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  • 19/11/2024 16:15

Presentazione del volume di Gianluigi Viscione “Il reimpiego della scultura altomedievale in Toscana.

Presentazione del volume di Gianluigi Viscione “Il reimpiego della scultura altomedievale in Toscana. Riuso, pseudospolia e arcaismo tra XI e XIII secolo”       

       Giovedì 21 novembre 2024, alle 17.00 nella Sala conferenze del Museo Nazionale di Villa Guinigi si presenta il volume di Gianluigi Viscione “Il reimpiego della scultura altomedievale in Toscana. Riuso, pseudospolia e arcaismo tra XI e XIII secoloFranco Angeli Editore, ottobre 2024. Interverranno insieme all’autore Massimo Dadà, Dirigente delegato per i Musei Nazionali di Lucca; Angela Acordon, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara; Luisa Berretti, Direttrice Musei Nazionali di Lucca e Fulvio Cervini, Professore Ordinario in Storia dell’Arte medievale, Università degli Studi di Firenze. Ingresso libero

Le opere dell’Altomedioevo esercitano un indubbio fascino in termini estetici e talvolta sono vere e proprie fonti d’ispirazione artistica. In Toscana, tutto questo sembra avvenire con maggior frequenza tra XI e buona parte del XII secolo, prima dell’assoluto prevalere come linea vincente del naturalismo di derivazione classica.

In più, un simile successo non può che presupporre anche l’esistenza di un gusto e di un pubblico che apprezza il decorativismo astratto altomedievale, malgrado dalla nostra prospettiva di moderna e post-rinascimentale venerazione della Classicità possa sembrarci apparentemente impossibile. In Toscana, tutto questo sembra avvenire non solo ma con maggior frequenza tra XI e buona parte del XII secolo, prima dell’assoluto prevalere come linea vincente del naturalismo di derivazione classica che già a queste date muove i suoi primi passi.

Gli studi sul fenomeno del reimpiego, e più estesamente del recupero, dell’Antico nel Medioevo si sono finora prevalentemente concentrati sul ricorso a elementi scultorei dell’Antichità greco-romana.
Tuttavia, benché in misura minore, alcuni cantieri architettonici d’età romanica talvolta impiegano in modo esibito frammenti provenienti da arredi liturgici realizzati tra VIII e IX secolo. Accanto a reali episodi di riuso, è possibile, inoltre, riconoscere casi di pseudospolia, cioè sculture che si fingono elementi di recupero tentando di apparire più antiche e parte di un insieme scomposto in realtà mai esistito. Oltre all’esibizione di spolia autentici o solo apparenti, incontriamo infine sculture e decorazioni architettoniche vivacemente arcaizzanti che recuperano retrospettivamente stilemi e soluzioni altomedievali, rielaborandoli con grande libertà e fantasia. Una simile casistica viene ripercorsa, per la prima volta in questo studio, considerando una serie di edifici romanici della Toscana, affascinati a vario titolo dall’astrattismo altomedievale. L’analisi stilistico-formale dei frammenti scultorei e dei contesti architettonici entro cui si trovano reinseriti, unita all’impiego di fonti storiche e archeologiche, permettono, nella più totale assenza di documentazione che ne dia ragione, di tratteggiare per tale scelta culturale una pluralità di possibili motivazioni di volta in volta estetiche, politico-istituzionali e religiose.

Gianluigi Viscione ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Firenze discutendo una tesi sul fenomeno del reimpiego di materiale scultoreo altomedievale, la realizzazione di falsi spolia e i casi di arcaismo in Toscana e Abruzzo. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università di Bologna nell’ambito di un progetto di ricostruzione digitale dell’assetto duecentesco del complesso di San Domenico. I suoi temi di ricerca abbracciano il reimpiego e il recupero del linguaggio astraente della scultura dell’Altomedioevo, le forme dello spazio liturgico, la scultura funeraria, l’architettura altomedievale del Mezzogiorno e le relazioni artistiche tra le sponde del Mediterraneo.

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