“La legge non ammette ignoranza”: tra principio e realtà
“La legge non ammette ignoranza”: tra principio e realtà
“Non lo sapevo.”
Una frase che suona innocente nella vita di tutti i giorni, ma che davanti alla legge non vale nulla. Il diritto, infatti, è chiaro: “ignorantia legis non excusat”, l’ignoranza della legge non scusa nessuno.
Questo principio nasce nell’antica Roma e attraversa i secoli fino ai nostri codici moderni. L’idea è semplice: se ognuno potesse evitare una pena dicendo di non conoscere la norma, la giustizia crollerebbe. La legge deve valere per tutti, allo stesso modo.
Ma nella pratica le cose si complicano.
Le norme cambiano di continuo, spesso con linguaggio tecnico e decreti che passano inosservati. È realistico pensare che ogni cittadino possa conoscere tutte le leggi in vigore? Forse no. Eppure, il principio resta necessario per evitare l’arbitrarietà e mantenere l’uguaglianza di fronte alla legge.
Un esempio: un automobilista che non sa che un nuovo limite di velocità è entrato in vigore non può evitare la multa. È un errore, ma la responsabilità resta sua. Al tempo stesso, lo Stato ha il dovere di rendere le regole chiare, accessibili, comprensibili.
“La legge non ammette ignoranza” allora non è solo un monito: è un patto.
Da una parte il cittadino deve informarsi, dall’altra le istituzioni devono comunicare.
Solo così l’ignoranza non diventa un alibi, ma un’occasione per costruire una società più consapevole.
Fabio
Studente in Legge