eventi, ma spesso ama meno gestirli. Nei giorni “speciali” la città si trasforma in un gigantesco esperimento sociale: residenti che cercano di sopravvivere, turisti che vagano spaesati, sensi unici temporanei che nessuno ha capito davvero. Tutto bellissimo, per carità, ma prova a fare una commissione normale e capisci perché qualcuno sussurra “si stava meglio quando non c’era niente”.
E vogliamo parlare della comunicazione? Ordinanze che sembrano scritte per un corso avanzato di enigmistica, informazioni che arrivano sempre dopo che il problema si è già manifestato, cartelli messi con la stessa discrezione di un post-it sul frigorifero di una famiglia di distratti. Se non sei del posto, ti perdi. Se sei del posto, ti perdi lo stesso ma con più rassegnazione.
Infine, l’umore cittadino. Lucca è elegante, sì, ma a volte anche un po’ permalosa. Basta una critica e subito qualcuno pensa che tu stia insultando la madre, la storia e le mura tutte insieme. Parlare dei difetti viene visto come tradimento, come se amare una città significasse farle solo carezze e mai dirle che ha un problema.
Ecco, tutto qui. Nessun incenso, nessun voto sbandierato. Solo una città bellissima, vivibile a tratti, irritante a intermittenza, che funziona bene quando va bene e malissimo quando decide di farlo. Proprio come tutte le città vere. E forse è anche per questo che, nonostante tutto, continuiamo a parlarne. e a farne sviolinate ....
NB
Scusate per il disturbo che creo con questi post , ma al momento il direttore li pubblica e conosco solo in lui una autorita' degna e liberale.
Purtroppo per voi ci sono da ormai penso oltre 20 anni di cui altri minimo su altri blog, senza un nome o mille nomi ma solo con le mie cazzate ( come direte voi ). E' il mio passatempo, non mi drogo, non guardo la tv non fumo non vado al bar o alle partite di calcio ( lo so che poi muoio lo stesso ) ma questo e' un mio hobby.
Apprezzo chi scrive anche altri post ognuno ha il suo pubblico io di detrattori ma meglio cosi che non essere considerati ; in fondo non sono nessuno solo uno che scrive e basta