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  • 27/09/2024 15:37

IL SACRIFICIO UMANO

IL SACRIFICIO UMANO di Mario Adinolfi In tanti mi avete scritto quando è uscita la notizia del primo uso in Svizzera di Sarco, la capsula per il suicidio tramite asfissia causata dall’azoto di cui vi ho raccontato i meccanismi di marketing negli anni scorsi. Prima di dire la mia ho voluto vedere cosa sarebbe successo davvero agli arrestati a seguito del primo suicidio messo in atto da una 64enne americana affetta da un non meglio specificato disturbo del sistema immunitario. Lunedì alle ore 16 la signora è stata portata dall’associazione The Last Resort in un prefabbricato nel bosco nel territorio di Merishausen, dove ha ripetuto la volontà di togliersi la vita: si è quindi sistemata dentro Sarco e ha premuto il tasto affinché nell’ambiente sigillato fosse immesso l’azoto al posto dell’ossigeno e così è morta per asfissia. Nessun dettaglio è stato fornito sul trapasso, la polizia di Schaffausen ha arrestato i presenti sul luogo con l’accusa di favoreggiamento al suicidio, che pochi sanno essere condannato in Svizzera come l’aiuto al suicidio in Italia (la pena non è banale, 5 anni di carcere). Per ragioni storiche, però, da un secolo la Svizzera tollera il pullulare di sedicenti cliniche per il suicidio assistito a patto che il suicida trangugi da sé il pentobarbital e che chi glielo prepara appartenga ad un’associazione senza fini di lucro. L’arresto per la banda di The Last Resort scatta perché il fine di lucro è certo (sono stati spesi milioni per rendere effettiva l’idea che ognuno possa stamparsi da sé in 3D la propria Sarco) e perché l’azoto è uno strumento vietato persino nell’uccisione degli animali perché considerato troppo crudele. Su questo punto la reticenza della stampa e degli organizzatori del suicidio della signora americana è assoluta. Sappiamo che ieri tre arrestati sono stati rilasciati, sul quarto decideranno domani, tra i quattro c’è un fotografo chiamato a documentare tutto. Sappiamo che persino in Svizzera è scattata una polemica politica e i democristiani sono preoccupati dal vedere il paese trasformato dal “turismo della morte”. In effetti l’espressione “viaggio in Svizzera” è ormai diventato sinonimo di suicidio. Nessun altro ordinamento al mondo tollera quello che tollerano gli svizzeri e un italiano non può andare in Olanda o in Belgio a chiedere di farsi suicidare. In Svizzera sì, è il Paese della morte indotta a chiunque, basta che paghi perché questo è il succo. E allora perché tante storie su Sarco, addirittura gli arresti, roba che in Italia non ci sogneremmo mai di fare contro Marco Cappato che pure infrange ripetutamente la legge (e lo sa, si va ad autodenunciare, tanto sa pure che non gli faranno niente)? La parola magica è: azoto. Se si viene mediaticamente a sapere come si muore veramente per asfissia d’azoto, salta per aria tutta la retorica (con conseguente business) della “dolce morte”. E si capisce che questa gente tipo The Last Resort è una banda di pazzi assassini che da anni prova a fare il marketing di Sarco (infiniti gli articoli in cui la capsula è stata definita la “Tesla del suicidio”) per vendere la morte come qualcosa di rapido e desiderabile nel territorio del fai-da-te. Nel bosco di Merishausen è stato compiuto un sacrificio umano finalizzato allo stesso marketing, per far dire a tutti i giornali del mondo che Sarco funziona, ha effettivamente ammazzato la 64enne americana. Di cui non sappiamo il nome, da quale precisa malattia fosse affetta, come è realmente morta. Sappiamo però che l’azoto fu usato il 26 gennaio 2024 sempre contro un cittadino americano, Kenneth Eugene Smith, condannato a morte in Alabama. Scriveva allora Amnesty International: “L’Alabama ha introdotto il metodo dell’ipossia da azoto nel 2018, così come Oklahoma e Mississippi. Gli scienziati hanno preso la parola contro questa pratica, hanno letto la procedura e hanno confermato che si tratta di un metodo di esecuzione crudele. Gli esperti delle Nazioni Unite lo hanno equiparato alla tortura. Del resto, è vietato pure per abbattere gli animali. Pompare azoto per molti minuti per togliere ossigeno è una cosa terribile, una sofferenza atroce. Premesso che nessun metodo di esecuzione è indolore o incruento, qui è stato raggiunto un livello peggiore”. L’Alabama è passata all’azoto dopo aver eseguito per anni le condanne a morte con iniezione letale di pentobarbital. Insomma, i metodi considerati inaccettabili per eseguire la pena di morte, possono mai essere accettati per sopprimere malati, sofferenti e disabili? Il sacrificio umano compiuto in quella casetta nel bosco forse potrebbe aprire gli occhi a molti, addirittura gli svizzeri si stanno ponendo domande dopo aver offerto sponda per decenni ai Cappato del mondo. Il tema cruciale è: possiamo incentivare mezzi e metodi per far fuori la gente? È accettabile il marketing del suicidio? Quali reali interessi sono dietro all’idea di sopprimere con una morte che mai potrà essere “dolce” una marea umana di disabili, malati, anziani, sofferenti? Forse i costi della cura, dell’assistenza, della previdenza a cui tutti costoro hanno diritto spaventano rispetto al costo zero della uccisione del “non produttivo”, trasformabile anzi nello stesso atto suicidiario in una fonte di business? Queste domande prima o poi dovranno irrompere persino nel dibattito italiano sul fine vita, attualmente unidirezionale. Il caso Sarco ha generato una serie di commenti tutti uguali: “La vita è mia e decido io come farla finita”. Il marketing del suicidio ha funzionato, chissà quante se ne venderanno di queste “Tesla della morte”. Finirà con il servizio sanitario nazionale che ci metterà in mano una Beretta carica, qualcuno spiegherà che un colpo alla tempia alla Raul Gardini è più rapido e indolore che 15 minuti per indurre l’asfissia da azoto con cui non si può ammazzare neanche il gatto di casa. Lo ripeterò fino allo sfinimento: se il suicidio viene considerato qualcosa da agevolare anziché impedire, non sognatevi di mettere paletti su cause o mezzi. Varrà ogni causa, varrà ogni mezzo. Gli arrestati per il sacrificio umano compiuto con Sarco sono già tutti liberi con un’unica eccezione, a tutti è venuta in mente la domanda: come fa la Svizzera a arrestare quelli di The Last Resort (che infatti l’americana l’han portata in Svizzera) se invece lascia proliferare le sedicenti cliniche tipo Exit che fanno la stessa cosa con il pentobarbital anziché con l’azoto? Se il dentifricio lo strizzi tutto fuori dal tubetto, poi non lo rimetti dentro. Noi in Italia siamo ancora in tempo a non procurare danni irreversibili al nostro ordinamento. https://www.facebook.com/pdftoscana

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