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NON SI CAPISCONO I MOTIVI PER CUI UNO SOLO DEI CONDOMINI DEL PALAZZO È CONTRARIO
Da molti anni ormai mi occupo di studiare il lucchese Carlo Piaggia, soprattutto insieme agli amici dell’Istituto Storico Lucchese, e da questi approfonditi studi e da questa collaborazione sono nate varie iniziative importanti per valorizzare la figura dell’esploratore (conferenze, presentazioni, grandi progetti editoriali, la realizzazione di una statua a Capannori, etc…).
Tutte queste iniziative, oltre al mio impegno diretto e quello di altri collaboratori, hanno sempre avuto il sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, della Fondazione della Banca del Monte di Lucca e anche del Comune di Capannori.
Tanta fatica, ricerca e impegno continuativo è stato dedicato alla figura di questo personaggio umile perché è stato senza ombra di dubbio il più meritorio che possa annoverarsi tra le fila degli esploratori italiani. Piaggia, di origini contadine, fu il più modesto tollerante, il più desideroso di esplorare per il gusto proprio del sapere senza altre finalità ben meno nobili che non fosse la conoscenza stessa.
Ma il principale fattore di differenza che lo eleva nell’olimpo dei più grandi esploratori di sempre, non sono le sue pur rilevantissime scoperte geografiche e scientifiche, ma il suo lato umano nei confronti delle popolazioni locali, nei confronti della natura in genere ed anche degli animali che cacciava. Uno dei pochi esploratori europei che si presentò sempre, nel suo agire, prima come uomo e poi come rappresentante della propria civiltà; fu un antesignano dell’antropologia moderna proprio per il modo con cui, sempre, si relazionò alle popolazioni locali.
Proprio per queste sue grandi caratteristiche umane, recentemente, questa estate, sono dovuto intervenire pubblicamente in sua difesa per impedire che venisse accomunato in un progetto chiamato “Patrimonio difficile” che elencava i personaggi di uno scomodo passato coloniale. Volli così precisare chi fosse Carlo Piaggia per riportare una verità storica altrimenti travisata.
Il suo passato fu limpido, meritorio, coraggioso ed i lucchesi devono essere onorati di annoverare tra le file dei loro concittadini un personaggio di tale spessore e tale levatura morale.
Durante le ricerche, seguendo un indizio trovato in una sua lettera, ho scoperto che al ritorno dal suo terzo grande viaggio di esplorazione in Africa, Piaggia, invece di rientrare nella sua casa natale di Badia di Cantignano, dimorò a Lucca ospitato nella casa di Antonio Martini, marito di sua cugina di secondo grado Palmerina Piaggia. Più precisamente in via Fillungo, al primo piano di un palazzo a ridosso della chiesa di San Cristoforo, il cui ingresso abitativo oggi è collocato tra il numero 16 e 18 della stessa via; proprio sopra la tabaccheria dello storico tifoso Beppe Lorenzini morto solo due giorni fa. Piaggia visse in questo palazzo per un anno, dall’aprile 1877 al maggio 1878.
Dopo questa ricostruzione contattai l’amministrazione comunale di Lucca per proporre l’apposizione di una semplice targa commemorativa sulla casa che lo ospitò a Lucca, al fine di rendere onore a questo straordinario Lucchese. L’amministrazione rispose subito positivamente e si attivò a contattare i vari proprietari del palazzo in questione. Da quanto sono venuto a conoscenza, l’amministrazione ha ricevuto un solo parere contrario, alla realizzazione della lapide commemorativa e, non comprendendo le motivazioni, ne sono rimasto piuttosto sorpreso.
Mi sono quindi attivato per contattare il proprietario scrivendogli il 13 dicembre 2023 una lettera ed inviandogli una copia del volume monografico riassuntivo della vita meritoria di Carlo Piaggia. In questa lettera chiedevo allo stesso di riconsiderare la sua posizione e mi dilungavo a spiegare i meriti dell’esploratore lucchese. Precisavo altresì che con questo riconoscimento pubblico l’edificio acquisterebbe sicuramente un maggior valore di prestigio storico, cosa di cui tutti i proprietari trarrebbero un vantaggio di immagine ed anche, potenzialmente, economico. Infine, mi mettevo a disposizione per incontralo personalmente per poter spiegare anche a voce le mie argomentazioni. Questa lettera ad oggi non è seguita nessuna risposta, nessun contatto.
Ecco allora che mi sono deciso a scrivere al vostro giornale per rendere pubblica questa situazione e questo impedimento messo in atto da un solo condomino del palazzo di via Fillungo, con la speranza che un maggior coinvolgimento cittadino grazie alla visibilità del giornale possa in qualche maniera far riconsiderare la posizione di diniego alla istallazione della lapide in questione. Da notare che sull’altro lato dello stesso palazzo in via Fillungo si trova già una lapide dello scultore Matteo Civitali.
Da notare altresì che lungo la via Fillungo sono presenti molte altre targhe commemorative di personaggi illustri di Lucca come ad esempio: Giovanni Rosadi, Matteo Civitali, Luigi Boccherini, Salvatore Bongi, Lamberto Landi, Lazzaro Papi, etc.
Ad oggi non si capiscono i veri motivi ostativi per cui uno solo dei condomini del palazzo è contrario al posizionamento della targa commemorativa.
Si, cittadini di Lucca, Carlo Piaggia merita una targa commemorativa in via Fillungo!!
Luca Lupi
Luca Lupi
Biografo di Carlo Piaggia (https://www.dancalia.it/dancalia/luca-lupi/carlo-piaggia/)
Socio corrispondente della Società Geografica Italiana
Membro della Accademia delle Scienze di Siena
Membro ordinario della Società Toscana di Scienze Naturali
Si compri una casa in via Fillungo e ci ponghi la targa.
Poi vorrei sapere se l'autorizzazione paesaggistica la richiede Lei o se deve essere deliberato anche dai suoi condomini... è la socità libera e contemporanea baby!
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