Pappagalli leghisti lucchesi
Il 19 novembre scorso, il ...
Il documentario apre sul fermo immagine di un tatuaggio del Duce: Mussolini, dice il ragazzo, è stato "l'unica persona che ha provato a fare un'Italia unita e valorosa". Lo sguardo di quel giovane, così come quello degli altri presenti alle manifestazioni di Forza Nuova, non è cattivo, appare disorientato e vittima di una disinformazione e di un'impreparazione culturale che deriva dalle generazioni precedenti, cattivi maestri di storia.
È la voce di Roberto Fiore (condannato a nove anni per banda armata), segretario generale del movimento, a dettare le regole di un sistema che inneggia all'amore per la patria, alla xenofobia nei confronti degli immigrati e al ripristino dei Patti Lateranensi del '29. Gridare "viva il Duce", fare il saluto romano, o ancora negare l'esistenza dell'Olocausto sono i modi per esprimere un'idea politica che rimpiange il ventennio fascista e istiga alla violenza negli stadi.
Claudio Lazzaro, dopo il documentario sulla Lega Nord, ritorna ad occuparsi di un altro aspetto allarmante dello scenario politico della destra radicale. Mostra i fatti senza commentarli, accosta immagini del repertorio Luce ai comizi contemporanei, scava nel passato - non troppo edificante - dei dirigenti senza fare accuse. Nel momento in cui parla con i giovani del Campo d'azione di Forza Nuova, che si tiene ogni anno a Viterbo, escono le contraddizioni di un movimento che sfrutta il desiderio giovanile di integrazione per formare nuovi camerati. Nuovi militanti che, sulle parole del gruppo musicale Hobbit, urla fiero e commosso di "avere un cuore nero" senza sapere nulla di Auschwitz e della deportazione degli ebrei.
A sostituire il vecchio "Credere Obbedire Combattere", ora c'è lo slogan "Tradizione Formazione Rivoluzione", altre parole per educare ad un'ideologia portatrice di odio e nostalgia per un passato che non ha niente di glorioso. Tutto è ordinato, schematico e manicheo, il bene sta da una parte e il male dall'altra, e i dubbi non sono concessi. In un sistema di idee così tratteggiato è facile disprezzare chi non condivide le stesse opinioni (non a caso sulla maglietta di un ragazzo c'è la scritta "Divide et impera").
Il regista non interpreta ciò che vede e ascolta, fa domande alle quali poi il montaggio tenta di rispondere. Senza assicurare niente di buono perché, come diceva Montanelli "un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente". La storia insegna ad evitare gli errori, ma che importanza ha la memoria storica se anche questa viene continuamente messa in discussione?
Per Gaza manifesta estrema destra forza nuova CasaPound e estrema sinistra varia na nessuno ne parla
La destra conservatrice Fratelli Italia, la falsa Destra Lega patteggiano per Israele
Quel concerto credo epoca Fazzi fu verso 2002 o più o meno
Ogni volta che mi rendo conto che c'è qualcuno che legge il Giornale, e che lo prende pure sul serio, mi sento male. La mia fiducia nell'intelligenza umana riceve un duro colpo…
anonimo - 22/10/2024 15:52Credo sia la prima volta da quando commento che mi scappa un epiteto poco gentile, anzi diciamo la verità, offensivo ("coglione").
L'ho fatto senza riflettere, ma questa non è una scusante, si capisce.
L'articolo mi ha fatto ripensare a un fatto accaduto parecchi anni fa (amministrazione Fazzi).
Abito vicino allo stadio e mi ricordo benissimo che una sera ci fu un concerto di gruppi nazi-rock. Sì, ci fu.
Quando fu? Non lo ricordo. Aveva il patrocinio del Comune? Non lo ricordo. Non è che la cosa mi interessasse poi molto. Ma sono sicuro che ci fu, perché sentivo distintamente una canzone che parlava dei "giudici di Norimberga", e con qualche ricerca su internet ho visto che si intitola "Dresda". E fa veramente schifo.
E sono ormai decenni che le istituzioni danno sempre più spazio a questa gente.
Per cui ripensare a questo, e dovermi leggere un articolo di propaganda del Giornale, che indica nelle stupidate dei Commie-rock un'emergenza quasi da ritorno degli anni di piombo, volendoci infilare anche chi manifesta per Gaza, mi ha fatto come si dice saltare la mosca al naso. Sorry.
JD
Vero "rivoluzionari'piagnucolano quando la Digos bussa la porta
Didimo Rosso - 22/10/2024 15:40Quotidiano Piemontese
La P38, la band musicale indagata dalla Procura di Torino perchè i suoi testi contengono riferimenti alle Brigate Rosse, ha annunciato lo scioglimento del gruppo.
“Il progetto P38 è giunto al termine. Il tribunale dei magistrati e quello dei giornalisti – scrivono – incombono sulle nostre vite personali. I nostri telefoni, le nostre abitazioni e i nostri cari sono controllati da reparti Digos di tutta Italia. Soltanto nell’ultimo mese abbiamo visto saltare più di dieci date live che avevamo programmato, a volte per volontà degli organizzatori, a volte per motivi di forza maggiore che vi lasciamo immaginare. Tutto il nostro staff si è fatto da parte per timore di ripercussioni legali”.
“Ci avete supportato in moltissimi – continuano – dimostrando un affetto che mai avremmo creduto di poter ricevere, e per questo vi ringraziamo immensamente. Ma purtroppo l’affetto non è bastato. Ci togliamo il passamontagna per tornare in mezzo a voi come persone, come amici, come compagni. Ma non più come P38”.
Metto articolo completo e poi il link di verifica per altri testicoli come me che ora sanno cosa c'è in giro, gente che Esalta le BR AI CONCERTI , poi urlano Antifascismo !!
Testicolo - 22/10/2024 13:30...ti accorgi che il mondo è veramente strano.
C'è un coglione che si prende il disturbo e la briga di copiare - incollare un articolo de "Il Giornale" (nientemeno!).
Ma non bastava un link?
Quindi tanta fatica per raccontarci c'è un solo gruppo di esaltati, Autodifesa Proletaria? Tanta roba!
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