Continuano le conversazioni a cura del Circolo Culturale “L’Agorà” sugli attuali scenari della geopolitica
“François Furet: il passato di un’illusione.
L’idea comunista nel XX secolo” è il titolo della prossima conversazione
organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, alla quale parteciperà la
ricercatrice toscana Elena Pierotti.François Furet, storico francese di fama
internazionale François Furet, noto per le sue opere fondamentali sulla
Rivoluzione Francese. Ha diretto a Parigi l’«Ecole des hautes ètudes en
sciences sociales». Insegnò all’Università di Chicago e fu presidente della
fondazione Saint-Simon. François Furet
nel 1949 si iscrive al Partito Comunista Francese come molti
altri storici di chiara fama a quell'epoca. Tuttavia abbandona il partito
nel 1956 dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria, pur mantenendosi
sempre vicino alle posizioni politiche socialiste. Dopo aver abbandonato
gli studi universitari per alcuni anni a causa della tubercolosi si
laurea in Storia a Parigi nel 1954. Inizia l'attività giornalistica presso il
France-Observateur, divenuto poi nel 1964 soprattutto grazie al suo
contributo il Nouvel Observateur. Nel 1955 entra nel Centre national
de la recherche scientifique (CNRS), dove inizia gli studi sui temi della
Rivoluzione francese. François Furet è stato insignito del
premio “Tocqueville” e del premio “Hannah Arendt” per il suo
contributo allo studio della politica e delle scienze sociali.François
Furet offre una visione complessiva su uno degli elementi fondamentali della
storia del Novecento: il comunismo. “Il passato di un’illusione. L’idea
comunista nel XX secolo” è una grande opera di sintesi su un argomento
ancora oggi oggetto di passioni politiche. Un'opera di grande respiro,
un'indagine che abbraccia gli ultimi due secoli, dalla Rivoluzione francese all
caduta del muro di Berlino; "Il Passato di un'illusione" è un libro
sulla storia dell'idea comunista. Si tratta di un'opera appassionata
sull'ideologia comunista e sui regimi da essa realizzati dopo la Rivoluzione
d'ottobre. E' l'opera di un intellettuale convinto della superiorità del
sistema e delle istituzioni sorte in Europa dopo l'illuminismo e messe in
pericolo dalla tentazione giacobina, che inizia già a prendere corpo con la
Rivoluzione francese fino a realizzarsi compiutamente nel partito comunista di
Lenin e nei regimi del socialismo reale. Per Furet l'idea comunista si è
rivelata una illusione. Illusione non concepita come la fine di un sogno ma
piuttosto come l'inizio di una riflessione sulla capacità di attrazione di una
ideologia che, oltre a coinvolgere e mobilitare masse e intellettuali, si è
dimostrata più resistente di quanto la semplice parola "illusione"
lasci normalmente immaginare. Osserva Furet che "l'illusione non
accompagna la storia comunista: ne è l'essenza". Il perché della forza
d'attrazione di questa illusione è il vero tema dell'opera. Bisogna subito
dire, però, che l'illusione non è un'esclusiva del comunismo. Essa è una
dimensione all'interno della quale si muove anche l'altra grande ideologia del
900, il fascismo. Scrive Furet: "il fascismo, prima di venir disonorato dai
propri crimini, è stato una speranza. Ha sedotto non solo milioni di uomini, ma
anche molte personalità". Ecco che l'illusione nel XX secolo fa il suo
ingresso nella storia e lo fa da protagonista assoluto e non da comprimario.La
Russia di Lenin è da subito un simbolo, il quale più si mostra come evento di
liberazione reale e storica, più risulta intoccabile dalla realtà e dalla
storia. Gode di una sorta di impunità: vi è e vi sarà sempre una
giustificazione ai suoi atti, anche ai più inconfessabili. Basta - osserva
Furet - ritornare allo schema mentale giacobino del paese eletto dalla storia,
novello Israele laico. Così un primo elemento che va ad accrescere il
significato universale del comunismo reale è proprio ciò che a prima vista
sembra negarlo: la sua limitazione alla Russia, che strizza l'occhio al
secolare panslavismo. Ad universalismo fatto di pace e scienza,
successivamente, e lo vedremo, Stalin aggiunge l'idea di nazione eletta. E il
nemico della storia, come abbiamo già detto, in attesa che Hitler faccia parte
della compagnia - è lì, ben identificabile: il capitalismo. Ne scaturisce una
miscela fatta di pace, scienza, nazione, volontà e odio del nemico. Una miscela
resa ancor più forte dalla depressione economica americana del 1929. I
terribili anni trenta, gli anni del Terrore staliniano, si apprestano a
diventare anni formidabili per l'idea comunista. Tenuto conto dei protocolli di
sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di
COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la
conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti
nella rete, a far data dal 12 settembre.
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