• 5 commenti
  • 12/08/2022 14:49

Il fascismo della Meloni

Quello che la Meloni non capisce è che nessuno la accusa di fascismo veramente, quanto piuttosto di un sovranismo che è datato. Andiamo verso un mondo dove Milano sarà indistinguibile da Seul e New York da Pechino e Mumbai da Roma, un immenso mescolarsi di etnie, valute, cibi, valori, religioni, accanto ad un negozio di eccellenza italiana di scarpe ci sarà un kebabbaro e poi accanto una sinagoga e dopo una moschea, e subito davanti a quest'ultima un venditore di street food che vende maiale. Il concetto di nazione, nazionalità e nazionalismo (perfino la versione più innocua e assolutamente legittima di quest'ultimo) svaniranno, non ci sarà più nessuna "-ità" in senso generale, ogni "-esimo" e ogni "-ismo" stanno crollando, quindi italian-ità, finisce con -ità, e allora via! Comun-ismo, fasc-ismo, finiscono in -ismo, quindi via! Cristian-esimo, ebra-ismo, nazional-ismo, finiscono in -esimo e in -ismo, via tutti. Resteranno solo le persone. Tutte ammucchiate e tutte diverse. Io abito in una corte fuori Lucca, siamo dieci famiglie, principalmente italiani, ma abbiamo una famiglia inglese, una svizzera, e due indiana, mi sveglio la mattina e fuori dalla mia finestra sento quattro lingue diverse, mi basta scendere in cortile per trovare persone così diverse che mi sembra di essere finito a Città del Messico. Piace? Non piace? Io questo non ne discuto. Ma è il futuro. Un governo che tenta la via della sovranità propone una visione della vita in controcorrente col futuro, quanto potrà mai durare?

I commenti

Pressoché tutti invotabili.
Per questo il partito di maggioranza sarà l'Astensione.

... - 13/08/2022 11:47

.......così come Letta o Renzi, non solo non sono comunisti, ma non sono neanche di sinistra. Però ciascuno ha le sue idee. La Meloni farà la presidente del consiglio. Il suo problema non saranno migranti o guerre. Il suo problema sarà il deficit del bilancio pubblico. Tutto il resto è noia.

Anonimo - 13/08/2022 02:17

Lo specchio di uno che si fa la barba e...
toh chi ci vede dentro!
Che commedia!
Che commedia!
Tragicissima commedia.
Ineluttabile tragedia umana!

... - 12/08/2022 22:53

Povero Enrico Letta, vive nella casa dei gerarchi fascisti


La vita riserva sempre stranezze, fastidiose coincidenze e singolari realtà: prendiamo come esempio le dichiarazioni, continue, di Enrico Letta contro la destra. Pungenti dichiarazioni, quelle del segretario del Partito democratico, contro il populismo, la dittatura fascista, la deriva sovranista ed altro ancora. A tutto questo Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ha risposto affermando che «la destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia». Quello che nello stesso Pd fanno notare è che Letta «deve la bellezza della sua casa al periodo fascista. Lui vive nel cosiddetto Cremlino di Testaccio, il più bel palazzo della zona, costruito per dare alloggi di assoluta qualità ai gerarchi cari a Benito Mussolini».

A conferma, si può leggere un testo del Touring Club Italiano dove è scritto che gli «stabili di piazza dell'Emporio e via Marmorata, progettati da Luigi Broggi, Innocenzo Sabbatini e Innocenzo Costantini dal 1924 al 1930, e destinati ai gerarchi fascisti». Personalmente ricordo una passeggiata con l'indimenticato docente universitario Giorgio Muratore, pronto ad elencare tutte le personalità «de sinistra» che ci abitavano, «quasi una nemesi».

Anni fa su «Oggi» Marianna Aprile (in questa estate presenza fissa televisiva di sera su La7) elencò i nomi dei fortunati abitanti, in un bell'articolo che si può trovare su Dagospia: Giuliano Ferrara e Nicola Latorre, per esempio. E nella casa di Letta si incontrarono «a pranzo Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani, per accordarsi sulla candidatura di Franco Marini al Quirinale».

Aprile scrisse anche che dopo la guerra «al secondo piano arrivò poi la più grande sezione romana del Pci. Un piano sotto, un Commissariato di Polizia. L'edificio poi divenne dell'Ina Assicurazioni, che nel 2001 vendette alla Pirelli Re di Marco Tronchetti Provera. Gli appartamenti, enormi, vennero frazionati e rivenduti. Ancora oggi ce ne sono di grandissimi (circa 300 metri quadrati) e di "normali", tra i 100 e i 150, come quello in cui vive Letta. Che comprò non da Pirelli, ma da un notaio».

Quei 96 appartamenti, uno più bello dell'altro, tra lungotevere Testaccio e via Marmorata sono richiestissimi sul mercato immobiliare: chissà se Letta sa a chi sono appartenuti in passati quei vani che oggi occupa. Dice un suo collega di partito: «Chissà, forse Enrico si sveglia di notte di soprassalto, con il fantasma del gerarca che ci abitava pronto a interrompergli il sonno». Un edificio di lusso, di certo molto diverso da quello della popolare Garbatella, quartier generale meloniano.

il tempo

dek - 12/08/2022 16:16

Un bel commento che guarda la realtà dei fatti a prescindere da ogni credo.

Anonimo - 12/08/2022 14:57

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