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  • 25/02/2024 19:52

Di lavoro si deve vivere non morire !

Firenze 17 Febbraio ore 8.25 “Ennesimo incidente mortale sul lavoro.” Mohamed El Farhane, 24 anni Mohamed Toukabri, 54 anni Luigi Coclite, 59 anni Taoufik Haidar, 45 anni Ancora disperso Bouzekri Rahimi, 56 anni. I nostri padri costituenti ritenevano il lavoro una componente fondamentale per la rinascita e la ricostruzione, il lavoro come forma di sostentamento di indipendenza e di dignità. Ma quanto di tutto questo ha un senso davanti alla tragedia di Firenze ora, di Brandizzo ieri, della morte della giovane Luana D'Orazio e di altri mille lavoratori che al mattino hanno salutato i propri cari e non hanno fatto mai ritorno nelle proprie case. Una morte sul lavoro non è mai per caso e il non averla evitata e' una sconfitta di tutti, del sistema e della società e ora più che mai l'affermazione "mai più " diventa obsoleta e inutile. La lunga scia di morte continua, un'emorragia che non si riesce a fermare. Anche in questo caso come spesso accade le voci di condanna e la richiesta di maggiori controlli si sprecano. La ministra Calderone, mentre il dolore e l’incredulità misto al dolore inimmaginabile delle famiglie e della città era vivo e tangibile, ha annunciato interventi sulla sicurezza, maggiori controlli e un numero maggiore di ispettori. L'ennesimo annuncio subito dopo la tragedia, l'ennesima promessa di maggiore attenzione, l'ennesima iniziativa che, anche se importante e necessaria rischia di rimanere isolata e priva di risultato. La Sicurezza sui luoghi di lavoro è materia complessa, le leggi in Italia ci sono, al loro interno sono presenti norme sulla tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro molto avanzate ma purtroppo con una scarsa attenzione nell'attuarle nel modo migliore. Questa è una tematica complessa che richiede riflessioni ben ponderate e che non siano frutto dell’emotività. C’è la necessità di investire di più in prevenzione, rinforzare gli organici delle Asl e accrescere la cultura di tutti gli addetti alla prevenzione. C’è bisogno di maggiore impegno delle aziende in materia di formazione e addestramento di tutti i lavoratori ma anche e soprattutto dei datori di lavoro e che ogni finanziamento alle imprese sia condizionato agli investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. C’è bisogno di un ripensamento del Governo in merito alla gestione degli appalti. Se vogliamo avere risultati, non certo nel breve ma casomai a lungo termine si deve incidere sulla famosa "cultura della sicurezza". Iniziare una campagna di informazione sui temi del decreto 81 a partire dalle scuole elementari per arrivare agli istituti superiori, dai bambini e dai ragazzi, i futuri operai, ingegneri, lavoratori e imprenditori del domani al fine di far crescere in loro già da piccoli un nuovo approccio e una nuova consapevolezza della sicurezza. Di certo serve anche un maggiore impegno della politica, un maggior e più incisivo confronto con tutti gli organi preposti, solo così riusciremo ad inserire piccoli ma decisivi tasselli. La Politica a tutti i livelli non può più sottrarsi, deve sfruttare la propria visibilità per rendere questa nazione più umana e credibile agli occhi del mondo, deve riuscire a diventare il megafono delle cose giuste, delle cose buone, delle cose sicure. “DI LAVORO SI DEVE VIVERE NON MORIRE!” https://www.facebook.com/pd.lucca

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