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  • 21/08/2025 23:30

A Darya Dugin: il fuoco che non si spegne

A tre anni dalla sua morte, il nome di Darya Dugina – o, come amava definirsi, Platonova – continua a vibrare come il richiamo del corno tra coloro che si piegano all’omologazione del mondo moderno. La sua figura non appartiene alla cronaca effimera, ma alla sfera luminosa dei caduti per un’Idea, una Causa più grande, una Patria ideale (non ci si illuda quindi che vogliamo parlare di una materiale). Al di là delle proprie posizioni sul conflitto russo-ucraino Darya è stata voce e volto di un’Europa che osa guardare oltre il nichilismo globalista, di una gioventù identitaria capace di legare lo spirito alla terra, la parola all’azione. Filologa, giornalista, militante culturale, figlia di un filosofo ma soprattutto cercatrice della Tradizione, non ha ceduto alle lusinghe della neutralità comoda, scegliendo la via difficile dell’impegno e della coerenza. Il suo sacrificio, avvenuto per mano vile e codarda, non è stato soltanto l’eliminazione fisica di una giovane donna: è stato un atto diretto contro un simbolo, contro una militante scomoda e quella Europa delle Patrie che lei incarnava con passione. Ma il sangue dei martiri è seme, e così il messaggio di Darya, anziché spegnersi, si è propagato come fiamma nel vento. In lei si riassumeva la convinzione che il mondo non sia un’arena caotica di interessi ciechi, ma un campo di battaglia spirituale in cnon ui le civiltà portano una missione. Il suo sorriso fermo e il suo sguardo attento ci ricordano che la lotta non è un atto di rabbia, ma un gesto d’amore verso ciò che è sacro, vero e non negoziabile. Oggi, ricordando Darya Dugina, non compiamo un rito sterile. Ne rinnoviamo la lotta: opporre alla dissoluzione il cemento della Tradizione, alla menzogna la parola franca, alla paura il coraggio di essere liberi. Perché lei non è stata soltanto una giovane intellettuale stroncata da un attentato; è simbolo di una generazione che sceglie di non inginocchiarsi dinanzi al Moloch del mondo moderno. La sua scomparsa può essere quel cemento per riunire ciò che è stato sparso, superando così divisionismi utili e voluti dal nemico comune a noi tutti. Che il suo nome resti inciso tra quelli che hanno saputo vivere e morire come militi di una causa più grande di loro. Darya Dugina ci lascia i suoi testi, pieni di vitalità, speranze, forza ed analisi del mondo in cui viviamo che possono essere considerati come armi per la battaglia che quotidianamente si porta avanti. Darya non sarà dimenticata. https://www.rivistapraesidium.it

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