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  • 18/02/2025 08:32

Mario Cipollini, chiesti 2 anni per l'ex campione del mondo di ciclismo: «Accusò il suo mentore (Ivano Fanini) di un’estorsione inesistente»

Mario Cipollini, chiesti 2 anni per l'ex campione del mondo di ciclismo: «Accusò il suo mentore (Ivano Fanini) di un’estorsione inesistente» di Giampaolo Chavan (corriere.it) Verona, il «Re Leone» è imputato per calunnia, la sentenza in aprile: sulla vicenda incombe la prescrizione. La pm Eugenia Bertini ha chiesto due anni di pena per Mario Cipollini, 57 anni. L’ex campione di ciclismo è accusato di calunnia ma può continuare a dormire sonni tranquilli: il reato si prescrive nel prossimo mese di agosto. Nel frattempo, però, arriverà la lettura della sentenza, fissata per il 28 aprile. Non c’era lunedì il corridore in aula a Verona in compenso c’erano il suo avvocato Giuseppe Napoleone del foro di Latina e il tutore di parte civile Fiorenzo Alessi di Rimini. Sul tavolo del giudice Peter Michaeler, l’accusa rivolta a Cipollini di aver incolpato il suo mentore Ivano Fanini (allora presidente dell'Amore e Vita, squadra in cui correva il «Re Leone») di tentata estorsione ai suoi danni, pur sapendolo innocente, depositando una querela in procura a Verona il 9 marzo 2017. Le omissioni Secondo la versione del campione del mondo di ciclismo nel 2002, Fanini gli avrebbe detto che era pronto a diffondere notizie inedite sull’utilizzo di sostanze dopanti durante la sua attività agonistica pur di ricevere un pagamento, legato ad una sentenza del giudice civile di Lucca. In quel provvedimento del 2009, il tribunale toscano aveva dato ragione all’imprenditore, condannando Cipollini a pagare 36.000 euro per alcuni contratti di sponsorizzazione mai rispettati. La denuncia di tentata estorsione del velocista, però, si era arenata il 19 luglio 2018 con l’archiviazione del fascicolo ad opera del gip Livia Magri così come richiesto dalla procura. Da quel momento, è iniziata la controffensiva del patron Fanini che ha denunciato Cipollini per calunnia. Lunedì è stato il pm Bertini a rilevare come nella denuncia del ciclista, risalente a otto anni fa, ci sarebbero state parecchie omissioni a partire dal mancato inserimento della sentenza del giudice civile che lo condannava al pagamento di 36.000 euro. In questo modo, ha continuato il pm, non è stato riferito che la richiesta di Fanini «aveva un fondamento serio». Nella querela, poi, non si fa minimamente cenno ai rapporti professionali intercorsi tra l’ex ciclista e l’imprenditore. «A leggere la querela di Cipollini - ha detto la pm Bertini - sembra che questo signor Fanini avesse preteso somme di danaro con motivazioni campate per aria». È toccato poi al legale di parte civile che alla fine della sua relazione, ha chiesto la condanna dell’imputato a pagare il risarcimento danni di 70.000 euro a favore di Fanini con una provvisionale di 30.000 euro. La difesa dell'ex campione Alla fine dell’udienza, ha parlato il difensore di Cipollini, l’avvocato Napoleone che ha evidenziato come non c’è mai stata la volontà dell’ex corridore di voler incolpare Fanini di tentata estorsione. Nella querela, ha detto l’avvocato Napoleone, ha solo elencato una serie di fatti ma poi spetta sempre al giudice decidere se indagare e rinviare a giudizio il dirigente sportivo. A parere del difensore, infine, non ci sono false accuse a carico di Fanini, riportate nella querela. «E quindi va assolto perché il fatto non sussiste», ha concluso il legale. Il 28 aprile ci saranno le eventuali repliche di accusa e difesa e poi sarà letta la sentenza. 

 (https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/verona/sport/25_febbraio_18/mario-cipollini-chiesti-2-anni-per-l-ex-campione-del-mondo-di-ciclismo-accuso-il-suo-mentore-di-un-estorsione-inesistente-923dbf70-05b1-4761-a5b1-ee425a5b4xlk.shtml)

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