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  • 12/04/2025 11:20

QUANDO L' HERALD SUN TOUR IN AUSTRALIA PARLAVA IL LINGUAGGIO FANINI

 QUANDO L' HERALD SUN TOUR IN AUSTRALIA PARLAVA IL LINGUAGGIO FANINI GRAZIE AI SUCCESSI DELLO SVEDESE LJUNGBLAD, 12 ANNI PRIMA DI CHRIS FROOME



Non tutti gli svedesi hanno il carattere freddo come spesso viene definito. L'ex ciclista professionista Jonas Ljungblad è stato molto influenzato dalle correnti italiane, tanto che sembra naturalizzato nel nostro paese. 

"Da ragazzo ero appassionato di pallamano ma poi vedendo mio fratello Magnus che correva in bicicletta volli provare a cambiare disciplina sportiva. Arrivarono subito confortanti risultati. Da juniores vinsi la cronometro ai campionati nazionali svedesi. Ma anche su strada me la cavavo bene e riscossi la fiducia per correre nel Team Crescent, un marchio di biciclette americano successivamente prodotto in Svezia. Un biennio quello del 2000-2001 prodigo di soddisfazioni tanto che mi si aprirono le porte al professionismo grazie ad Ivano Fanini, il dirigente ciclistico che più stimo e che mi ha lanciato consentendomi tante soddisfazioni. Come tanti miei connazionali mi sono trasferito a correre per una squadra italiana. Il bel paese aiutava ciclisticamente alla crescita, allo sviluppo ed ai trionfi ed io con Fanini trovai l' ambiente ideale per raggiungere l' autostima ed essere considerato nei risultati così come impostando obiettivi raggiungibili. Appena arrivato a Lucca conobbi il mio D.S. Roberto Pelliconi ed avvertivo a pelle la sua fiducia. Fu fra noi un' intesa a prima vista, anche nei gusti...Teneva in macchina la liquirizia, un estratto vegetale di cui ne vado matto. Mi è sempre piaciuta."

A 21 anni si trasferì a vivere a Lucca nella casa che le affidò Ivano Fanini?

"Si, ricordo la città di Lucca e poi Capannori dove aveva ed ha tutt' ora la sede Amore e Vita. Una magnifica città dove ho trascorso anni piacevolissimi assieme alla mia compagna Elin, con la quale mi sono unito in matrimonio nel 2010. Imparai velocemente la lingua italiana stando a contatto con la gente. Ero giovane, pieno di entusiasmo e poi avevo sempre la donna della mia vita a mio fianco. Correre per una squadra italiana era per me una grande esperienza formativa per diventare più indipendente e conoscere nuove culture. Miravo a copiare il mio connazionale Glenn Magnusson che come me è nato ciclisticamente con la squadra di Ivano Fanini, riuscendo, pochi anni prima, nel triennio 1996-98 , a vincere anche tappe al Giro d'Italia. Le squadre di Fanini sono sempre state adatte ai giovani per farli crescere e sviluppare ciclisticamente. Lui nelle sue squadre ha sempre fatto decollare anche quelli sconosciuti per poi lanciarli verso le società ciclistiche con maggiori budget economici."

IL SUO DECOLLO AL SUN TOUR

Nel 2002 in maglia Fanini la prima vittoria da professionista di Jonas Ljungblad avvenne all' Herald Sun Tour, la corsa a tappe più antica in Australia la cui prima edizione ebbe luogo nel 1952. 

"In quella mia prima partecipazione-ricorda- mi trovai a competere per la classifica generale e chiusi al terzo posto dietro al vincitore australiano Baden Cooke, mentre al posto d'onore si classificò Alan Iacuone. Si affacciavano al ciclismo internazionale buoni corridori come L' australiano David McKenzie che vinse qualche tappa delle undici in programma, ma soprattutto andai a segno vincendo la volata di un gruppetto ristretto della terza tappa da Bacchus Marsh a Buninyong il 19 ottobre. Un momento indimenticabile della mia carriera. La prima vittoria da professionista non si scorda mai e poi sapevo di aver accontentato il mio patron Fanini ed il D.S. Pelliconi."

Poi nel 2003 il ritorno in Svezia a correre per la Bianchi-Scandinavia. Come mai? Cosa successe?

"Affiorò in me un po' di nostalgia del mio paese, ma soprattutto essendo un passista veloce non vedevo molte corse adatte a me. In Italia c'erano troppe salite e troppe gare. Ne correvo un centinaio all' anno. Invece nel circuito svedese passai a correrne una cinquantina. Vinsi la 6.a tappa del Cykeltouren. Ma poi volli ritornare ad Amore e Vita per riprovare a vincere nel Sun Tour e feci centro nell' edizione 2004 anche nella 7.a tappa da Creswick a Daylesford. Un' edizione avvincente. Tolsi la maglia di leader a David McKenzie nella 12.a tappa delle 13 in programma chiudendo in maniera trionfale al termine dell' ultima tappa a Traralgon nella regione del Gippsland di Victoria."
Il 2004 fu l' anno magico di Jonas per la grande gioia condivisa da Ivano Fanini. Si impose anche nella 4.a tappa del Giro di Slovenia, nella 5.a e 7.a tappa del Tour of Queensland che lo vide vincere anche la classifica finale. Come spesso è accaduto in passato Amore e Vita ha fatto da apri-pista per i grandi campioni del ciclismo internazionale che a volte disertavano diverse competizioni al di là dell' Oceano. La stessa cosa è accaduta per l'Herald Sun Tour: dopo i suoi successi con Jonas nelle edizioni successive vi hanno partecipato grandi campioni i cui nomi si possono scrutare nell' albo d' oro. Nel 2016 ad imporsi nella classifica finale fu il britannico Chris Froome e nel 2020 l' australiano Jai Hindley.   Nel 2005 Jonas continuò ad indossare i colori di Amore e Vita vincendo altre quattro corse: il Tour de Vendée, il Tour du Lac Léman, una gara che si svolge intorno al lago Lemano in Svizzera che è fra le più antiche del mondo dopo la Milano-Torino, inserita nel 2005 dall'Uci Europe Tour come prova classe 1.2., la Melbourne to Warrnambool Classic ma soprattutto aggiunse nella bacheca di Ivano Fanini e del Comune di Capannori un altro titolo nazionale vincendo la prova unica del campionato svedese su strada. Una volta attaccata la bicicletta al chiodo fu promosso c.t. della nazionale svedese dal 2013 al 2016, un riconoscimento della Federazione alla sua splendida carriera. 

JONAS LJUGBLAD UN' ALTRA PAGINA DI UN LIBRO DELLA STORIA PROFESSIONISTICA FANINI

 Fatti non parole. In tutte le storie Fanini che abbiamo descritto ci siamo sempre limitati ai fatti accaduti e non alle presupposizioni. Insignito dell' onorificenza, in occasione del Bicentenario di fondazione, di Ambasciatore del Comune di Capannori, il dirigente capannorese è l' unico ad aver fondato ed alimentato nella storia di Lucca e Capannori una squadra professionistica di ciclismo, mietendo successi in tutto il mondo, vincendo tappe al Giro d' Italia, tante classiche nazionali ed internazionali, più di 70 titoli nazionali con i suoi corridori compreso quello italiano su strada vinto con un rigenerato Pierino Gavazzi nel 1988 quando mise in fila sul velodromo di Imola gli ex iridati Giuseppe Saronni e Maurizio Fondriest, e 12 titoli mondiali compreso quello vinto da Mario Cipollini da Juniores, ma in particolare quelli vinti con i suoi professionisti nelle varie specialità su pista. Lo stesso Marco Villa, c.t. azzurro, vinse due titoli iridati nell' Americana in coppia con Silvio Martinello. Ebbene anche Jonas Ljugblad, oggi 47 anni, è stato una sua scoperta. Nel prosieguo della carriera professionistica ha indossato altre maglie senza però riuscire a vincere con quella continuità. Nel 2006 si aggiudicò la terza tappa al Giro del Lussemburgo e nel 2008 di nuovo la gara in linea del campionato svedese. L' ultimo suo successo è stato nel 2008 in maglia P3 Transfer nella terza tappa della Vuelta a Leòn per una carriera che si è protratta fino al 2012 con la sua ultima stagione nel Team Differdange. Da otto anni lavora come direttore di un' azienda svedese che si occupa di vendita e rottamazione di biciclette e nel prossimo mese sta valutando l' offerta di entrare a far parte della Crescent svedese come rappresentante. Ha tre figli: Victor di 14 anni che gioca a pallamano, vecchia passione di Jonas che ne funge anche da allenatore, Alice di 12 anni che gioca a calcio ed a pallamano e di Elsa di 8 anni che pratica ginnastica e calcio. Una famiglia che ama lo sport ed il compito di Jonas è orientare i figli in modo etico e generativo delle qualità. Due anni fa incontrò Cristian Fanini, il figlio di patron Ivano, a Viareggio in una delle sue vacanze programmate in Toscana, la regione che ha maggiormente conosciuto e che fa parte dei suoi ricordi sportivi: i più belli di una onorevole carriera marcata Fanini.




di Valter Nieri

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